/ Attualità

Attualità | 04 settembre 2024, 18:15

Turismo, Rabino: "Un'estate positiva per Langhe, Roero e Monferrato, ma bisogna scacciare la sindrome da pancia piena"

Gli arrivi da gennaio a giugno aumentati del 2,5%, le permanenze del 3%. Molte strutture sono però insoddisfatte: "Il settore sta cambiando, si prenota all'ultimo e nelle Langhe c'è un eccesso di offerta rispetto alla domanda"

(Langhe Experience)

(Langhe Experience)

Per Langhe, Roero e Monferrato è stata un’estate variegata e sfaccettata, non solo a livello meteorologico, ma anche dal punto turistico. Per vedere le sfumature, a volte, bisogna, però, fermarsi e avere una visione di insieme. Abbiamo chiesto a Mariano Rabino, presidente dell'Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, di addentrarsi non solo nei numeri della stagione, ma nelle prospettive e negli scenari che i turisti stanno disegnando per il futuro.

Come giornale abbiamo raccolto diverse percezioni e commenti negativi da parte degli addetti ai lavori riguardo alla stagione estiva: qual è la verità?

"Tutti noi viviamo di sensazioni, ma alla fine nel nostro lavoro contano i numeri. E i dati dell'Osservatorio turistico ci dicono che ci sono stati da gennaio a luglio più turisti nelle nostre zone: un + 2,5% di arrivi e un + 3% di presenze. Quest'anno prevedevamo una moderata flessione e siamo stati smentiti. Pensavamo che il 2022 e che il 2023, gli anni della ripartenza dopo il Covid, fossero stai 'dopati" nella loro esplosività. Ma il 2024 si è dimostrato un anno di crescita, e luglio è stato il mese migliore di sempre (+3% rispetto al 2023): anche maggio e giugno sono stati mesi positivi.

E come si spiega le percezioni di certi addetti ai lavori?

"Bisogna fare un ragionamento ampio e variegato, tenendo conto di diversi aspetti: l'approccio del turista sta cambiando, ora prenota all'ultimo momento. Le strutture non possono più dire di avere tutto prenotato fino a novembre: questo crea la percezione che ci siano meno turisti, ma i dati generali dicono altro. E c'è un altro aspetto da considerare...".

Ossia?

"Negli ultimi anni, in parte per una questione che è stata fisiologica, ma che poi è degenerata, è aumentata in maniera eccessiva l'offerta dell'ospitalità, e mi riferisco in particolare alle Langhe. Faccio un esempio generico, ma per spiegare il mio pensiero: se io ho 100.000 stanze da riempire e ne uso 60.000, 40.000 resteranno immancabilmente vuote. Succede perché c'è crisi del turismo? Assolutamente no, ma i flussi non crescono al livello dell'offerta".

Che bisogna fare allora?

"Bisogna fermarsi, perché poi questa crescita frenetica e tumultuosa porta a un'altra conseguenza pericolosa e negativa: l'aumento del prezzo e del costo di servizio. Cioè, i turisti arrivano, il loro numero cresce, c'è una complessiva immagine positiva nel nostro territorio e quindi tutto va bene.  E si aprono nuove strutture, e si aprono ancora e ancora, portando a un aumento dei prezzi e a una crisi speculativa".

E questo a cosa può portare?

"Le strutture pensano di poter proporre un prezzo alto, magari un po' fuori mercato, visto il numero dei turisti, le potenzialità che, ormai, hanno le nostre zone. In realtà si arriva a una rimodulazione della domanda che si orienta verso strutture di ospitalità che, più o meno, siano in grado di dare la stessa qualità ed eccellenza nell'offerta, ma che magari costano il 20-30% meno".

Lei vede comunque un momento positivo?

"Ad agosto quando venivo in ufficio mi dicevano: 'Ieri sono entrate 280 persone, l'altro ieri 330': stiamo parlando dell'ufficio dell'Ente turismo di piazza Risorgimento ad Alba. E poi giravo e vedevo bar e dehor aperti pieni di stranieri. Senza dimenticare il fermento che c'è nell'Astigiano con il Settembre Astigiano, il Palio, il Festival delle Sagre".

Il Monferrato è in grande crescita.

"Si tratta del territorio che sta crescendo di più, ma occorre mettere i puntini sulle i. Era anche il più basso e ha comunque mille strutture ricettive in meno rispetto alla Langa. Detto questo sta investendo in mostre, arte eventi folcloristici e nell'ospitalità. La distribuzione dei turisti, però, è ancora molto chiara: 50% in Langa, 35% in Monferrato e 15% nel Roero. Quindi la Langa continua a fare la parte del padrone e il Monferrato sta crescendo, ma non è che ha preso il 10% agli altri territori. Come ho già detto prima: bisogna rendersi conto che in Langa è cresciuta troppo l’offerta rispetto ai turisti che, comunque, continuano ad aumentare".

Bisogna ripensare l'offerta?

"Bisogna smettere di aprire tanto per aprire, perché siamo un territorio di successo, senza preoccuparsi di portare valore aggiunto o di studiare la concorrenza. L'Ente Turismo, insieme a diversi attori, sta portando avanti da qualche anno, con la progettazione partecipata, il tema di un turismo lento, sostenibile, tagliato su misura per il nostro territorio. Noi non possiamo e non dobbiamo cercare il turismo di Venezia o di Firenze. Dobbiamo cercare un turismo che sia rispettoso del nostro bene ambientale maggiore che è il paesaggio, delle nostre abitudini di vita. Un'offerta che non violenti il nostro territorio, la nostra mobilità, che si inserisca in modo morbido, consapevole, nelle dinamiche della nostra società che è fatta di piccoli centri, che è costituita di abitudini che non sono quelle di un grande centro urbano".

Lei, quindi coinvolge anche gli addetti ai lavori?

"C'è anche il tema di sapersi mettere in discussione a livello imprenditoriale, di saper proporre qualcosa di nuovo. Bisogna uscire dalla sindrome della pancia piena, dell'appagamento ripiegato.  Noi stessi siamo turisti e quando andiamo in giro cerchiamo cose nuove e siamo restii a fare le stesse esperienze".

Daniele Vaira

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A SETTEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium