Si sta parlando molto, e lo stiamo facendo anche su Targatocn, della questione degli algoritmi infermieristici da utilizzare per gli interventi di soccorso in ambulanza. Proprio gli infermieri, stante la grande carenza di medici di urgenza ed emergenza, sarebbero "soli" e guidati da una serie di istruzioni codificate per intervenire facendo, in qualche modo, proprio le veci dei medici.
Medici che sarebbero in ospedale, ovviamente. Ma non nella fase di soccorso urgente e trasporto.
Sollevazione della categoria da un lato, assolutamente contraria, come comunicato tramite gli Ordini, a questa possobilità; replica degli infermieri, che sostengono di essere in grado di gestire il ruolo.
Ad intervenire un medico, che preferisce non comparire, con una riflessione circostanziata e molto chiara, nella quale evidenzia l'alta professionalità degli infermieri, nell'indispensabile dialettica con i medici. Indispensabile in ospedale, non per forza su un'ambulanza.
***
Egregio direttore,
si fa tanto parlare della professionalità degli infermieri e dei medici in ambito 118.
Premetto che sono un medico, ma sono anche molto vicino per affetti familiari agli infermieri. Il problema salta alla ribalta perché si pensa sia cambiato qualcosa rispetto a ieri, si pensa che da OGGI si facciano scendere i medici dalle ambulanze e si facciano salire gli infermieri.
Ma la realtà non è questa… Non ci sono mai state solo ambulanze con i medici a bordo. Dobbiamo andare un po’ indietro nella storia.
Negli anni ’80 se stavi o ti facevi male andavi in pronto soccorso. Come, erano affari tuoi. In macchina col fazzoletto bianco, chiamando un taxi, o chiamando associazioni di volontariato che facevano il favore (magari in cambio di una donazione) di portarti con mezzi un po’ più organizzati (ambulanze dotate di barella o poco più).
In quel contesto nasce il 118, che viene conteso tra chi lo vorrebbe come un braccio del Pronto Soccorso che viene a casa (e quindi con dotazioni e strumenti ospedalieri) e chi lo immagina invece come un medico di base che va a visitare i pazienti a casa e che magari arriva un po’ più in fretta.
Questo braccio di ferro era stato vinto dalla medicina di base che (forse anche grazie ad un fortissimo sindacato?) ha piazzato i propri medici: nel loro immaginario iniziavano la carriera come medici di guardia medica o 118 per poi, “da grandi”, fare i medici di base.
Ma nel frattempo il mondo è cambiato. I medici si sono evoluti, hanno acquisito sempre più specializzazioni, hanno avuto l’aiuto di sempre più tecnologia. E così anche le ambulanze. Per cui, ora, la cella di un’ambulanza assomiglia più alla shock room di un grande ospedale o ad una rianimazione che ad uno studio di medicina di base.
Per cui, sull’ambulanza il medico è uno specialista in medicina d’urgenza o rianimazione, in grado di affrontare le emergenze (lavoro che svolge ogni giorno in ospedale) e usare quelle tecnologie avanzate che sono in rianimazione o che si trovano su un’ambulanza. Questi medici sul territorio ci devono essere, come in ospedale: questo è indiscutibile.
Ma, come in ospedale, non ci sono solo i medici. Ci sono anche gli infermieri.
Quando in medicina sono ricoverato e sto male, chiamo l’infermiere; quando accedo in Pronto Soccorso, incontro un infermiere; quando in Rianimazione ho bisogno di cure intensive, ho un infermiere dedicato che 24 ore su 24 è al mio capezzale a sorvegliare e far funzionare quelle infinite macchine che fanno bip bip. E anche quando ho un problema grave, in ospedale il primo che mi soccorre è un infermiere, che sa come intervenire e QUANDO chiamare il medico per la DIGNOSI e la CURA, che sono sue peculiarità; se la situazione non può aspettare, piomberà un medico sul posto (normalmente l’anestesista dell’emergenza interna): nel frattempo l’infermiere lo sorveglierà ed attuerà tutti gli interventi necessari finchè non ci sarà la possibilità di farlo visitare dal medico.
E' quindi demagocico urlare che ci vogliono i medici sull’ambulanza, a maggior ragione oggi che sono sempre di meno; è invece giusto dire che nessuno rimarrà mai senza la visita di un medico per fare la diagnosi e decidere la cura; ma qualcuno riceverà la vista di questo medico a casa, perché non può aspettare, qualcuno invece verrà con appropriatezza di interventi accompagnato da un infermiere in ospedale, dove il medico lo vedrà e farà la diagnosi e la cura. Nel tragitto in ambulanza l'infermiere sarà pronto a fare tutto quello che è necessario per salvargli la vita.
Perché chi fa demagogia non lo specifica mai che il 118 non fa diagnosi e cura, fa ipotesi diagnostiche (e queste no, non sono solo appannaggio dei medici) ma soprattutto trasporta in maniera sicura il paziente e fa tutto ciò che non può aspettare, che è necessario fare subito per la salute, sapendo quando è necessario contattare tempestivamente un medico, magari specialista. Questo è ciò che l’infermiere in ospedale, in rianimazione e nei pronto soccorso, fa tutti i giorni.
Cordialmente,
Un medico