Attualità - 13 settembre 2024, 07:12

Un progetto di cultura ed educazione alimentare: “Dall’ospedale di Verduno alle scuole di Alba e Bra”

Cloè Dalla Costa, direttore della struttura complessa di nutrizione clinica e disturbi del comportamento alimentare dell’ospedale di Verduno, racconta l’evoluzione del progetto ABcibi nato nel nosocomio e ora esportato come “modello virtuoso”

La dottoressa Cloè Dalla Costa, a capo della struttura complessa di Nutrizione Clinica e Disturbi del Comportamento Alimentare dell'ospedale di Verduno

Da diversi anni la Fondazione Ospedale Alba- Bra e l’Asl Cn2 hanno manifestato attenzione all’educazione alimentare, attraverso un progetto finalizzato alla ristorazione di qualità nell’ospedale di Verduno. Ora l’asticella si alza e l’iniziativa si allarga, e insieme ai comuni di Alba e Bra, il nuovo step è pensato per le mense scolastiche: un primo passo verso un modello virtuoso e sostenibile. Ne abbiamo parlato con Cloè Dalla Costa, direttore della struttura complessa di nutrizione clinica e disturbi del comportamento alimentare dell’ospedale di Verduno.

 

Quest'ultima iniziativa fa parte di un percorso ben definito

"Ci sono stati negli anni diversi progetti nell'ottica di una nuova politica del cibo. Nel 2022 è nato nell'ospedale di Verduno ABCibi, un progetto promosso dalla Fondazione Ospedale Alba Bra con l’Asl Cn2, con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e la collaborazione della Regione Piemonte... . L'obiettivo era quello di puntare su una ristorazione di eccellenza, sostenibile e legata al territorio, fruibile dai pazienti e dipendenti, svolgendo contemporaneamente iniziative per promuovere la cultura alimentare come strumento di sensibilizzazione".

Il nostro territorio ha poi una vocazione gastronomica molto importante.

"Abbiamo partecipato concretamente a livello regionale alla stesura delle nuove proposte operative sulla ristorazione collettiva, che verranno presentate il 20 settembre, nel Grattacielo della Regione Piemonte. Un capitolo sarà dedicato alla ristorazione ospedaliera e assistenziale, e una parte riguarderà la ristorazione scolastica".

Quindi, la vostra esperienza ospedaliera ha fatto da apripista.

"La nostra esperienza ha avuto un grande impatto territoriale e abbiamo deciso di esportare un modello. Come si vedrà lunedì, nel corso dell'inaugurazione dell'iniziativa, si tratta del punto di arrivo dei lavori svolti nell'ultimo anno per raggiungere una nuova fase".

Quali sono i luoghi scelti per il progetto?

"Abbiamo scelto la cucina della scuola primaria Edoardo Mosca, una mensa interna che serve tutto il comune di Bra e la mensa dietro la scuola di via Fratelli Ambrogio, che si occupa di Alba. Abbiamo deciso di utilizzare due modelli diversi per lo stesso progetto".

E cosa avete portato qui?

"Abbiamo promosso 'sensibilizzazione' in mensa con messaggi grafici, colorati, con lo stesso font che avevamo utilizzato nell’ospedale di Verduno. E abbiamo cercato di portare cultura nella lotta alla malnutrizione, sia per eccesso, pensando e comunicando un'alimentazione che andasse a combattere l'obesità, ma anche occupandoci dell'opposto, una malnutrizione per difetto, che è sempre più comune tra i ragazzi, come dimostrano gli aumenti dei disturbi dell'alimentazione”.

La campagna di comunicazione ha veicolato diversi messaggi.

"Si parte da cosa i ragazzi devono mangiare, ma si parla anche dell'importanza di nutrirsi adeguatamente, dell'importanza di crescere, di variare e sentirsi bene nella diversità del proprio corpo. Una grande attenzione alla body positivity, al benessere psicologico dei ragazzi, che passa anche attraverso l'alimentazione". 

Si tratta di un progetto ad ampio respiro.

"Vuol essere un primo passo verso l'inizio di un processo virtuoso, di una ristorazione scolastica concretamente sostenibile, dove per sostenibilità si intende l'adeguatezza sociale, ambientale ed economica. E tutto questo al fine di ottenere un concreto risultato nella salute del nostro territorio, dove per salute si intende la salute di tutti i sistemi".

Una parte importante del progetto ha riguardato l'istituzione preliminare di focus group di genitori e ragazzi, cosa è emerso?

"Tra i genitori è emersa una significativa attenzione nell'educazione alimentare dei figli e ancora una grande importanza dell’attività del cucinare. Si cerca di cucinare comunque piatti semplici, poco processati, genuini".

Tra i più giovani cosa vi ha stupito?

 

"La curiosità al cambiamento e l'apertura all'idea di assaggiare delle cose nuove legate anche a tradizioni diverse. Molti ragazzi sono molto più disponibili a provare dei piatti diversi rispetto agli adulti e a considerare come tradizione una cosa che invece magari non appartiene realmente alla loro storia".

Daniele Vaira