Politica - 19 agosto 2024, 07:22

Lega, Salvini vorrebbe mettere sotto inchiesta la “ribelle” Gianna Gancia

Secondo il quotidiano La Repubblica le esternazioni dell’ex europarlamentare, ora consigliere regionale piemontese, potrebbero costarle il deferimento alla “corte marziale” di via Bellerio fino all’ espulsione

Gianna Gancia e Matteo Salvini

Gianna Gancia, leghista della prima ora, da sempre vicinissima - quasi intima si potrebbe considerare - a Umberto Bossi, rischia l’espulsione dal partito. Già presidente della Provincia di Cuneo, poi capogruppo della Lega a Palazzo Lascaris, eurodeputata fino ad un paio di mesi fa, attuale consigliera regionale eletta nel listino di Cirio, potrebbe essere deferita alla “corte marziale” di via Bellerio per aver manifestato il suo dissenso nei confronti delle scelte di Salvini, in particolar modo a seguito dell’arruolamento del generale Vannacci.

Lo riferisce il quotidiano La Repubblica ipotizzando una sua possibile cacciata come successo ai colleghi Paolo Grimoldi, ex segretario della Lega Lombarda e Toni Da Re, ex europarlamentare veneto, come lei da sempre a fianco del fondatore Umberto Bossi.

La Lega, si sa, è un partito dirigista – di stampo quasi “leninista” paradossalmente – i cui vertici di turno non tollerano il dissenso, a maggior ragione se espresso a mezzo stampa. Gancia non ha mai fatto mistero di non condividere nulla del corso impresso alla Lega da Matteo Salvini, professando sempre fedeltà alle radici liberali (Luigi Einaudi resta il suo faro) che l’avevano indotta, allora giovane pulzella di Narzole, ad abbracciare la causa federalista del Senatur.

Qualche anno fa, in occasione del congresso piemontese, si era spinta (non da sola) a sfidare l’attuale segretario federale e capogruppo alla Camera Riccardo Molinari nonostante l’ultima recente assise piemontese si sia conclusa all’insegna dell’embrassons-nous tra i due. Ma è pensabile che Gianna Gancia, moglie di Roberto Calderoli, ministro delle Autonomie e dei Rapporti con le Regioni, possa essere cacciata (o anche solo essere deferita ai probi viri per lesa maestà al Capitano e… al Generale) senza che nel partito non succeda un terremoto?  

Nessuno nella Lega cuneese vuole commentare temendo di incorrere in analoghe sanzioni, salvo un vecchio dirigente oggi esautorato, che, chiedendo l’anonimato, propone una sua chiave di lettura.
 
È un segnale che Salvini manda a Calderoli, il quale, con la questione dell’autonomia, gli ha fatto perdere consensi in tutto il Sud. Qualcosa sta per succedere nel partito. Tornerà la Lega Nord – profetizza - e nascerà un partito a destra di Meloni e Fratelli d’Italia con Vannacci e forse Salvini. Bisognerà però vedere se quest’ultimo sopravviverà alla battaglia che si prospetta feroce come lo era stata la “Notte delle Scope” (2012) quando il gruppo dirigente bossiano era stato cacciato e il Carroccio messo in liquidazione. Come si ricorderà, da quel momento il partito ha cambiato rotta per diventare “Lega – Salvini premier”.

Giampaolo Testa