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Attualità | 31 agosto 2024, 15:53

Il Vice Questore Daniele Manganaro lascia Cuneo per Pavia

Insignito della Medaglia d’oro al valor civile su decreto del Presidente della Repubblica ha incontrato spesso gli studenti della Granda per parlare con loro di legalità e lotta alla mafia. Si sposterà a fine settembre

Il Vice Questore Daniele Manganaro lascia Cuneo per Pavia

 

A fine settembre il Vice-Questore Vicario Dott. Daniele Manganaro lascerà la Questura di Cuneo, guidata da Carmine Rocco Grassi. Giunto in città il 18 aprile 2023, si sposterà a Pavia, sempre con l’incarico di vicario nella questura lombarda.

Considerato tra i maggiori esperti di lotta alla criminalità organizzata ed alla mafia in Italia, è stato anche insignito della Medaglia d’oro al valor civile su decreto del Presidente della Repubblica, in quanto nella notte fra il 17 e il 18 maggio del 2016, contribuì a salvare la vita al Dott. Giuseppe Antoci, allora a capo del Parco dei Nebrodi.

In questo anno e mezzo Manganaro ha incontrato spesso gli studenti della Granda per parlare con loro di legalità. Ricordiamo con piacere il suo intervento del 19 marzo all'auditorium di Borgo San Dalmazzo, in occasione della 2^ Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie e per la promozione della cittadinanza responsabile: “Attenzione a pensare che la mafia equivalga alla Sicilia. Mafia uguale a silenzio che è uguale mentalità mafiosa”.

Manganaro ha quindi ricordato di aver scelto da che parte stare alle medie: “Vi racconto di Giuseppe, Carlo e Delfio, tre miei compagni siciliani. Giuseppe prendeva il panino al compagno con il tipico atteggiamento da figlio del boss; Carlo tirava la spugna in faccia a Salvo, il più studioso della classe; e Delfio ci picchiava se non gli facevamo copiare i compiti. Insomma quelli che oggi definiremmo bulli. Ebbene, Carlo venne ucciso in un regolamento di conti in famiglia nel 2000. Gli altri due oggi stanno al 41bis, condannati per mafia a 27 anni. In quegli anni ho fatto una scelta, non sono mai stato in silenzio, ho denunciato i soprusi e donavo il mio panino a chi se l'era visto sottrarre. Non ho mai condiviso la mentalità mafiosa. Se pensate che la mafia sia solo in Sicilia vi sbagliate, se credete che c'è un compagno che si comporta male, dovete segnalarlo. La mafia teme più la scuola che le istituzioni perché alla scuole si insegna la legalità. Io ho scelto da che parte stare alle medie. Voi siete la nostra forza per combattere contro la mafia. Negli anni del liceo hanno ammazzato Falcone e Borsellino e lì scelsi di studiare Giurisprudenza per entrare in Polizia e dare il mio contributo alla lotta alla mafia”.

redazione

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