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Attualità | 07 agosto 2024, 13:51

In sedia a rotelle da cinque mesi, Noemi non può più uscire di casa, a Fossano: l'appello disperato della mamma

Una vicenda molto complessa. Questa ragazza di 18 anni è affetta da una malattia genetica sconosciuta, che si sta aggravando anche sotto il profilo psicologico. "Mia figlia non sorride più, è prigioniera in casa. Qualcuno mi aiuti a portarla su e giù dalle scale"

In sedia a rotelle da cinque mesi, Noemi non può più uscire di casa, a Fossano: l'appello disperato della mamma

Nei giorni scorsi abbiamo condiviso l'appello di Paola Fabi, mamma di Federico, che cercava qualcuno disponibile ad aiutarla con il figlio, gravemente disabile, nelle attività motorie quotidiane e per lui indispensabili. Un impegno piccolo ma che richiede comunque della forza fisica. Non basta la buona volontà, bisogna avere braccia forti. Di persone se ne sono fatte avanti tante e, di questo, siamo davvero contenti. Per Federico soprattutto.

Adesso, però, c'è un'altra persona da aiutare. Si tratta di Noemi, 18 anni, di Fossano, affetta da una rara malattia genetica. Soffre da sempre, la sua è una vicenda davvero complicatissima. Che gestisce in tutto e per tutto la madre Anna Amandolini.

Nei giorni scorsi, proprio lei ha lanciato il seguente appello su Facebook:

"Cerco VOLONTARI, dando un piccola offerta, VISTO CHE HO PERSO IL LAVORO, che mi aiuti a portare su e giù da tre piani di scale (dove abito attualmente) mia figlia. La nostra casa attualmente sta diventando UNA PRIGIONE. Purtroppo mia figlia DA 5 MESI a questa parte è finita SULLA SEDIA ROTELLE e la CROCE BIANCA riesce solo ad aiutarmi per le varie visite che stiamo facendo. LOGICAMENTE DA MAMMA vorrei farla vivere non solo negli OSPEDALI! Specifico che mia figlia ha 18 anni, pesa 55 kg ed è alta 1.60, per questo che io da sola nn riesco a farla scendere. Spero di trovare qualche aiuto. Grazie anticipatamente". 

Abbiamo intercettato la sua richiesta di aiuto e deciso di condividerla.

Una lunga chiacchierata con lei, per capire la situazione. Senza entrare nel privato di questa donna, che combatte ogni giorno non solo per Noemi, ma anche per la figlia più grande, Alice, pure affetta da una malattia genetica sconosciuta ma in forma meno grave, proviamo a mettere in moto una rete di aiuto per lei.

Come spiega, vive al terzo piano di un'abitazione senza ascensore. Da lì non può andarsene, primo perché nessuno afitterebbe una casa ad una persona senza lavoro; secondo, perché Noemi, che ha problemi fisici ma anche psicologici e ha bisogno di stabilità, in quel quartiere si sente protetta. Questo aspetto non è da sottovalutare, nelle sue condizioni.

Ultimamente le cose si sono molto aggravate per lei: le gambe hanno smesso di muoversi ed è costretta su una sedia a rotelle. E' chiusa in casa perché sua mamma, da sola, non riesce a farle scendere tre piani di scale e tantomeno a riportarla in casa.

Per seguirla, Anna è stata costretta a lasciare il lavoro. Non poteva più fare tutte quelle assenze. Tante visite per la figlia sono a pagamento e, comunque, con le liste di attesa di tutti. Anche se il suo caso è drammatico.

"Stiamo aspettando di venire convocati dalla Commissione medica presso l'ospedale di Savigliano, dove speriamo che a mia figlia venga riconosciuta l'invalidità, come credo sia normale, data la sua situazione. E' l'unico appiglio che abbiamo per poter accedere alle cure e ai servizi sociali, perché ora sono costretta a pagarmi tutto. Non so più come fare. Il mio è un appello disperato. Chiedo che si acceleri la verifica delle condizioni di mia figlia da parte dell'Asl e che qualcuno si renda disponibile a farla uscire di casa. Sta crollando. Da quando c'è stato questo peggioramento, il suo sorriso si è spento. Ha 18 anni, non può stare chiusa in casa, perché finirebbe per aggravarsi il suo quadro psicologico e, di conseguenza, quello fisico. Ho bisogno di aiuto. Non mi vergogno di chiedere. Ne va del futuro di mia figlia. La sua vita è stata un calvario, la nostra vita lo è. Dentro e fuori dagli ospedali, da quando aveva cinque anni, e mai una soluzione. Io non mi arrendo, ma qualcuno deve aiutarmi", conclude la signora Anna. 

E' contattabile al numero 388/7540601.

E noi speriamo davvero che qualcuno si interessi al suo caso: l'Asl Cn1, magari accelerando i tempi di valutazione medica del caso in questione, qualche giovane ragazzo di Fossano e i servizi sociali del territorio.

Barbara Simonelli

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