Parlando di strumenti musicali, il più antico e il più diffuso tra tutti è senza ombra di dubbio la voce, perché la voce è anche lo strumento più immediato, sempre fruibile e permette di fare musica in ogni momento ed in ogni dove. E da strumento rigorosamente monofonico qual è, nel momento in cui collabora con altre voci diventa polifonico e prende il nome di coro.
Ma il coro è un qualcosa di più di un semplice strumento polifonico, di un mero insieme di voci che creano armonia. Il coro è un sistema sociale a tutto tondo, nel quale ogni individuo partecipa a pieno titolo e con ugual valenza rispetto ad ogni altro componente, qualunque sia il suo livello culturale o status economico.
Nel coro il concorrere di tutti gli individui ad un fine artistico comune, utilizzando unicamente la dotazione di questo semplice strumento musicale, crea in ogni partecipante sensazioni ed emozioni di cui questo rimane in prima istanza sorpreso e poi appagato. Tutto il resto scompare in quegli istanti, e in taluni casi si ha addirittura la sensazione di aver raggiunto il sublime. E il prodigio si compie in ogni formazione corale, non importa quale sia il grado di competenza in ambito musicale dei suoi componenti. Un canto corale, qualunque esso sia, non solo un’esibizione di un coro professionistico su un palco operistico ma anche quello spontaneo nato intonato da tre amici attorno ad un tavolo imbandito, è un momento in cui ogni partecipante esprime arte e ne trae profonda soddisfazione e godimento.
Il miracolo dell’arte inebria e fa dimenticare al corista ogni difficoltà e ogni preoccupazione. Nei cori amatoriali che si ritrovano durante quelle due ore della prova settimanale, i problemi di ognuno rimangono chiusi fuori dalla porta e il fine ultimo di trovare accordo e armonia rende tutti misticamente consapevoli di essere una parte unica e fondamentale di un tutt’uno.
Un coro amatoriale offre a partecipanti anche del tutto privi di preparazione musicale di prendere parte ad un’esperienza avente insieme grande valenza culturale e sociale, oltre che essere innanzitutto appagante dal punto di vista emotivo.
Ed è proprio questa esperienza corale dilettantistica che Bramassiadas con quel suo titolo così ironico intende celebrare.
"L’avventura di Bramassiadas - scrive Fabrizio Simondi, Direttore Artistico - nasce nel 2023, da un’idea di noi Pradlevesi membri del locale comitato manifestazioni, e nella sua prima edizione coinvolge gruppi corali strettamente connessi alla valle Grana, vale a dire l’Escabòt, la Cevitou di San Pietro Monterosso e la Ciastella, della Valle Stura ma diretta da me. Per il grande successo riscosso abbiamo deciso di riproporre la manifestazione, mantenendo anche in questa seconda edizione - quest’anno in collaborazione con Occit’amo Festival - il focus sul patrimonio corale dell’area occitana, a partire ovviamente dalle nostre valli".
L’edizione 2024 del festival si articolerà interamente in un unico fine settimana, da venerdì 27 a domenica 29 settembre, con concerti e laboratori corali a cui potrà prendere parte chiunque lo desideri. Nel dettaglio, si comincia venerdì 27, quando alle ore 21 nella parrocchiale di Pradleves dopo la doverosa introduzione curata dall’Escabòt, che farà gli onori di casa, presenterà il suo repertorio il coro La Reis di San Damiano Macra. La Reis, nato nel 1989 dall’intraprendenza e la passione di alcuni cantori sandamianesi e diretto da Andrea Einaudi, nel corso degli anni è divenuto fiore all’occhiello della coralità cuneese e punto di riferimento per ogni coro della nostra provincia. Spiccano i suoi concerti in Italia e all’estero, l’organizzazione delle rassegne corali Chanto l’Outoumn e Chantem Mai e della particolarissima manifestazione divenuta ormai cult di Val Mairo Chanto, che portano ogni anno in valle Maira concerti corali di formazioni provenienti da tutta Italia, i 4 CD all’attivo.
La serata di sabato 28, stesso luogo e stessa ora, vedrà protagonisti i cantori del coro Eiminal della Valle Germanasca, diretti da Pierpaolo Massel. Nei canti di Eiminal, superbamente armonizzati da Pierpaolo, ecco emergere in tutta la sua grandiosità la storia, la tradizione e le vicissitudini della comunità delle valli valdesi del Piemonte, nella leggiadria e immediatezza dell’interpretazione dei coristi.
Eiminal è comunque non solo un coro, ma una realtà viva, vivace e punto di riferimento per l’intera valle, con la sua grande capacità di coinvolgimento dei giovani e il continuo lavoro di ricerca che i membri del gruppo, giovani e meno giovani, stanno instancabilmente portando avanti da quasi quarant’anni.
Parlando ancora di concerti, il pomeriggio di domenica 29 sarà la volta di una vera e propria chicca. Come dice il nome della formazione, ecco i funamboli dell’armonia, l’ensemble Balandrin di Nizza coordinato da Arnaud Galichet, uno spettacolo per intenditori, che sa mettere d’accordo in maniera sopraffina l’immediatezza del canto spontaneo e la raffinatezza di armonie sempre delicate e sorprendenti.
Ma il legante di tutti gli eventi sarà il laboratorio che Arnaud e i suoi coristi offriranno a tutti coloro che vorranno aderire nel pomeriggio di sabato 28 e/o nella mattina di domenica 29, offrendo ad ognuno l’esperienza di entrare a far parte di un coro che canterà alla moda del nizzardo, e avrà pure occasione di esibirsi in pubblico, introducendo i concerti del sabato e della domenica. Un’occasione d’arte, perché nelle nostre bramassiadas ognuno di noi diventa artista.
Presentazione a cura di Escabòt - Fabrizio Simondi
Secondo una visione un po' stereotipata - scrive Sergio Berardo, Direttore Artistico di Uvernada - , la cultura musicale delle terre d'Òc è esclusivamente legata alla danza popolare. Tanto da far coincidere addirittura il termine "occitano" con un genere di ballo. Ci sono il liscio, il sudamericano e, appunto, il non meglio specificato occitano. Sulle cause di quest'ottica pregiudiziale e riduttiva si potrebbero versare fiumi di inchiostro ma quel che secondo noi è importante sottolineare sta nel fatto che la ricchezza culturale di una piccola realtà come le nostre valli ha saputo creare in questi ultimi anni un'offerta diversificata in cui l'aspetto coreutico è soltanto il versante più evidente e affollato. La pratica vocale assume in questo panorama un ruolo molto importante. Le Valli cantano, e lo fanno bene. Per la prima volta il nostro festival si apre a un'iniziativa riservata alla coralità d'Òc, con una vetrina che darà modo all'ascoltatore di venire a contatto con alcune delle più belle realtà vocali dei due versanti alpini, con momenti di incontro, di condivisione, di ascolto, di apprendimento. Godiamoci, con Bramassiadas, un fine settimana in cui la musica occitana dimostrerà ancora una volta di avere tanto da dire e di saperlo offrire in quella molteplicità di forme che la rende una realtà unica e vitale, fiera della propria identità. Buona cantata a tutti.
Aspettando Uvernada
31 ottobre - 3 novembre 2024