In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».
Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà» (Mc 8,27-33).
Oggi, 15 settembre, la Chiesa giunge alla XXIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno B, colore liturgico verde).
A commentare il Vangelo della Santa Messa è don Luigi Maria Epicoco, docente incaricato di antropologia filosofica alla Pontificia Accademia Alfonsiana e alla Pontificia Facoltà Teologica Teresianum.
Amore, vita, valori, spiritualità sono racchiusi nella sua riflessione per “Schegge di luce, pensieri sui Vangeli festivi”, una rubrica che vuole essere una tenera carezza per tutte le anime in questa valle di esilio. Pensieri e parole per accendere le ragioni della speranza che è in noi.
Eccolo, il commento.
Se qualcuno ci domandasse a bruciapelo «Chi è Gesù per te?», cosa risponderemmo? Forse anche noi abbiamo un po’ le idee confuse e magari diremmo di Gesù tante cose buone, ma non proprio quelle giuste. Magari lo penseremmo come un aiuto, come una protezione, come uno che ci indica strade di vita possibili, e molte altre cose simili. Ma in ultima analisi Gesù è il Cristo, così come afferma Pietro, cioè il nostro Salvatore, colui che salva la nostra vita. La cosa drammatica che però il Vangelo di oggi annota, consiste nel fatto che nonostante Pietro risponda correttamente, la sua mentalità è completamente lontana da quella risposta giusta: “Gesù cominciò a insegnar loro che il Figlio dell’uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare. Gesù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: «Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini»”.
Se accetti che Gesù è il Messia, devi accettare anche la modalità che Egli ha scelto per esserlo. E questa modalità è la debolezza, è la Croce. Noi vorremmo un Messia che ci tolga la debolezza, i problemi, e la Croce. Egli invece ci salva proprio attraverso di essi, ma a patto di accoglierli e di viverli insieme con Lui. È questa la lezione che Pietro deve imparare, e fino ad allora è solo un povero diavolo che deve rimettersi in carreggiata, perché “non pensa secondo Dio, ma secondo gli uomini”.