Politica - 14 settembre 2024, 17:15

Da Pian della Regina, Calderoli rilancia l’autonomia e l’elezione diretta per la Provincia nel 2026

Lo stato maggiore piemontese e cuneese fa quadrato sui temi-faro del partito lasciando intendere di voler tornare a porre attenzione alle origini. Esattamente 28 anni fa il primo rito celtico-padano di Bossi alle sorgenti del Po

Le fila sono andate assottigliandosi negli anni, ma l’appuntamento ai piedi del Monviso è ancora sempre ritenuto importante dalla Lega piemontese e cuneese.

“Un militante leghista – ha spiegato Roberto Calderoli, uno degli ultimi della vecchia guardia ad essere rimasto in campo – deve almeno una volta nella sua vita salire qui. Perché è qui – ha osservato – che tutto è cominciato esattamente 28 anni fa”.

Sul palco, prima che arrivasse il ministro delle Regioni e delle Autonomie reduce da una brutta influenza, a scaldare i motori il senatore e segretario provinciale Giorgio Bergesio, il segretario piemontese e capogruppo a Montecitorio Riccardo Molinari e l’assessore regionale alle Infrastrutture Enrico Bussalino.

Bergesio e Bussalino hanno posto l’accento sulla necessità di imprimere un’accelerazione ai nodi infrastrutturali che ancora penalizzato la Granda, a partire dal Tenda, per arrivare all’autostrada Cuneo-Asti, passando per le circonvallazioni di Demonte e Mondovì.

“L’importante delega che ricopriamo in Regione – ha detto tra l’altro Bergesio – facendo asse col governo dove abbiamo analoghe competenze con Salvini per quanto concerne Trasporti e Infrastrutture, ci rende ottimisti sul fatto che presto questi nodi possano essere sciolti”.

Il leit motiv della mattinata leghista a Pian della Regina è stata comunque l’autonomia differenziata, tema sul quale la Lega gioca tutte le sue carte.

“Siamo riusciti a far approvare nei primi due anni della legislatura una legge che non era scontata. Non lo era – ha detto Molinari – per la sinistra che continua ad affrontare la questione in termini ideologici, ma nemmeno per i nostri partner di coalizione, a partire da quello che, avendo la fiamma nel simbolo, ha ovviamente una storia e una visione diversa dalla nostra. Una legge – ha ancora aggiunto il capogruppo alla Camera – che non fa altro che dare attuazione a ciò che è scritto nella Costituzione. Per questo non comprendiamo le barricate della sinistra che ipocritamente ora la contrasta dopo averne fatto per altro in passato, a fase alterne, una sua battaglia”.

E poi un monito ai militanti: “Se mai ci fosse il referendum, dovremmo farci trovare preparati e andare all’attacco con determinazione contro i nostri avversari ma, al contempo, esigere anche solidarietà dai nostri alleati di governo che su questo tema, ogni tanto, sembrano vacillare”.

L’intervento più atteso, quello del ministro Calderoli, arrivato insieme alla moglie Gianna Gancia, non ha deluso la platea.

“Se non ci fosse stato Bossi e se, quasi 30 anni fa, non ci fossero stati 4 milioni e mezzo di padani che avevano chiesto la secessione – ha detto il ministro esordendo - oggi non saremmo qui a parlare di autonomia differenziata”.

Calderoli si è detto determinato ad andare fino in fondo, sostenendo che, a suo avviso, appare improbabile che la Corte suprema conceda il referendum, “considerato – ha osservato – che l’hanno chiesta 15 su 14 regioni”.

Ha bollato come “balle” le critiche della sinistra a proposito del venir meno della solidarietà tra le regioni.

“E poi nessuno è obbligato ad accettarla. Per chi non la vuole – ha puntualizzato - le cose proseguiranno come prima, ma almeno avremo finalmente una tracciabilità rispetto a chi non fa pagare tasse e multe facendo leva sul voto di scambio”.

Calderoli ha anche ascritto a merito suo e della Lega l’abolizione del limite dei mandati per i piccoli Comuni e la legge sulla montagna che ridà fiato, con concreti finanziamenti, a chi in questa realtà vive e lavora.

E una promessa finale: “Dopo i disastri della legge Del Rio nel 2026 torneremo direttamente a votare per il presidente della Provincia e per i consiglieri espressione dei territori. Su questo tema – ha annunciato - sto allargando il dialogo e ho già dei positivi riscontri anche dal campo avverso, da Alleanza Verdi e Sinistra, al partito di Calenda, fino al Pd”.

Ad organizzare l’evento, in tutte le sue articolazioni, l’ex consigliere regionale saluzzese Paolo Demarchi, vicesegretario provinciale, cui la platea ha tributato un applauso di ringraziamento.
           

GpT