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Attualità | 10 agosto 2024, 11:32

I distretti piemontesi non conoscono la crisi: mentre gli altri frenano, loro accelerano nell'export (+0,9%)

Lo dice l'ultimo report di Intesa Sanpaolo relativo al primo trimestre 2024. Bene in particolare dolci di Alba e Cuneo. Cappellari: "Una crescita che si rafforzerà"

Immagine di repertorio

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Se nel resto del territorio le cose non vanno benissimo, i distretti piemontesi confermano di seguire una traiettoria particolarmente positiva, per quanto riguarda le esportazioni. Lo conferma la rilevazione effettuata dall'ufficio studi di Intesa Sanpaolo sull'export distretturale, che registra un giro d'affari per le esportazioni dei distretti piemontesi da 3,2 miliardi di euro, in crescita dello 0,9% per un corrispettivo di 30 milioni di euro. Il tutto mentre i distretti nazionali sono calati dell'1,1%.

L'andamento dell’export è positivo sia verso i nuovi mercati (+1%), trainati da Hong Kong, Emirati Arabi Uniti, India e Polonia, sia verso i mercati maturi (+0,9%) con Stati Uniti, Irlanda, Regno Unito, Danimarca e Germania in testa. Considerando i principali sbocchi commerciali delle esportazioni distrettuali piemontesi, le contrazioni più evidenti hanno riguardato Belgio, Francia, Cina e Romania.

I distretti agro-alimentari piemontesi hanno registrato nel complesso un aumento delle vendite all’estero del 5,1%, ma non tutti hanno un segno positivo: Dolci di Alba e Cuneo (+18,9%, pari a +75 milioni di euro), Caffè, confetterie e cioccolato torinese (+7,6%, pari a +17 milioni di euro), Riso di Vercelli stabile sui livelli di export del primo trimestre 2023, Vini delle Langhe, Roero e Monferrato (-2%, corrispondenti a -9 milioni di euro) e Nocciola e frutta piemontese (-17,8% corrispondenti a -17 milioni di euro).

I distretti del sistema moda hanno realizzato nel complesso una crescita dell’1,3%, ma l’andamento dei due distretti è nettamente differente: l’Oreficeria di Valenza ha aperto l’anno con una crescita dell’export del 5,8% per 27 milioni di euro; il Tessile di Biella, invece, ha registrato un calo sui mercati esteri del 2,2% pari a 13 milioni di euro.

Il 2024 si è aperto con qualche difficoltà per l’export della meccanica distrettuale piemontese, in calo del 5,9%. Risultano in diminuzione tutti i distretti: Macchine utensili e robot industriali di Torino (-1,1%, pari a -3 milioni di euro), Rubinetteria e valvolame di Cusio-Valsesia (-6,5%, pari ad -27 milioni di euro); Frigoriferi industriali di Casale Monferrato (-12%, corrispondenti a -10 milioni di euro) e Macchine tessili di Biella (-22,2%, corrispondenti a -7 milioni di euro).

Per quanto riguarda i poli tecnologici piemontesi, nel primo trimestre 2024 l’export è stato pari a 50 milioni di euro, corrispondente ad una crescita del 12,7%. Questo risultato complessivo è frutto del balzo nelle esportazioni del Polo aerospaziale (+38,9%, pari ad un aumento in valore di 67 milioni di euro) che controbilancia la battuta d’arresto del Polo ICT di Torino (-7,6%, per un calo in valore di 17 milioni di euro).

"La buona capacità competitiva dei distretti piemontesi ci porta a pensare che il ritmo di crescita si rafforzerà nel momento in cui l’incertezza internazionale, legata anche al fermo nel Canale di Suez, si attenuerà - commenta Stefano Cappellari, direttore regionale Piemonte Nord, Valle d’Aosta e Sardegna di Intesa Sanpaolo -. Tra l’altro, si è da poco chiarito il quadro incentivi legato a Transizione 5.0, e questo non può che essere uno stimolo per gli investimenti in chiave sostenibile, che potranno beneficiare di importanti crediti d’imposta. Intesa Sanpaolo ha agito in anticipo lanciando già a marzo il programma di finanziamenti Il tuo futuro è la nostra impresa, che mette a disposizione per il Piemonte 10 miliardi di euro proprio su Transizione 5.0 ed energia, sviluppo internazionale, digitale e cybersecurity, in stretta correlazione con gli obiettivi del PNRR. Il programma è un’opportunità anche per le piccole imprese, in particolare per quelle che sosteniamo attraverso le filiere: solo in Piemonte 86 per un totale di 4.400 aziende fornitrici".

Massimiliano Sciullo

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