Attualità - 05 agosto 2024, 17:16

Ad Asti l'ultimo saluto a Massimo Cotto: "Anche in cielo, troverà una chitarra"

L'ultimo saluto al giornalista astigiano oggi (lunedì 5 agosto) nella chiesa del Don Bosco. Presenti tanti colleghi di Virgin radio e celebrità della musica come Francesco Renga e Piero Pelù

"E lasciare che il vento spinga indietro i tuoi capelli, la notte è tutta per noi, questa strada a due corsie, ci porterà ovunque vogliamo, abbiamo un’ultima possibilità per avverare i nostri sogni, per scambiare con delle buone ruote le nostre ali. Salta su, il Paradiso ci aspetta lungo il percorso". [Bruce Springsteen Thunder road].

Quanta strada per l'amata musica

La canzone di Springsteen ha segnato la vita di un giovanissimo Massimo Cotto che con le sue scarpe e le sue magliette, ha attraversato il mondo per intervistare i più grandi e diventando lui stesso il più grande di tutti nelle interviste e nella conoscenza musicale.

Massimo in tutto insomma, un gioco di parole che oggi suona amaro anche se la sua bravura, intelligenza, sagacia, ironia, conoscenza profonda, non ci lasceranno mai del tutto.

L'addio

Ma quanto è dura dirgli addio in questa chiesa del Don Bosco che lo ha visto bambino, ragazzino, uomo e ora lo saluta per sempre. Massimo è morto nella notte tra il 1 e il 2 agosto a causa di un grave malore che lo aveva colpito il 9 luglio e oggi 5 agosto la città e l'Italia lo ha salutato per sempre.

In apertura è stato letto il messaggio del vescovo di Asti monsignor Marco Prastaro: "Una vita cantata e suonata a ritmo di rock. Anche in cielo Massimo troverà una chitarra".

La "regia" e l'organizzazione dell'amico di oratorio Andrea Pignatelli ha permesso la realizzazione della musica dal vivo. Con lui gli altri amici: Gianni Nuti (sindaco di Aosta), Gianpaolo Bovio, Silvano Pasini, Beppe Lombardi, Matteo Curallo.

L'amica Roberta Bellesini ha recitato il salmo Su ali d’aquila, e poi un'incredibile Alleluia rock.

La messa è stata celebrata in una chiesa gremita e calda, da don Roberto Pasquero, anche cappellano dell'ospedale che ha ricordato anche il Massimo giocatore di basket ed episodi della sua gioventù. "Ha saputo raccontare il mondo. Pronto e disponibile in maniera instancabile. La sua notte è durata tanti giorni, camminando verso il Signore. In tanti hanno pregato per lui".

Le offerte raccolte in chiesa andranno alla San Vincenzo.

Presente una numerosa delegazione dei colleghi di Virgin radio, gli amici Francesco Renga, Omar Pedrini, Mauro Ermanno Giovanardi, Piero Pelù, tantissimi amici, autorità e persone che hanno voluto tributargli l'ultimo saluto.

La chitarra di fiori degli amici di Virgin, le insegne del Comune, degli insigniti Amico, e la bandiera del Toro per salutarlo.

È scivolato oltre la silenziosa e oscura porta del sonno

C'è un mare di commissione, amore, emozioni, aneddoti (tanto amati da Massimo insieme alle citazioni), nelle parole dell'amico fraterno Filippo 'Pippo' Cornero che con Massimo ha diviso tante cose e il fantastico progetto de Le Cattedrali dell'Arte nel relais a ValleAndona. Pippo è stato 'delegato' dagli amici a ricordarlo per l'ultima volta.

Con le pause delle lacrime ha emozionato tutti.

Ci sarebbero cento milioni di cose da raccontare o forse non serve raccontare nulla.
Massimo, ce lo ha detto tante volte, non vorrebbe tristezza, magari qualche lacrima si se no viene fuori che non gliene frega un cazzo a nessuno, ma la tristezza intera no. Non serve e rende tristi, direbbe lui.
Ha raccolto la storia della musica, pezzo per pezzo, in una mano, senza razzismo, senza regine e servitori, senza preconcetti e l’ha regalata a tutti, raccontandola come solo lui sapeva fare; poi, per usare le sue parole dedicate a Dolores O’Riordan, è scivolato oltre la silenziosa e oscura porta del sonno.
Eh sì perché qualche citazione non possiamo evitarla parlando di Massimo.
Lui, il principe delle citazioni, degli aneddoti, della memoria musicale. Ogni tanto trovavo in rete qualche cameo musicale sconosciuto: la storia di un dettaglio in un testo di una canzone, un particolare della vita di un artista e lo chiamavo o gli scrivevo chiedendogli se fosse stata una novità per lui. Non solo sapeva già tutto ma aggiungeva ancora dettagli alla storia arricchendola di sfumature, rendendola davvero unica come solo lui sapeva fare.
A voi sembrerà assurdo e probabilmente qualcuno lo giudicherà sopra le righe ma io faccio davvero fatica ad immaginare la mia vita senza Massimo. Senza i suoi “ciaaaa” tronchi e sussurrati, senza la sua incredibile capacità di essere un terribile cazzone senza rivali ma tremendamente serio e “sul pezzo” nello stesso istante.
Credo che tutta la nostra città farà fatica ad immaginarsi senza di lui, senza lattosio sua innata capacità di rendere le cose facili, senza quel valore aggiunto che sapeva dare con le sue parole ed il suo fare unico.
C’è un reel sulla sua pagina Instagram che racconta in breve della scommessa che stava giocando con il progetto delle Cattedrali dell’Arte in cui, con una strana malinconia che solo adesso riesco a comprendere, racconta questa avventura come una sfida e parla della consapevolezza che tutto può finire da un momento all’altro ma anche della gratitudine, della sua gratitudine per aver avuto dalla vita molto di più di quanto mai avrebbe potuto immaginare.



QUI le profetiche parole di Massimo
Rivedendolo, oggi sento chiaro il sapore del suo ringraziamento per tutto il bello che ha potuto respirare, Francesco, Chiara, la sua mamma, tutta la sua famiglia, il suo lavoro che non era un lavoro (questa è ancora una citazione), i suoi amici.
In questo momento cosa ci direbbe lui? Probabilmente, dopo un rutto liberatorio, ci direbbe che il dolore esiste, è reale ma noi dobbiamo attraversarlo questo dolore e non farci sopraffare, sconfiggere da questo dolore per continuare a celebrare, ogni giorno, la vita come un miracolo, come farebbe lui, sapendo, noi, che la fortuna di averlo conosciuto, di aver goduto del suo essere speciale è stato un regalo ancora più grande. Ciao Massimo, see you later….. sempre Forza Toro. Sei salito di categoria.


Saluti anche dall'amica Monica Esposito che ha condiviso ricordi ed emozioni e l'amore per Chiara, Francesco, mamma Marisa e i suoceri. "Grazie per averci regalato qualche momento per salutarti".

Per l'uscita di scena è stata scelta proprio Thunder road, con la sua voce a chiudere per sempre il sipario ma non l'eterno ricordo rock del suo mondo e di tutta la musica.

betty martinelli