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Attualità | 02 agosto 2024, 12:13

Abbandono di animali: con il nuovo Codice della Strada si rischiano fino a 7 anni di carcere

L'appello è lanciato dall'associazione animalista ambientalista Stop Animal Crimes Italia della sezione cuneese. Descrive la situazione degli abbandoni e del randagismo felino. Chiede alle istituzioni preposte maggiori controlli. Comuni e ASL, dovrebbero far sensibilizzazione nelle scuole

Cane abbandonato in provincia di Cuneo

Cane abbandonato in provincia di Cuneo

Abbandono animali: un fenomeno che si acutizza in particolare nei mesi estivi, durante le ferie. La sezione cuneese dell’associazione Stop Animal Crimes Italia, Movimento animalista e ambientalista nazionale, ente di denuncia dei crimini a danno degli animali e ambiente lancia un appello per prevenire azioni ai danni degli animali e a salvaguardia dell'incolumità pubblica. L’appello richiama il nuovo codice della strada che entrerà in vigore entro l’estate. Tra le principali modifiche proposte dal Disegno di Legge, vi è l'inasprimento delle sanzioni per chi abbandona animali sulle strade, soprattutto se ciò provoca incidenti gravi. 

Riceviamo e pubblichiamo

"Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l'arrestofino a un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Questo dispone il codice penale all’articolo 727 ma le pene sono molto più severe se dall’abbandono del cane verrà causato un incidente stradale con feriti o decessi; questo ad altri inasprimenti in tema di abbandono animali è una delle modifiche apportate al Codice della Strada  2024 ora in Commissione Giustizia per poi essere approvato dal Senato.

18 gli articoli introdotti, tra cui la pena della reclusione fino a 7 anni se dall’abbandono del cane vengonoprovocati incidenti con feriti o decessi.

Il nostro appello è rivolto a chiunque abbia intenzione di abbandonare il proprio cane o gatto a non tradire ilproprio animale, non solo per una questione legata al rispetto verso di loro, ma anche per una questione di incolumità pubblica; migliaia sono ancora oggi i cani abbandonati, soprattutto in questo periodo e in qualche modo legittimati dalla scarsa attività di Comuni e ASL veterinarie in tema di prevenzione e censimento sul territorio circa i cani padronali; infatti, un cane senza chip non permette di addebitare la proprietà e responsabilità a nessuno.

E poi i Comuni che, insieme alle ASL, dovrebbero far sensibilizzazione nelle scuole. Anche la banca dati genetica sarebbe un deterrente ma i Comuni preferiscono spendere milioni di euro a mantenere cani nei canili che investire alla radice del problema.

Gli abbandoni incidono anche sulla capienza di animali nei canili e gattili, perennemente saturi; i più recentidati risalgono al 2020 e riferendosi alla Regione Piemonte dove secondo i dati del Ministero della Salute in Piemonte, sono stati quasi 5.600 gli ingressi di animali nei canili sanitari a cui si devono aggiungere 3.065 accoglienze nei canili rifugio, 3.383 i cani dati in adozione nella nostra regione.

Questi i dati ufficiali ma los candalo che denunciamo è che in molti rifugi cuneesi gestiti da associazioni animaliste vengono ospitati numerosissimi cani provenienti dal sud Italia e non per volontariato ma per lucro; infatti tali rifugi, sottobanco, ricevono una retta mensile e ciò toglie spazio ai cani randagi locali o sequestrati (motivo che,unitamente ad altri, in luogo di sequestri di animali, spinge le Autorità veterinarie ad optare per il rilascio di prescrizioni ossia la messa a norma dei luoghi o lo sgombero, lasciando al controllato il problema di sistemare i cani).

Ma vi è un altro aspetto di cui per interesse non si parla ovvero quello di altri migliaia di cani e gatti (cisono stati molti casi anche in provincia di Cuneo e chissà quanti ce ne sono) che sono detenuti da strutture casalinghe abusive, realizzati o per scopo di lucro (denominati “stalli”) poichè pensioni prive di licenze autorizzative o per fenomeni ascrivibili all’animal hoarding: un altro fenomeno che in qualunque momento può trasformarsi nell’ennesima emergenza di sistemazione di animali in luoghi autorizzati.

Se parliamo di gatti poi il problema degli abbandoni che diventa randagismo felino si amplifica; infatti oltre che l’assenza di obbligo di microchip e mancano gattili - il gattile di Cuneo è costantemente saturo efondamentalmente si autofinanzia (circa 250 gatti ingressati all’anno); i Comuni non si interessano dei gatti,non finanziano le sterilizzazioni dei gatti di colonie censite e allora, anche in questo caso, si sfocia nella deriva di centinaia di gatti feriti e gattini abbandonati (anche questa è una forma di abbandono, quella peggiore e guarda caso non prevista come reato) che non hanno soccorso e delle strutture abusive spesso in mano ad accumulatori e sterilizzazioni pagate da privati.

L’appello è rivolto dunque anche alle istituzioni preposte a fare maggiori controlli, sanzioni e progetti disensibilizzazione ovvero ai veterinari liberi professionisti che rappresentano un vero e proprio filtro laddove hanno il dovere/obbligo di invitare i clienti meno rispettosi delle regole a microchippare il proprio animale.

In attesa dunque di pene più severe, essendo quelle previste oggi dall’art. 727 c.p. ancora troppo poco dissuasive, invitiamo chiunque sia testimone di un abbandono ad avere il sangue freddo di annotare targa e circostanze e chiamare subito le Forze dell’Ordine oppure i nostri recapiti mobili : 3665363544.

VB

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