Viabilità - 16 settembre 2024, 13:38

Verso Nizza in auto per il colle della Lombarda, un lettore: "Dovremmo imparare dai francesi"

Ezio Barp, riferimento del Comitato per la variante di Demonte e Aisone, non può che paragonare ciò che è stato fatto Oltralpe e ciò che non è (ancora) stato fatto in Valle Stura

Egr. Direttore

In occasione di una visita ai parenti in quel di Nizza, lo scorso sabato ho deciso di percorrere in auto il colle della Lombarda: da Pratolungo fino all’incrocio per il Santuario di S.Anna di Vinadio la strada è asfaltata, ma stretta e si restringe ulteriormente nel tratto che dal Santuario conduce al colle della Lombarda. Appena sconfinato in territorio francese ci si trova in un altro mondo: la strada asfaltata fino a Isola 2000 è larga il doppio di quella italiana; da Isola 2000 a St.Martin du Var la “route” è ampia nonostante ci si trovi in valli (quella della Tinèe in particolare) molto strette che ricordano la Valle Roja.

Nel tratto che da St.Martin du Var porta a St. Isidore le vie di comunicazione addirittura si moltiplicano: come si può vedere nelle due foto che ho scattato e che allego a questa mia, in un tratto di valle che definire largo meno di un quarto della piana di Demonte è eufemistico, i francesi hanno costruito due carreggiate differenti con due corsie per ogni senso di marcia: e quella che conduce verso Nizza è assai prossima al letto del fiume Var.

E allora mi viene in mente che una delle motivazioni per le quali una delle alternative della variante di Demonte venne scartata era che, per un brevissimo tratto, passava in prossimità al fiume Stura in “zona potenzialmente esondabile”, nonostante ci si trovi in una valle che in quei punti è arga qualche chilometro.

La domanda che pongo è la seguente: ma Italia e Francia non sono ambedue in Europa? Cosa è che non quadra e funziona in Italia? I francesi progettano una strada e poi la costruiscono, senza se e senza ma, pur nel rispetto del paesaggio e dell’ambiente.

Credo che chi di dovere, insieme a qualche “talebano ministeriale” che vive la salvaguardia dell’ambiente con fanatismo religioso, dovrebbe andare a studiare e “imparare il mestiere” in Francia.

E intanto gli abitanti di Demonte e Aisone continuano a vivere in condizioni disastrose, grazie all’incapacità e ottusità di chi, per le motivazioni ideologiche più bizzarre e pretestuose, si rifiuta di utilizzare l’elementare “buon senso”.

Ezio Barp

al direttore