Attualità - 16 agosto 2024, 11:15

Fossano, il no all’impianto a biometano di via Marene: “Nessun legame con il territorio: è pura operazione finanziaria”

A parlare il consigliere Simone Chiapello, contrario a un impianto di 50mila metri quadrati dedicato al trattamento di 68mila tonnellate annue di materiale. Odori e conferimento dei rifiuti “da fuori” i problemi principali… come a Borgo San Dalmazzo

Un intervento “di natura puramente finanziaria che strumentalizza il mondo agricolo e zootecnico fossanese, senza conservare con esso reali legami. Tutt’altro che un impianto consortile, a servizio dell’agricoltura e della zootecnia locale, ma per l’azienda promotrice unicamente un fine per un mezzo: l’accesso ai fondi PNRR”.

Non si risparmia il capogruppo della realtà amministrativa fossanese Direzione Comune Simone Chiapello, nel definire la natura della proposta di costruzione di un impianto di produzione di biometano tra via Marene e la strada Reale. Lo ha fatto in un video comparso sul suo profilo Instagram – e su quello del gruppo – a seguito della commissione urbanistica di mercoledì 7 agosto scorso, nella quale è stata illustrata la proposta della società agricola Biomethan Green Park 3.

Chiapello: “Asfalto, odori e poco legame con il territorio”

Il progetto prevede, come detto, la costruzione di un impianto industriale di produzione di biometano ampio circa 50mila metri quadrati e dedicato al trattamento di circa 68mila tonnellate di materiale annue.

Nelle parole del consigliere Chiapello preoccupazioni che accostano la vicenda a quella che, ormai da anni, si consuma nella non troppo lontana Borgo San Dalmazzo.

Il campo dell’energia è quello in cui si devono per forza di cose cercare i migliori compromessi – ha commentato Chiapello -: non si può dire di no a tutto ma poi volere energia abbondante e a basso prezzo. Noi membri della minoranza non siamo contro il biometano in generale, abbiamo già approvato la creazione di nuovi impianti di prossima costruzione, ma non pensiamo che questo sia il tipo d’impianto giusto per la nostra città”.

I nodi della questione, per Chiapello, sono diversi e vanno dalla percentuale di materiale “fossanese” trattato alla questione degli odori: “Con quasi 70mila tonnellate annue processate e in qualche caso stoccate in trincee per mesi come potranno essere, le emissioni odorifere, bassissime come assicura la società proponente? Di questa impressionante mole di materiale, poi, solo il 15% circa arriverebbe dal nostro territorio e la maggior parte da fuori città, fuori provincia e fuori regione. Senza contare, poi, che il progetto porterebbe all’impermeabilizzazione, e quindi ad asfaltare, i due terzi della superficie dell’impianto stesso”.

Sappiamo che il Comune non ha l’ultima parola sull’autorizzazione a procedere relativamente all’impianto, subordinata invece alla Conferenza dei Servizi, ma sono diverse le attività che potrebbe assumere l’amministrazione per tutelare l’interesse della comunità – conclude il consigliere -. Il 19 settembre prossimo ci sarà una nuova riunione della Conferenza: il Comune si prepari e si presenti con in mano tutte le criticità relativamente all’impianto proposto”.