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Attualità | 30 agosto 2024, 09:35

I territori vitivinicoli contro il caporalato. A Mango il primo esempio di assunzione diretta dei lavoratori [VIDEO]

È il primo comune in Langa ad aver aderito al “Common Ground”, modello di progetto alternativo all’attuale sistema di reclutamento della forza lavoro nei vigneti e nei noccioleti, che si ispira al Saluzzese

I territori vitivinicoli contro il caporalato. A Mango il primo esempio di assunzione diretta dei lavoratori [VIDEO]

Si è svolta ieri, giovedì 29 agosto, presso il castello di Mango, una conferenza stampa indetta da Cgil Piemonte, Cgil Cuneo, Flai Piemonte e Flai Cuneo sul tema della lotta al caporalato in agricoltura.

Al tavolo dei relatori Giorgio Airaudo, segretario generale Cgil Piemonte, Piertomaso Bergesio, segretario generale Cgil Cuneo, Loredana Sasia, segretaria generale Flai Cgil Cuneo e Damiano Ferrero, sindaco di Mango e produttore agricolo, il primo in Langa ad aver aderito a “Common Ground” un modello di progetto alternativo all’attuale sistema di reclutamento della forza lavoro nei vigneti e nei noccioleti.

“Common Ground” si ispira al modello Saluzzo, con il quale, partendo da una situazione che negli anni 2017-2018 vedeva la Città del Marchesato in grande difficoltà nell’accogliere le manovalanze stagionali, si sono create le condizioni affinché grazie ad un presidio attento, a cui partecipano molti soggetti, si siano notevolmente ridotti i problemi di accoglienza e di contratti di lavoro irregolari.

Capofila fu il comune di Saluzzo, e la necessità che siano proprio le amministrazioni comunali a promuovere le buone pratiche di assunzione e trattamento del personale stagionale è uno dei principi che porta avanti il sindaco Damiano Ferrero, soprattutto dopo che il suo paese fu al centro di una bruttissima vicenda legata al caporalato:

“Dobbiamo impegnarci tutti perché si trovino le soluzioni giuste al problema e questo progetto a cui abbiamo aderito con la nostra azienda è da considerare un embrione da sviluppare e da migliorare via via. Abbiamo per ora 18 lavoratori e 2 aziende agricole coinvolte, quindi siamo agli inizi, ma sono convinto che la strada intrapresa sia quella giusta per dare un lavoro dignitoso ai lavoratori e sostenibile dalle aziende”.

Il modello “Common Ground” tra l’altro consente agli imprenditori di risparmiare sui costi di assunzione e di non dover passare per forza attraverso la mediazione dei contoterzisti, la maggior parte ditte perfettamente in regola, ma tra le quali si nascondono i delinquenti, capaci di sfruttare le situazioni critiche della manovalanza, imponendo condizioni di lavoro inaccettabili.

Entrerà in campo anche la Regione Piemonte alla quale il commissario straordinario PNRR Maurizio Falco ha promesso fondi e attenzioni particolari. Ha sottolineato durante l’incontro di Mango il segretario Cgil Giorgio Ariaudo:

“C’è bisogno di una legge regionale e che la regione dia corso agli impegni presi. Per adesso solo la provincia di Asti oltre a quella di Cuneo ha dato avvio ai tavoli per realizzare il modello Saluzzo in tutto il Piemonte. Chiediamo che altre provincie vengano coinvolte perché il Piemonte ha bisogno del lavoro migrante nella stagionalità dei suoi prodotti agricoli, tra cui prodotti di eccellenza come le grandi etichette del vino piemontese”.

Sul fabbisogno e la necessità di calcolarlo si è soffermato Piertomaso Bergesio, segretario Cgil cuneese:

“La forza lavoro nei territori vitivinicoli cuneesi è quantificabile in 4000-5000 addetti annui e abbiamo bisogno che venga finalmente esplicitato il fabbisogno di manodopera di cui c’è effettivamente bisogno e che venga stabilita una modalità di accoglienza di questi lavoratori e realizzare un più efficace incrocio fra domanda e offerta di lavoro. I CAS cuneesi attualmente ospitano all’incirca 2000 persone con una media di permanenza di 3-4 anni, ma ai lavoratori occorre dare più certezze sulla questione abitativa”.

Loredana Sasia, segretaria generale Flai Cgil Cuneo ha evidenziato come il modello Saluzzo abbia avuto ottimi risultati, ma che ci sono ancora problemi da risolvere:

“La piaga dello sfruttamento dei lavoratori non coinvolge solo il territorio saluzzese e quello di Langa e Roero, ma anche la pianura cuneese e il territorio più adiacente a Cuneo. Gli stagionali si spostano in base alle produzioni e sono cambiati nel tempo. Oggi arrivano molte persone dall’Africa e dai paesi orientali e occorre monitorare le loro comunità per evitare che già al loro interno si creino illegalità e nel contempo dobbiamo risolvere il problema dei permessi di soggiorno. Si sono fatti comunque passi avanti notevoli e dopo la manifestazione di luglio ad Alba contro il caporalato si sono avuti sviluppi e atteggiamenti virtuosi da parte di molte aziende del territorio”.

Anche grazie ad una rete in cui “Accademia della Vigna” ha un ruolo importante, come ha sottolineato intervenendo al dibattito Maria Cristina Galeasso, consigliere comunale albese.

Si esporta dunque un modello di alleanze fra associazioni, sindacati, istituzioni e aziende per combattere una piaga che non può più essere accettata.

Il sindaco Damiano Ferrero non ha paura di metterci la faccia.

“Sembrava non fosse possibile fare questo in Langa, perché le nostre produzioni hanno modalità e tempi diversi da quelli dei frutteti saluzzesi. Invece abbiamo introdotto questo nuovo sistema e credo che i comuni abbiano un ruolo determinante nel promuoverlo”.

L’esempio virtuoso di Mango potrà senz’altro essere un esempio. Il futuro è tracciato, non resta che coordinarlo e far sì che non debbano più venire alla luce casi di cronaca nera legati allo sfruttamento dei lavoratori.

Silvano Bertaina

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