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Storie di montagna | 15 settembre 2024, 07:13

STORIE DI MONTAGNA 129 - Francesca: una storia di cuore e formaggi

Vuoi sapere come tutto è iniziato? Si parte da Torino per arrivare ad Abrau

STORIE DI MONTAGNA 129 - Francesca: una storia di cuore e formaggi

Una storia tutta al femminile quella di oggi.
Siamo in Valle Pesio e qui ho conosciuto Francesca, una donna con una forza incredibile, una mamma single che con tenacia, forza e coraggio porta avanti l’attività di casara.

Vuoi sapere come tutto è iniziato?
Te lo racconto.

La mamma di Francesca è originaria del torinese, mentre suo papà è di Chiusa Pesio.
Pietro si trasferisce a Torino per questioni di lavoro e qui, negli uffici regionali, incontra sua moglie. Entrambi impiegati amministrativi iniziano la vita insieme in città
Nasce il primo figlio,un ragazzo speciale che necessita di attenzioni particolari e di aiuto per portare avanti la sua quotidianità e poi arriva Francesca.
Pensare al futuro di Paolo diventa una priorità per il papà di Francesca e così, certo che suo figlio possa avere una vita meno difficile fuori dalla città, caotica e spesso poco accogliente, cerca un modo per ritornare alle sue origini ed inizia a costruire una casa in una piccola frazione di Chiusa Pesio (CN) denominata Abrau.
Appena i ragazzi finiscono le scuole medie, nell’agosto del 1997, tutta la famiglia si trasferisce nel paese di origine del padre. Entrambi frequentano le scuole superiori.


Paolino frequenta la scuola Agraria, mentre Francesca si dedica allo studio delle lingue e frequenta il Liceo Linguistico.
In casa c’è un ragazzo speciale e spesso i genitori si preoccupano per il futuro e così, per garantire un mestiere al figlio, nasce k’azienda agricola dove vengono acquistate le prime capre e Paolo diventa il titolare e impara, insieme alla sua famiglia, a gestire questa impresa.

Francesca, finito il liceo, decide di tentare la strada dell’università, ma capisce che non è quella giusta e così inizia a lavorare presso un agriturismo dove resta per otto anni.
Finita questa lunga esperienza, diventa commessa presso un supermercato.
Una brutta delusione d’amore la porta però a scegliere di allontanarsi per staccare la spina da tutti e tutto e si trasferisce a Ceva, continuando il suo lavoro da commessa.

“Avevo bisogno di andare via, di ricominciare. La mia idea era quella di trasferirmi e di non tornare più indietro. Sono stati due anni lontana da casa, un periodo che mi è servito per dimenticare la mia delusione, ma che però, allo stesso tempo, mi ha fatto capire che non era il posto giusto per me!” mi dice Francesca ricordando quel periodo.

Si rende conto che il tempo passa e che i suoi genitori faticano sempre di più a stare dietro all’azienda di famiglia e, soprattutto, a Paolino che inizia ad avere bisogno di più aiuto. Decide di tornare a casa e propone a suo papà di entrare a far parte dell’azienda di famiglia.
Dopo un primo momento di caos, dove Francesca ha il desiderio di imparare il mestiere e il papà fatica ad insegnare, la strada sembra spianare.
Arriva la possibilità di gestire la Cooperativa Pascoli. L’azienda si allarga e subentra anche una parte di Vacche per l’alpeggio da cui si ricava il latte per fare il formaggio.
Si iniziano così a produrre i formaggi d’alpeggio che poi dovevano essere venduti.
Ecco che arriva per Francesca l’opportunità di trovare un modo concreto di far parte di questa azienda. Una parte del cascinale viene adibito a stagionatura e si costruisce anche un caseificio.


Insieme alla vendita, però, questa donna dalle mille risorse, inizia a provare a fare i primi formaggi. La sua è una produzione decisamente artigianale: il latte viene riscaldato in un grande pentolone di rame e crea il suo primo formaggio ovvero “il nostrale degli Abrau”.
Questa prima esperienza la entusiasma, e i riscontri positivi dati dalle vendite la incoraggiano a continuare. Inizia così a fare dei corsi per migliorarsi e creare sempre nuovi prodotti, sperimentando nuove tecniche casearie.

Oggi, come allora, Francesca continua a creare formaggi in modo artigianale. Ha creato il suo piccolo caseificio rurale dove crea, con passione e amore, ottimi formaggi.

Ora in azienda ci sono 250 capre, l'obiettivo è di specializzarsi in formaggi di capra, animali presenti in azienda tutto l’anno e di più facile gestione, confronto ai bovini.
Sentirla parlare, percepire la sua energia, vedere il suo impegno quotidiano per questo mestiere e saperla mamma single, sorella maggiore che accudisce con amore e aiuta suo fratello, è stata una lezione di vita.
Queste storie mi fanno capire che si può andare avanti sempre, comunque e nonostante tutto. Ho avuto il piacere di conoscere anche Paolino, un gigante buono, che con orgoglio mi ha mostrato le sue capre e con il tridente in mano aveva appena finito di distribuire il fieno.
Un ragazzo con il sorriso, tutelato in un ambiente semplice che, con il supporto di sua sorella, ha un futuro sereno.

Ci sono formaggi davvero speciali in questa azienda, stagionati e non. Tomette affiante nel Genepy e nella Lavanda.  Si possono trovare formaggi freschi e stagionati e l’ultima novità “La tometta di Paolino” un caprino spalmabile con un cuore di miele di castagno.

Se vuoi sapere di più sui formaggi di questa splendida donna segui la sua pagina facebook https://www.favebook.it/FrancescaAmbrogio oppure contattala per andare in caseificio al 331 4544505

“Per me, questo lavoro, non è solo un mestiere. Io quando inizio a creare con il latte dimentico i pensieri cattivi ed entro nel mio piccolo grande mondo. Sono felice, anche nelle giornate in cui i problemi sembrano sovrastare la vita, qui trovo la pace e mi rendo conto di aver fatto la scelta giusta!” queste sono le parole di Francesca che fanno capire quanto cuore c’è nei suoi prodotti.

Cinzia Dutto

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