Attualità - 17 settembre 2024, 16:27

“Storia di Materiali e Passioni”: in prima nazionale a Dronero la mostra dell’artista capoverdiano Arlindo Sousa Alves

Inaugurazione al Museo Mallé domenica 22 settembre alle ore 17. La mostra è curata da Ivana Mulatero, direttrice del Museo Mallé e storica delle arti, e da Antonio Musiari, docente di storia dell’arte dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino

In prima nazionale, domenica 22 settembre alle ore 17, alla presenza del Console della Repubblica di Capoverde il Museo Mallé di Dronero presenterà la mostra personale dell’artista capoverdiano Arlindo Sousa Alves, intitolata “Storia di Materiali e Passioni. Arlindo Sousa Alves e lo scarto come arte”.

Giunto in Italia nel 2013 in cerca di lavoro e stabilitosi a Dronero, alle porte della Valle Maira, Alves nasce l’11 febbraio 1985 sull’isola di Santo Antao, nella Repubblica di Capo Verde. Cresciuto in una realtà complessa, segnata dalla scarsità di cibo ed acqua, ma educato in un ambiente dove nulla va sprecato, ha sviluppato una sensibilità particolare verso il riutilizzo dei materiali.

L’arrivo in Italia ha suscitato in lui una riflessione profonda sugli sprechi della società occidentale, che ha saputo trasformare in una passione creativa per il riciclo e la rivalorizzazione creativa degli scarti divenuti sculture, dipinti, oggetti di proto-design. Nelle sue opere non c’è soltanto il riciclo come messaggio e valore, ma anche il richiamo ai colori vivaci ed ai profumi intensi della sua terra natale.

L’esposizione include circa una quarantina di opere inedite che raccontano il viaggio interiore ed artistico dell’artista. Ogni opera è un’esplorazione dei ricordi e delle sue emozioni, intrecciata con la storia dei materiali incontrati, recuperati e trasformati in nuovi oggetti d’arte. Il mare, elemento centrale della sua infanzia, si riflette nelle forme e nei colori che Alves utilizza per dare vita alle sue creazioni.

La mostra rappresenta il punto di maturazione del progetto Mallé Talents, nato nell’ambito della convenzione siglata tra il Museo Mallé e la Mamo Educational Foundation ETS. Quest’ultima ha tra i suoi principali obiettivi l’incentivazione e lo sviluppo di opportunità di promozione e di valorizzazione della persona attraverso il linguaggio dell’arte moderna e contemporanea, in un’ottica di accrescimento culturale e sociale per la comunità di riferimento.

L’accordo si è aperto ad una triangolazione di forze in cui si è inserito l’Istituzione dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, che condivide le finalità del Museo Mallé e della Mamo Educational Foundation ETS. Uno dei punti cardine che orientano l’azione è il sostegno verso la ricerca dei giovani artisti, con l’individuazione di strumenti per migliorare la didattica e per valorizzare la ricerca sui materiali e sulle tecniche artistiche.

“Tra i valori primari condivisi nel contesto della collaborazione - raccontano gli organizzatori - vi è lo sviluppo del benessere psicosociale e culturale nel campo delle arti, attraverso la organizzazione di eventi, rassegne e corsi di formazione rivolti agli studenti, alle scuole, agli artisti e ai nuovi talenti e a persone con specifiche problematiche e agli ospiti delle case di cura, con attività volte a migliorare la vita della collettività e a contribuire alla costruzione di un futuro più sostenibile.

Il Mallé Talents si fa parte attiva nel creare costanti occasioni di scambio e di incontro negli ecosistemi territoriali, sviluppando percorsi di coinvolgimento di investitori sociali e soggetti attivi nel mondo dell’accoglienza e del terzo settore.


Più in dettaglio, questo è un progetto espositivo benefico, anticonvenzionale ed eclettico, che propone a cadenza annuale, una mostra di arte contemporanea scaturita dal desiderio di creare momenti coraggiosi d’impatto e di bellezza e capaci di emozionare e allo stesso tempo di sensibilizzare il pubblico su tematiche sociali rilevanti. Per l’arte contemporanea, la Mamo Educational Foundation ha scelto di supportare l’artista di origini capoverdiane, Arlindo Sousa Alves, la cui ricerca propone una riflessione sulle caratteristiche del fenomeno economico e sociale del consumismo, sulla sua interpretazione critica e sulla influenza esercitata sulla produzione artistica.”

Unione di terre lontane ma soprattutto di vissuto. Le quattro sale espositive si popolano soprattutto di figure femminili che rappresentano, in una società capoverdiana segnata dalla semplicità di vita, dalla povertà e dalle continue migrazioni degli uomini, un punto di riferimento fondamentale per l’educazione, la crescita e la trasmissione dei valori.

Le figure femminili, il mare, la flora, la fauna e il paesaggio, sono i soggetti che vengono proposti con l’utilizzo di materiali extrartistici per raccontare momenti di condivisione e di attesa. I segni, le linee, le forme, i materiali e i colori ricchi evocano un senso di comunità e bellezza senza tempo e tra i materiali particolarmente significativi vi è la polvere di metallo dal valore di pigmento grigio antracite che diviene una linea di contorno spessa e robusta, che rimanda invece ai cicli di lavorazione delle fabbriche del territorio valmairese dove Alves è stato impiegato per anni.

Accanto al metallo sono a volte compresenti le stoffe riciclate dalle vivaci tonalità, evocative della cultura tessile capoverdiana ma tratte dagli abiti dismessi e disponibili nel piccolo entourage dell’artista, che si avvale anche dei chicchi di caffè per creare una texture mosaicata con cui riempire le forme e nel contempo ricordare una delle produzioni più importanti dell’agricoltura di Capo Verde.

Durante l’inaugurazione della mostra, domenica sarà possibile incontrare l’artista e ascoltare direttamente da lui la narrazione della sua storia e conoscere la genesi creativa delle sue opere. Un’occasione unica per immergersi nel mondo di Arlindo Sousa Alves e scoprire come la sua arte trae le origini dal dialogo tra passato e presente, tra Capo Verde e l’Italia.

La personale “Storia di Materiali e Passioni. Arlindo Sousa Alves e lo scarto come arte”, è curata da Ivana Mulatero, direttrice del Museo Mallé e storica delle arti, e da Antonio Musiari, docente di storia dell’arte dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.

La mostra è sostenuta finanziariamente dalla Mamo Educational Foundation in collaborazione con il Museo Mallé, il Comune di Dronero, l’Accademia Albertina di Belle Arti e la Regione Piemonte. L’ingresso è libero e gratuito, rientra nel circuito Abbonamento Musei e resterà esposta fino al 27 ottobre.

Orari di visita: ogni sabato e domenica dalle ore 15 alle ore 19. Visite guidate e possibilità di aperture straordinarie infrasettimanali su prenotazione per singoli, gruppi e scolaresche. Sono inoltre in programma nel corso della mostra, eventi collaterali quali visite guidate, conferenze e laboratori.

Per informazioni: museo.malle@comune.dronero.cn.it  – 0171.291014 | 0171.908704 | 347 8878051.

Beatrice Condorelli