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Curiosità | 10 agosto 2024, 08:01

San Lorenzo: notte di stelle cadenti e di desideri

Scienza, miti e leggende della festa che cade il 10 agosto

Foto di Valerio Minato: Sacra di San Michele sotto le stelle

Foto di Valerio Minato: Sacra di San Michele sotto le stelle

«Guarda una stella cadente, esprimi un desiderio». Così ci dicevano da bambini. La notte di San Lorenzo è da sempre una di quelle notti in cui sognare con il naso all’insù.

E si ripete ogni anno il 10 di agosto. Ma se l’apparizione di una stella cadente oggi è associata ad un sentimento di meraviglia, nell’antichità, invece, l’apparizione di meteore, comete e altri fenomeni passeggeri erano considerati segni infausti.

Ecco, allora, alcune curiosità, miti e verità scientifiche legate a questo giorno così speciale.

Stelle cadenti e meteore

Anche se vengono indicate nel linguaggio comune come “stelle cadenti”, in realtà esse non “cadono” affatto, essendo caratterizzate da una luce fissa. Quelle che ammiriamo mentre lasciano scie luminose sono in realtà meteore, visibili soprattutto a metà agosto, perché è in questo periodo che la Terra attraversa lo sciame delle Perseidi, che sono appunto delle meteore.

Le Perseidi

Furono i cinesi ad osservare per primi le Perseidi, nel 36 d.C.. Anche se la data decisiva della loro scoperta è il 1866: è stato allora, dopo il passaggio al perielio della cometa Swift-Tuttle del 1862, che l’origine astronomica delle stelle cadenti fu concretamente scoperto dall’astronomo italiano Giovanni Virginio Schiaparelli. È stato dunque grazie alla cometa Swift-Tuttle, dal nucleo di circa 10 chilometri, che hanno avuto origine le meteore. Era il 1992 quando avvenne l’ultimo passaggio della cometa al perielio: per il prossimo bisogna aspettare il 2126. Pertanto, le stelle cadenti che siamo soliti scorgere ogni anno di questo periodo, altro non sono che i frammenti lasciati indietro dalla cometa durante le precedenti orbite attorno al sole.

La nascita del mito

Ben visibile nei cieli, anno dopo anno, l’arrivo delle Perseidi ha ovviamente ispirato miti e leggende di ogni tipo nel corso della storia. Per i greci si trattava di scintille o frammenti prodotti dal carro guidato da Fetone, il figlio di Febo che rubò il carro paterno e provocò danni e scompiglio fino a che Zeus non si vide costretto a fulminarlo. A Sparta invece si affidava la deposizione dei monarchi al passaggio delle stelle cadenti: ogni nove anni il re veniva sottoposto al giudizio celeste e il passaggio di una stella cadente rappresentava un segnale da parte degli dei, che determinava la fine del suo regno. O ancora, nell’antica Persia per lo zoroastrismo rappresentavano streghe e demoni in fuga, portatrici di sventura che dovevano essere ciclicamente sconfitte da un potere rappresentato dalla stella Sirio.

L’antica Roma

Tutti i popoli antichi avevano qualche storia o credenza sull’origine di questa notte magica, ma quella che ci riguarda più da vicino è quella degli antichi romani, che come in molti casi si è mischiata con la tradizione cristiana influenzando le festività che osserviamo ancora oggi. Per i Romani tutto il mese di agosto (dedicato all’imperatore Augusto) era un periodo di celebrazioni. E nei giorni del picco delle Perseidi era usanza fare processioni dedicate a Priapo, dio della fertilità (in particolare quella maschile), durante le quali veniva portato in trionfo il fallo del dio. Nella tradizione, le stelle cadenti erano quindi associate alla figura di Priapo: più precisamente, presero a rappresentare lo sperma eiaculato dal suo fallo, che ricadendo sulla Terra in una pioggia dorata rendeva fertili i campi e propiziava il raccolto.

Chi era San Lorenzo e qual è il legame con le stelle cadenti

Nato in Spagna a Osca (Huesca) nella prima metà del III secolo, quando venne a Roma, centro della cristianità, Lorenzo si distinse per la sua pietà, carità verso i poveri e l’integrità di costumi. Grazie alle sue doti, papa Sisto II lo nominò diacono della Chiesa, dandogli il compito di sovrintendere l’amministrazione dei beni, accettare le offerte e custodirle, provvedere ai bisognosi, agli orfani e alle vedove. Per queste sue mansioni, Lorenzo fu uno dei personaggi più noti della prima cristianità di Roma e uno dei martiri più venerati. Il 6 agosto del 258 Lorenzo fu catturato nelle catacombe di San Callisto dai soldati dell’Imperatore Valeriano insieme a papa Sisto II ed altri diaconi. Il Pontefice e gli altri diaconi subirono subito il martirio, mentre Lorenzo venne risparmiato dall’Imperatore Valeriano, perché voleva farsi consegnare i tesori della Chiesa. Si narra che Lorenzo abbia portato davanti all’Imperatore alcuni poveri e ammalati, esclamando: «Ecco i tesori della Chiesa». In seguito Lorenzo fu imprigionato dal centurione Ippolito, in un sotterraneo del suo palazzo, dove si trovava rinchiuso anche un certo Lucillo, cieco. Lorenzo confortò il compagno di prigionia, lo catechizzò alla dottrina di Cristo e lo battezzò. Dopo il battesimo, Lucillo riebbe la vista. Il centurione Ippolito venne a sapere del miracolo e colpito dalla serenità e mansuetudine dei prigionieri, illuminato dalla grazia di Dio si fece cristiano, ricevendo il battesimo da Lorenzo. In seguito Ippolito, riconosciuto cristiano, fu legato alla coda di cavalli e fatto trascinare per sassi e rovi fino alla morte. Mentre Lorenzo venne arso vivo sulla graticola, in un luogo poco lontano dalla prigione. Il suo corpo venne portato al Campo Verano, nelle catacombe di Santa Ciriaca. Il Martirio di San Lorenzo è datato il 10 agosto del 258 d.C.. A ricordare questi avvenimenti furono erette, ad esempio a Roma, tre chiese: San Lorenzo in Fonte (luogo della prigionia), San Lorenzo in Panisperna (luogo del martirio) e San Lorenzo al Verano (luogo della sua sepoltura).

Lacrime di San Lorenzo

Questa notte è dedicata al martirio di San Lorenzo e le stelle cadenti rappresentano le lacrime versate dal Santo durante il suo supplizio, lacrime che vagherebbero eternamente nei cieli e scenderebbero sulla Terra solo in questo giorno; oppure, le stelle cadenti ricordano i carboni ardenti su cui il Santo, secondo la leggenda, fu martirizzato (su una graticola, il suo emblema). In ogni caso, la tradizione di questa notte ha creato un’atmosfera ricca di speranza: si crede infatti che si possano avverare i desideri di tutti coloro che si soffermino a ricordare il dolore di San Lorenzo e il rituale più diffuso prevede che ad ogni stella cadente si esprima un desiderio.

Perché esprimiamo i desideri?

La parola desiderio deriva dal latino “desiderium”, ovvero “mancanza di stelle”. Fin dai tempi più remoti si credeva agli oroscopi e si riteneva che il destino fosse scritto nelle stelle, che potevano essere osservate nel cielo al momento della nascita di un individuo. Nel momento in cui una stella cade vuol dire che il destino non è più scritto e, nel brevissimo spazio di una notte (appunto quella di San Lorenzo) ogni uomo ha la possibilità di veder cambiare il proprio futuro. Per questo motivo, chi vede cadere una stella ha il diritto di esprimere un desiderio per il proprio futuro, nella speranza che la “caduta” di quella stella gli dia la possibilità di cambiare almeno un po’ il proprio destino e realizzare un sogno. In quest’ottica de-siderare significherebbe “spostare le stelle” o “alterare la posizione delle stelle” cioè, cambiare il proprio destino.

Il fascino delle stelle

Dall’antichità il mondo del cielo e degli astri ha un significato prezioso e i nostri antenati ne erano molto influenzati. Ma in particolare navigatori e viandanti, in assenza di altri strumenti, si affidavano alle stelle come guide preziose durante i loro viaggi di notte.

Stelle cadenti e letteratura

La fama della notte di San Lorenzo è stata amplificata anche da una poesia: X agosto di Giovanni Pascoli. Il poeta la compose in memoria del padre Ruggero, assassinato in circostanze misteriose il 10 agosto 1867. L’incipit è questo: «San Lorenzo, io lo so perché tanto di stelle per l’aria tranquilla arde e cade, perché si gran pianto nel concavo cielo sfavilla».

Rituale per la notte di San Lorenzo

«E infine uscimmo a riveder le stelle», scrisse Dante Alighieri nell’ultimo verso dell’Inferno della sua Divina Commedia. Già, ma come e dove vederle? Lista di desideri alla mano e sguardo orientato verso il quadrante Nord-Est della volta celeste, verso la costellazione di Perseo. Esistono anche dei piccoli rituali per rendere ancora più efficace la realizzazione dei desideri. Innanzitutto la scelta della direzione. La più propizia all’amore, per esempio, è a sud-est, mentre la direzione ideale per i desideri che favoriscono il denaro o i beni materiali è quella a nord. Il sud va bene per i rischi, per il gioco o per le imprese azzardate. Il nord-ovest, aiuta le realizzazioni interiori, la consapevolezza.

Il picco di osservazione e luoghi privilegiati

Il 10 agosto è il giorno canonico, ma ci sono i giorni successivi per vedere al meglio la pioggia di meteore. Il picco delle Perseidi è nelle notti tra l’11 e il 13 agosto. Al massimo si possono osservare mediamente fino a 100 meteore per ora, a patto di trovarsi nella seconda parte della notte. Per godersi al massimo questo spettacolo basta andare in riva al mare in qualche spiaggia lontana dalle luci artificiali che offuscano la visione del cielo. Consigliatissime anche la montagna o la campagna, dove il buio pesto e l’aria pulita renderanno perfetta l’osservazione, ma anche in città, se va bene, si può avvistare qualche lucina sulla quale imbarcare un sogno. Buona fortuna!

Silvia Gullino

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