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Cronaca | 28 agosto 2024, 14:55

Detenuto sale sul tetto del carcere di Cuneo: lunga mediazione con la Polizia penitenziaria

Presenti anche i vigili del fuoco, che sono arrivati sul posto con l'autoscala, allertati verso le 12 di oggi 28 agosto. Il leader nazionale del SAPPE sollecita l'adozione del taser per gli agenti e l'espulsione dei detenuti stranieri, un terzo del totale

Detenuto sale sul tetto del carcere di Cuneo: lunga mediazione con la Polizia penitenziaria

Protesta, nella tarda mattinata di oggi, presso la Casa circondariale di Cuneo, dove un detenuto è salito sul tetto del penitenziario. Come spiega Vicente Santilli, segretario per il Piemonte, del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, “il detenuto è riuscito a salire sul tetto dei passeggi, chiedendo di essere trasferito e di parlare con il magistrato di sorveglianza per ottenere un trasferimento che chiede da molto tempo".

Sono stati allertati anche i vigili del fuoco di Cuneo, attorno alle 12 di oggi 28 agosto, sul posto con l'autoscala per poter raggiungere l'uomo. Fortunatamente non è stato necessario: il detenuto, dopo una lunga mediazione ed una interlocuzione con la Polizia Penitenziaria, si è convinto a scendere autonomamente. 

"Una situazione delicata, gestita al meglio dal personale in servizio di Polizia Penitenziaria”, evidenzia il segretario generale Donato Capece.

Per il leader nazionale del SAPPE servono “interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Servono tecnologia e formazione per chi sta in prima linea nelle Sezioni, strumenti di difesa e contrasto delle violenze”. 

Il riferimento del leader nazionale del SAPPE è alla necessità di “prevedere l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene e la riapertura degli Ospedali psichiatrici giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario”. 

E torna anche a sollecitare, per la Polizia Penitenziaria, “la dotazione del taser, che potrebbe essere lo strumento utile per eccellenza in chiave anti aggressione (anche perché di ogni detenuto è possibile sapere le condizioni fisiche e mediche prima di poter usare la pistola ad impulsi elettrici)”.

Bruno Mellano, garante regionale dei detenuti del Piemonte, evidenzia come il problema dei trasferimenti e degli avvicinamenti alla famiglia sia tra gli eventi critici scatenanti di molti episodi di protesta nelle carceri italiane. "Purtroppo non è una cosa così semplice da gestire, perché molte case di reclusione e case circondariali sono sovraffollate e non è scontato poter ottenere anche solo l'avvicinamento. Un problema alla base di molte proteste, purtroppo, ma non di facile soluzione".

Barbara Simonelli

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