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Attualità | 14 settembre 2024, 12:40

Il ruolo della stampa locale nell’epoca dell’Intelligenza artificiale: incontro a Dronero promosso dall'Ordine dei giornalisti

A conclusione dell’importante mostra temporanea “Un giornale, un paese: ritratto di Dronero e della Valle Maira nelle pagine de Il Drago", visitabile ancora oggi e domani presso il Museo Mallé

Il ruolo della stampa locale nell’epoca dell’Intelligenza artificiale: incontro a Dronero promosso dall'Ordine dei giornalisti

“Vi do il benvenuto nel paese del Drago”. Ha esordito l’assessore Carlo Giordano, portando i saluti di tutta l’amministrazione comunale.

Il Cine-Teatro Iris di Dronero ha ospitato ieri pomeriggio, venerdì 13 settembre, un importante corso formativo promosso ed organizzato dall’Ordine dei Giornalisti del Piemonte in collaborazione con Museo Mallè, Comune di Dronero, Associazione “Il Drago” e Centro Studi sul Giornalismo “Gino Pestelli”, dal titolo “Un giornale, un paese: il ruolo della stampa locale nell’epoca dell’IA”.

Una giornata davvero importante, coordinata nei vari interventi e passaggi Mario Bosonetto, consigliere tesoriere Ordine dei Giornalisti del Piemonte e giornalista de La Stampa. Aperta a chiunque e non soltanto per i giornalisti al fine dei crediti formativi, si è posta a conclusione dell’importante mostra temporanea “Un giornale, un paese: ritratto di Dronero e della Valle Maira nelle pagine de Il Drago", visitabile ancora oggi e domani presso il Museo Mallé.

Presente sul palco la sua direttrice, storica delle arti nonché giornalista Ivana Mulatero, la quale ha innanzitutto espresso grande soddisfazione per la realizzazione, per il secondo anno consecutivo, di un corso di formazione a Dronero promosso dall’Ordine dei Giornalisti del Piemonte. Il museo è un gioiello d’arte, il lascito per l’intera comunità da parte di Luigi Mallé il quale, proprio come la Mulatero, è stato direttore (dei Musei Civici di Torino), storico dell’arte e scrittore. Un file rouge che collega queste due personalità, accumunate da un attento ed appassionato sguardo sulla realtà circostante.

Al Mallé la mostra dedicata a Il Drago è stata proprio questo: cogliere anche sotto il profilo artistico un qualcosa che ha rappresentato e rappresenta tutt’oggi non soltanto un pezzo di storia ma soprattutto l’identità dei droneresi.Da quel nascere proprio in un’osteria al compiere quest’anno i suoi primi 55 anni.

Il Drago, con presente in sala il suo direttore Sergio Tolosano, nel suo essere una testata locale e soprattutto nell’aver vissuto i cambiamenti legati alla digitalizzazione con la crisi della carta stampata, ha aperto un importante dibattito sull’essere giornalisti oggi e sul ruolo dell’intelligenza artificiale.La professionalità, l’etica e la responsabilità sono i valori che ha sottolineato Roberto Moisio, giornalista ed autore della ricerca “Piccole vedette piemontesi” sulla stampa locale piemontese. Secondo lui si è passati non soltanto ad una digitalizzazione, con una crisi della carta stampata ed al contempo una tenace volontà e resilienza da parte delle testate, ma ad una perdita del contatto tra giornalista e lettore, nonché quindi di credibilità data al professionista: “Ora con un click si trova di tutto - ha detto - sul web ci sono moltissime notizie false. Nelle piccole realtà e con la carta stampata, il lettore sapeva che il tale giornalista, che peraltro conosceva, andava, verificava i fatti e poi scriveva. C’era insomma affidabilità, la gente sapeva che raccontava la verità”.

Ma davvero l’affidabilità, l’etica e la professionalità sono collegate alla carta stampata? Cristina Mazzariello, consigliera dell’Ordine dei Giornalisti e giornalista di TargatoCn, ha sottolineato quanto esse non siano valori che riguardano soltanto il giornalista della carta stampata ma anche il professionista dell’online, anch’esso per altro conosciuto nelle realtà locali. Una conoscenza ed una fiducia da parte delle persone che non è collegata al fatto di scrivere su un giornale cartaceo (anche perché ci possono essere anche lì notizie false) ma al modo di lavorare del giornalista, ossia a quel saper essere unito al saper fare che fa la differenza e di cui la gente si accorge.

Così il problema importante della crisi del cartaceo, con peraltro molte edicole che chiudono (a Novara per esempio si è riscontrata una diminuzione del 50%), non ha escluso altri problemi altrettanto importanti, come infatti quello di dare valore ad una notizia scritta online riconoscendo allo stesso modo del cartaceo il lavoro del giornalista. In più oggi, a parte i giornali nati online, la maggior parte delle testate pur mantenendo  la carta stampata, hanno scelto di aprire il proprio sito internet piuttosto che i canali social.

Un cambiamento, quello della digitalizzazione, di cui hanno portato esempio Alberto Gedda, direttore de Il Corriere di Saluzzo, e Walter Lamberti, direttore de La Fedeltà. Entrambe le testate sono nate come giornali cartacei e, sia Gedda che Lamberti hanno sottolineato l’importanza di reinventarsi e cogliere al meglio le sfide degli ultimi anni.

I direttori, infatti, non hanno soltanto raccontato ognuno la storia della propria storica testata, ma sottolineato come le opportunità risiedano nella consapevolezza del tempo presente unita alla capacità di puntare al futuro, riorganizzando anche il lavoro dei vari collaboratori giornalisti.

“Viviamo in una società che desidera essere informata”. Dati davvero importanti sono stati presentati da Alessandro Monetti, giornalista, direttore responsabile della rivista semestrale QG- Quaderni Giolitti, edita dal Centro Giolitti di Dronero. Il suo è stato un intervento capace non soltanto di spiegare nel dettaglio il cambiamento degli ultimi anni ma soprattutto di scardinare errate credenze, mostrando per esempio i dati che indicano come la maggior parte delle persone che si affidano all’online per reperire notizie siano quelle con più di 50 anni di età.

Anche il Drago, con le sue 1100 copie mensili ed i 700 abbonati ha attive le pagine social. Alla conseguente digitalizzazione i giornalisti Mazzariello e Lamberti hanno sottolineato come sia già entrata in campo l’intelligenza artificiale e quanto sia importante gestirla al meglio, affinché non si sostituisca al giornalista ma diventi per lui un utile supporto. Un uso quindi regolamentato e soprattutto consapevole.

Una chiarezza sull’intelligenza artificiale è stata possibile grazie al giornalista Massimo Monetti. Ingegnere elettronico, titolare dei Corsi di Ipermedia ed eCommerce presso il Politecnico di Torino ha portato a conoscenza il lavoro dei professor emerito Marco Mezzalama, Sistemi di Elaborazione presso il Politecnico di Torino, nonché sempre a Torino vicepresidente dell’Accademia delle Scienze e presidente della Fondazione Links-Politecnico. Da quel 1898 a Torino con l’inaugurazione del tranvai elettrico gestito dalla Società dell'Alta Italia al processo sempre più rapido dell’intelligenza artificiale, senza tralasciare interessanti riflessioni sulle reti neurali, l’intervento di Monetti ha sottolineato l’importanza decisionale dell’uomo nel gestire al meglio questo strumento, soltanto conoscendo rischi e potenzialità.

Beatrice Condorelli

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