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Politica | 05 agosto 2024, 07:02

Il “fattore C” conta nella politica e nell’economia cuneese, ma quello “3 C” pesa

Nei passaggi cruciali delle vicende della Granda non muove foglia che il triumvirato Crosetto-Cirio-Costa non voglia. Curioso osservare come la terza lettera dell’alfabeto abbia un ruolo rilevante sia nei partiti che in enti economici e associazioni di categoria

Da sinistra Alberto Cirio, Guido Crosetto e Enrico Costa

Da sinistra Alberto Cirio, Guido Crosetto e Enrico Costa

Sul finire degli anni 70 e fino alla caduta del muro di Berlino la denominazione “fattore K” (dal russo Kommunizm - Comunismo) l’aveva fatta da padrone nel lessico giornalistico per spiegare il mancato ricambio delle forze politiche governative in Italia.

Nella paciosa Granda il “fattore K” non ha mai avuto particolare influenza, essendo il Cuneese – come noto - rimasto Vandea bianca fino al 1993.

Oggi, in tutt’altro contesto storico-politico e volendo giocare sulle assonanze, ci viene da considerare che è semmai il “fattore C” a contare nelle vicende della politica cuneese.

In particolare, considerando il triumvirato Crosetto-Cirio-Costa, si evince che sono loro a determinare, ormai da qualche tempo, qualsivoglia questione di potere in casa nostra.

Un ministro della Difesa di Fratelli d’Italia, un presidente di Regione di Forza Italia e un figlio d’arte che fino a ier l’altro era vicesegretario nazionale di Azione (il partito di Calenda) e oggi, novello Diogene, è alla ricerca di una nuova collocazione purché di comprovata matrice liberale.       

Una triangolazione che ha resistito nel tempo e che non viene meno (anzi si rafforza) nei momenti topici, a partire da quelli elettorali o ancor più quando si tratta di nomine di rilievo.

Tuttavia il “fattore C” – sarà anche qui per assonanza con la C di Cuneo - va oltre. 

Prendiamo il caso di Fratelli d’Italia dove sono ben tre le personalità di spicco i cui cognomi sono riconducibili alla lettera: William Casoni, segretario provinciale, Monica Ciaburro, deputata al suo secondo mandato, e Paolo Chiarenza, storico esponente della destra cuneese, l’uomo che a 85 anni suonati tiene ostinatamente accesa la fiamma.

Ma poiché è doveroso mantenere uno sguardo a 360 gradi, non possiamo non buttare l’occhio sul centrosinistra e scoprire che anche qui l’elemento C (non K, nessuno faccia allusioni irriverenti) è presente e in maniera non irrilevante. 

L’uomo forte del momento nel Partito Democratico è il neo consigliere regionale, già sindaco di Saluzzo, nonché segretario provinciale Mauro Calderoni

Sempre di questa parrocchia è il presidente dell’Uncem (Unione dei Comuni e degli Enti montani) Piemonte e neo sindaco di Marmora Roberto Colombero.

Se proprio volessimo far pareggiare i Dem con i Fratelli, potremmo aggiungere anche la capogruppo Pd in Consiglio comunale a Cuneo, Claudia Carli.

Ma non esageriamo perché la par condicio richiede un equilibrato dosaggio e allora guardiamo al Centro, dove c’è l’avvocato Enrico Collidà, vicepresidente uscente della Fondazione CrCuneo che i bookmaker indicano come possibile futuro candidato sindaco di un’area civico-centrista ancora tutta da decifrare.

Andando avanti col gioco dell’alfabeto, sappiate che siete fuori strada se pensate che la lettera C influisca solo sulla politica e non sull’economia.

Il presidente di Confindustria Cuneo è Mariano Costamagna e la direttrice dell’associazione degli industriali cuneesi è Giuliana Cirio, che di recente ha aggiunto una nuova, importante medaglia al suo già ricco palmares.

E che dire della Camera di Commercio, l’ente che rappresenta istituzionalmente tutte le categorie produttive? A guidarla da pochi mesi è Luca Crosetto, cugino del ministro, che è anche presidente di Confartigianato Cuneo e vicepresidente della Cassa di Risparmio di Savigliano Spa.

Rimanendo nell'ambito del credito si resta sulla stessa lettera – quella di Cornaglia, di nome Tino – quando si guarda a Banca d'Alba, secondo istituto cooperativo d'Italia per numero di soci.    

E volete che dimentichiamo la Confcommercio, dove sia il presidente della giunta esecutiva che un vicepresidente rispondono rispettivamente ai nomi di Luca Chiapella e Giorgio Chiesa?

E tanto per rispettare tutte le associazioni di categoria, registriamo che anche nel comparto agricolo il “fattore C” ha un suo peso, dal momento che il presidente provinciale della Cia (Confederazione Agricoltori) si chiama Claudio Conterno.

Chiudiamo qui questa giocosa carrellata alfabetica, non senza una puntualizzazione: nessuno che si consideri “potente” o anche solo “importante” abbia ad adontarsi se il suo cognome, pur iniziando con la lettera C, non compare nell’elenco.

Si è trattato di un esercizio giornalistico estivo, per cui se qualche omissione è stata fatta, facciamo sin d’ora ammenda, disposti a integrare eventuali colpevoli mancanze.

Giampaolo Testa

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