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Attualità | 11 settembre 2024, 20:15

“Le mie ferie impegnate da volontario Cri all'hotspot di Lampedusa”

L'esperienza di Luca di Giacomo, 42 anni di Borgo San Dalmazzo, per due settimane a supporto logistico nell'accoglienza migranti: “Non vieni qua per vedere uno zoo. È una lezione di vita. Lampedusa è un simbolo di speranza”. L'appello ai giovani: “Entrate in Croce Rossa, non ve ne pentirete”

Luca Di Giacomo, volontario CRI, per due settimane in missione a Lampedusa

Luca Di Giacomo, volontario CRI, per due settimane in missione a Lampedusa

La sua vita incarna i valori della Croce Rossa Italiana. Luca Di Giacomo, di Borgo San Dalmazzo, da dieci anni volontario per la CRI di Cuneo, ha scelto di fare le ferie in missione a Lampedusa.

Niente sole, spiaggia e neanche mare. Da venerdì 23 agosto a venerdì 6 settembre ha prestato il servizio come volontario all'hotspot dell'isola.

Luca di Giacomo era l'unico volontario in missione da Cuneo. Perché questa scelta?

Dedicare le proprie vacanze a un'esperienza di volontariato dà un senso più profondo al tempo libero. Invece di vedere le ferie solo come un momento di relax, fare qualcosa di utile e altruista può arricchire emotivamente e mentalmente, offrendo un'esperienza che lascia un segno duraturo.

Dal 1° giugno 2023, Croce Rossa gestisce l’hotspot di Lampedusa e ha dato la possibilità ai volontari di tutta Italia di supportare i dipendenti del centro. Centinaia di volontari hanno prestato servizio prima di me. Io mi sono candidato e sono stato scelto in base alle necessità.

Nella vita mi occupo di produrre energia da fonti rinnovabili, cercando di fare la mia parte per il benessere nel mondo: diminuire e compensare l'impronta di carbonio che l'uomo lascia”.

Una forte consapevolezza a livello ambientale. E la scelta di fare delle ferie impegnate. Come era la giornata tipo da volontario a Lampedusa?

In funzione delle proprie qualifiche, il volontario può occuparsi di molte attività necessarie al funzionamento del centro.

La sveglia poteva essere anche molto presto, dato che alcune attività per i volontari iniziavano già alle 5 del mattino, e il fine servizio poteva terminare anche molto tardi la sera.

Durante il turno venivamo avvisati di uno sbarco previsto a una certa ora, in un determinato posto. A seconda dell’attività che stavamo svolgendo in quel momento, ci dividevamo in squadre: alcuni si recavano sul luogo con un mezzo carico di generi alimentari e acqua, altri con una macchina e un mediatore a bordo, e altri ancora con i pulmini per il trasferimento dal punto di sbarco al centro.

Quando non eravamo impegnati nel supporto delle attività di sbarco, dedicavamo il nostro tempo alla preparazione dei kit contenenti abiti, ciabatte, materiale intimo e per igiene personale, oppure alla creazione dei 'sacchetti nave o aereo', contenenti i generi alimentari necessari per affrontare il viaggio di trasferimento dall’isola alla penisola.

Erano previsti fino a tre trasferimenti al giorno. Arrivavamo per primi al molo o all’aeroporto per predisporre tutto il necessario e accogliere le operazioni di imbarco. Allestivamo l’area di partenza montando gazebo per permettere l'attesa dell’imbarco al riparo da sole e pioggia. Una volta ricevuto nulla osta alla partenza, distribuivamo i sacchetti nave o aereo, una bottiglia d’acqua e un sorriso, augurando il meglio alle persone per la loro nuova vita.

È stata dura, eravamo sudati e sporchi tutto il giorno, ma l'ho fatto con grande piacere, e non l’ho sentito come un peso”.

Come funziona l'hotspot di Lampedusa? È un luogo difficile come molti credono?

L'organizzazione dell’accoglienza nel campo è gestita dalla Croce Rossa e funziona molto bene. Essendo situato su una delle principali rotte migratorie verso l'Europa, l'hotspot di Lampedusa è costantemente in una situazione di emergenza, dovendo affrontare ondate improvvise di arrivi, spesso in condizioni critiche. Tutto è organizzato secondo protocolli precisi, nulla è lasciato al caso.

All’interno del campo operano diverse figure: i responsabili e i referenti del centro, mediatori culturali, addetti alle cucine, magazzinieri, addetti alle pulizie, psicologi, operatori RFL (Restoring Family Links), e molti altri. Tutti lavorano con grande spirito di umanità e gentilezza, e il confronto costante tra i membri del team permette di mantenere un flusso di lavoro estremamente coordinato e fluido.

Da giugno 2023 a maggio 2024, l’hotspot ha accolto 94.290 persone in 2.264 eventi di sbarco. I migranti arrivano spesso stanchi, disidratati e talvolta ustionati dall’acqua di mare e dagli idrocarburi. Vengono immediatamente medicati e ricevono il primo supporto necessario. I casi sanitari gravi vengono evacuati tempestivamente con elicottero verso ospedali più attrezzati. Tra i migranti ci sono anche donne incinte, bambini piccoli e persone disabili o particolarmente vulnerabili.

Al momento dello sbarco, dopo un primo triage sanitario, offriamo loro una brioche, un succo di frutta, dell’acqua e, se necessario, una coperta o una metallina. Alcuni arrivano bagnati fradici perché recuperati dall'acqua. Successivamente, vengono trasferiti su pulmini verso il centro, distante pochi minuti, dove hanno a disposizione altro cibo e acqua, una doccia e indumenti puliti. I mediatori forniscono anche loro informazioni su dove si trovano e su come contattare i loro cari per far sapere che sono arrivati, vivi.

Il processo di pre-identificazione e identificazione è gestito da altri enti, e la Croce Rossa non ha un ruolo attivo in queste attività legali e burocratiche. Nei giorni successivi, i migranti vengono trasferiti principalmente via nave verso Porto Empedocle, dove vengono smistati nei centri di accoglienza straordinari o, nei casi previsti, rimpatriati”.

Cosa lascia un'esperienza del genere?

Lampedusa non è solo un'isola in mezzo al Mediterraneo. È un simbolo di speranza: qui arrivano persone che affrontano la sfida del mare, fuggendo da guerre e persecuzioni. Chi opera all’hotspot si impegna a diventare per loro un ponte tra la vita che lasciano alle spalle e il futuro, in una ricerca di serenità, quella che tutti si meritano. Sono persone disperate, per le quali era impossibile continuare a vivere nei loro Paesi.

La nostra è una missione umanitaria, ma è anche un'opportunità di crescita personale. Ti apre gli occhi su tante cose, mettendoti a confronto con persone che portano con sé storie difficili, con le quali puoi parlare e confrontarti. È un ambiente multiculturale, dove devi essere attento a chi hai di fronte: ognuno ha i propri tempi e modi.

Questa esperienza ti arricchisce profondamente come volontario, ma è anche molto formativa dal punto di vista professionale. Non vieni qui per osservare come in uno zoo. È una lezione di vita che ti spinge a superare pregiudizi e paure. Qui li superi, e impari a comprendere cosa significhi la speranza per chi è in cerca di una vita migliore. È stato profondamente impattante dal punto di vista umano, un'esperienza di crescita personale incredibile”.

E tutto grazie alla Croce Rossa. Come è cambiata la tua vita da quando sei volontario?

Sono entrato in Croce Rossa piuttosto tardi, quando avevo già 32 anni. Ne ho sempre avuto il desiderio ma ho sempre pensato di non essere all’altezza. Conoscendo poi altre persone che sono entrate a far parte di questa associazione, mi sono lasciato convincere a partecipare ad un corso di accesso e mi sono innamorato di questo mondo di persone straordinarie.

A Cuneo mi occupo di emergenza sanitaria: faccio servizio in ambulanza, assistenza alle manifestazioni e attività di formazione. Da poco sono entrato in contatto con l’ambito umanitario.

Spesso si pensa alla Croce Rossa solo come all'ambulanza che fa 'nino nino', ma è molto di più. L’associazione ha un catalogo di oltre 240 corsi, che permettono ai volontari di scegliere l'ambito in cui operare, valorizzando le loro competenze e inclinazioni personali. Questo ampio ventaglio di opportunità consente a ciascuno di trovare il proprio modo di fare la differenza, dall'emergenza sanitaria alla protezione civile, fino al sostegno delle persone più vulnerabili.

Diventare volontario mi ha fatto crescere personalmente e mi ha reso più consapevole delle difficoltà che molte persone affrontano. Ho sviluppato nuove competenze, incontrato persone con i miei stessi valori e superato paure e pregiudizi, aumentando la mia fiducia. Ho capito che la vera differenza la fa l’atteggiamento con cui si affrontano le sfide della vita”.

 

E poi c'è l'attività di formazione ai nuovi volontari. A settembre partirà un nuovo corso. Se dovessi fare un appello ai giovani?

Ripongo molta fiducia nei giovani. Hanno una spiccata sensibilità, come dimostra l’attenzione che dedicano alla tutela del clima.

Il mio appello è semplice: siate curiosi e partecipate ai corsi per diventare volontari. Vi darà tanto e vi permetterà di vivere esperienze uniche, conoscendo persone straordinarie. Anch'io, di base timido e introverso, ho intrecciato relazioni che mi hanno cambiato.

Insomma, in Croce Rossa vi aspettiamo a braccia aperte. Registratevi sul portale Gaia. Non ve ne pentirete!”

Cristina Mazzariello

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