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Attualità | 11 settembre 2024, 11:44

Deserta l'asta per l'acquisto del 'Michelotti', nessun colpo di scena per il recupero dell'ex ospedale di Mondovì

L'edificio, composto da due blocchi, è parte dell'ex nosocomio Santa Croce. L'AslCn1, proprietaria, lo ha messo in vendita, ma non sono pervenute offerte

Il padiglione "Michelotti"

Il padiglione "Michelotti"

È andata deserta l'asta pubblica per la vendita del "Michelotti", padiglione dell'ex ospedale Santa Croce di Mondovì Piazza, proprietà dell'AslCn1.

Nessuna offerta è stata presentata all’azienda sanitaria, come è stato verbalizzato nell’assemblea, che si è tenuta lo scorso venerdì 6 settembre presso la sala riunioni dell’ospedale di Savigliano. 

Come anticipavamo, alle trattative non ha preso parte la Provincia di Cuneo, che avrebbe voluto inserire l'immobile in un progetto per ridisegnare l'assetto delle scuole superiori a Piazza. Troppo onerosa la cifra richiesta per lo stabile (che sarebbe stato acquistato, abbattuto e ricostruito, ndr).

La base d'asta, infatti, partiva da 1 milione e 235mila euro, un prezzo considerevole per l'immobile, composto da due blocchi, che non è sottoposto a vincoli da parte della Soprintendenza dei beni culturali, a differenza del "Gallo", ma - in base al nuovo piano regolatore cittadino - sorge in un'area destinata ad ospitare servizi e che, dunque, non potrebbe essere utilizzata per edifici residenziali, ricettive o attività commerciali. 

Al momento si accantona così la speranza per scrivere, almeno in parte, una nuova pagina per uno dei numerosi 'contenitori' vuoti presenti a Piazza - proprietà di diversi enti - e per i quali l'unica certezza è il degrado.

Qualche piccolo passo c'è stato: si pensi al rifacimento del tetto dell'ex Teatro sociale, ora aperto al pubblico attraverso un percorso turistico realizzato dal Comune, (anche se non sono previsti ulteriori interventi di recupero), alla casa delle associazioni in via delle Scuole nei locali dell'ex scuola di musica o alla Madonnina - dove ora sono in corso lavori per realizzare alloggi di pregio.

Resta intanto il rammarico per l'ex ospedale, vuoto dal 2010, così come per il "Cottolengo", chiuso nello stesso anno e per il quale sembrava esserci un progetto nel 2022, la ex Caserma Galliano per la quale l'amministrazione ha intrapreso un dialogo con il Demanio per creare la "Cittadella delle arti" o la Caserma Durando, acquistata da privati ma dove non sono al momento in corso lavori o la Chiesa di Santa Chiara, chiusa da anni e al momento in agibile, solo per citare alcuni esempi.

Tante, forse troppe, le ipotesi che sono state fatte per il recupero dei 'vuoti' che, per la maggior parte al momento, sono condannati a rimanere tali. 

Arianna Pronestì

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