Attualità - 03 agosto 2024, 07:11

Santa Croce e Carle di Cuneo senza climatizzazione in più del 50% dei reparti

Privo di condizionamento anche l'ufficio del direttore generale in via Coppino. Molto diversa, invece, la situazione di Verduno, ospedale aperto nel 2020 e dotato di impianti moderni ed efficienti

L'ospedale "Santa Croce" di Cuneo

In questi giorni di grande caldo, con i numeri di accesso ai Pronto Soccorso della provincia da vero assalto, viene da chiedersi quale sia la situazione della climatizzazione nei principali nosocomi della provincia.

Nello specifico, il Santa Croce e Carle di Cuneo e l'ospedale Michele Ferrero di Verduno. Un confronto che è per forza di cose sbilanciato verso la struttura della Cn2. Parliamo da un lato di un ospedale degli anni Sessanta e dall'altro di uno aperto per l'emergenza Covid, nel 2020, dopo una ventennale gestazione.

A Cuneo siamo messi decisamente male: i due ospedali del capoluogo sono climatizzati per il 43% della volumetria totale.

Tradotto, in più della metà dei reparti si boccheggia. Non è un disagio solo per i pazienti, ma anche per il personale che ci lavora. Il Carle e il Santa Croce sono ospedali che dimostrano tutta l'età che hanno e sui quali è difficile e costoso intervenire. 

Il problema della mancanza di climatizzazione, con tutte le conseguenze per chi è ricoverato o ci lavora, rende ancora più evidente la necessità di avere un nuovo nosocomio. Ma ci vorranno, se tutto va bene, sette o otto anni. E nel frattempo? Si tampona. Dove si rimettono a nuovo i reparti, la climatizzazione o la ventilazione sono primari. E' successo nell'area della nuova Ostetricia e Ginecologia e non solo.

 

Diverso il caso di Verduno. L'architetto Ferruccio Bianco guida la ventina di professionisti che operano presso i servizi tecnici dell’Asl Cn2.

"Un problema spinoso
– ci spiega –, quello del condizionamento degli ambienti di un ospedale, anche perché spesso ci si concentra solo sulla climatizzazione, quando invece nelle strutture odierne bisogna garantire un buon comfort ambientale, ma anche il controllo dell’umidità e dell’aria di ricambio. A Verduno questo è ovviamente avvenuto, visto che è un complesso di nuova costruzione. Questo avviene ovviamente con grosse differenze a seconda della tipologia di locale di cui si tratta. Quando si dice Verduno parliamo di un gigante di 11 piani, due soltanto dei quali destinati ad autorimesse e locali tecnici. Un totale di 110mila metri quadrati di superfici e 350mila metri cubi di volumetria utilizzata per fini sanitari. Un colosso all’interno del quale esistono locali nei quali l’aria viene filtrata e ricambiata in modo forzato 2-3 volte all’ora, come le camere di degenza, e altri, come le sale operatorie, dove questo processo avviene 50 volte nella stessa ora".

La climatizzazione, il riscaldamento e raffrescamento e più in generale la gestione dell’aria interna alle centinaia di camere, ambulatori, corridoi e sale d’aspetto del "Ferrero" sono funzioni deputate a un sistema di gestione informatizzata dell’immobile che consente di associare un migliore comfort di quanti quotidianamente vivono quegli ambienti – utenti e personale –, a una migliore efficienza energetica e quindi economica.

Un miraggio per il Santa Croce e Carle di Cuneo, allo stato attuale. Ne è consapevole il direttore generale Livio Tranchida, che miracoli sa di non poterne fare su un edificio che ha più di 60 anni. Nemmeno il suo ufficio, al primo piano del Santa Croce, vicino al Salone di Rappresentanza, è climatizzato. Lo sono gli uffici dirigenziali di corso Brunet, ma Tranchida ha scelto di stare nella sede di via Coppino.

Il suo ufficio è caldissimo, verrebbe da dire per nulla idoneo ad importanti incontri di lavoro, in questa caldissima stagione. Ma su questo Tranchida è ferreo: non la vuole. Anzi, sì, ma solo dopo che tutti i reparti del Santa Croce e Carle saranno finalmente climatizzati. Poi toccherà al suo ufficio.