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Cronaca | 12 settembre 2024, 12:58

Processo Tenda Bis: chiesti dal Comune di Limone Piemonte e dal Ministero oltre 25 milioni di danni

Alle battute finali l'ultimo troncone del processo, rimasto in piedi a Torino, che inizierà a prescriversi dal novembre prossimo. Le accuse ai 15 imputati, per cui la Procura ha chiesto la condanna, vanno, a vario titolo, dalle frodi allo Stato in pubbliche forniture all'attentanto ai pubblici trasporti

Il cantiere odierno del tunnel di Tenda

Il cantiere odierno del tunnel di Tenda

L’ultimo troncone del processo Tenda Bis, quello relativo alle presunte frodi allo Stato in pubblica fornitura in corso al tribunale di Torino, è una sfida contro il tempo già persa a tavolino: i termini della prescrizione hanno iniziato a decorrere già nel 2017 e il 24 novembre prossimo, tre giorni dopo l’udienza fissata per le ultime arringhe difensive, inizieranno per alcuni capi d’accusa a spiegare i loro effetti. Il risultato sarà una sentenza di non luogo a procedere.

Nei mesi scorsi, la Corte di Appello di Torino ha pronunciato l’assoluzione di tutti e cinque gli imputati per i furti di materiali avvenuti sul cantiere tenda di Limone Piemonte nel 2017. In piedi, per una questione di competenza territoriale, è rimasto il fascicolo relativo ad alcune presunte frodi in pubbliche forniture, falsificazioni sulle certificazioni SAL (avanzamento stato dei lavori), truffa ai danni dello stato e attentato ai pubblici trasporti.

Gli imputati sono 15 e di questi, cinque erano già stati giudicati e condannati a Cuneo e poi assolti in secondo grado. Pronuncia, quest’ultima, che, senza entrare nel merito, riqualificando i “furti” in “appropriazione indebita”, reato procedibile solo su querela di parte ma che, in questo caso, non era stata formalizzata, aveva demolito l’impianto accusatorio di un’inchiesta durata più di sette anni. Ad essersi costituiti parte civile sono il Comune di Limone Piemonte, l’Anas e il Ministero dei Trasporti.

Il motivo per cui questo fascicolo si trova a Torino risiede nel fatto che le certificazioni dello stato di avanzamento dei lavori del tunnel erano state qui datate e sottoscritte e dunque, anche i reati connessi alla presunta falsificazione sulle certificazioni, quali truffe e le frodi, si sarebbero concretizzate nel capoluogo piemontese.

Nella giornata di ieri, mercoledì 11 settembre, nella lunga requisitoria del pubblico ministero Chiara Canepa (già titolare a Cuneo del fascicolo prima che ottenesse il trasferimento al Bruno Caccia) è stata chiesta la condanna di tutti e quindici gli imputati. Secondo il magistrato “lavori eseguiti male” chiama “frode allo Stato”. A sostegno delle sue accuse le intercettazioni telefoniche che sono state rilette in aula di fronte alla giudice Maria Grazia Locati. Le richieste in punto pena vanno dai 7 ai 6 anni di reclusione più le pene pecuniarie.

Lo Stato francese, così come la Provincia di Cuneo, non hanno partecipato al processo come parti civili. Ad aver avanzato una richiesta di 25milioni di euro di risarcimento è stato il Ministero dei trasporti, in coda il Comune di Limone Piemonte che ha quantificato e chiesto 900.000 euro di danni.

Alle prossime udienze - già fissate per il 26 settembre, il 22 ottobre e il 21 novembre - si ascolteranno i responsabili civili e le arringhe dei difensori degli imputati. Le udienza per repliche e sentenze verranno fissate nell’anno nuovo. Come detto già sopra, la prescrizione per alcuni capi di accusa inizierà a spiegare i propri effetti di improcedibilità già nel novembre prossimo e, come un effetto domino, continuerà il 20 gennaio 2025, il 22 aprile 2025, terminando nel 2026.

CharB.

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