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Eventi | 30 luglio 2024, 20:11

Festival dei Saraceni, anche per il mese di agosto un ricco calendario di eventi

Si parte venerdì 2 alle 21 con il concerto Impresiones latinas nella sontuosa cornice della Sala dei Marmi della Reggia di Val Casotto

Festival dei Saraceni, anche per il mese di agosto un ricco calendario di eventi

Dopo l’abbuffata di concerti delle scorse settimane proposta dal Festival dei Saraceni, anche il mese di agosto propone un’allettante serie di eventi, per la gioia degli appassionati della grande musica.

Si partirà venerdì 2 agosto alle ore 21 nella sontuosa cornice della Sala dei Marmi della Reggia di Val Casotto, che ospiterà Impresiones latinas, un concerto imperniato su una serie di opere degli argentini Alberto Ginastera e Astor Piazzolla, con il brasiliano Heitor Villa-Lobos tra gli esponenti più famosi ed emblematici della musica classica dell’America Latina del XX secolo, in grado di fare coesistere armoniosamente le melodie e i ritmi tradizionali dei loro paesi con stilemi di chiara matrice europea.

L’accostamento di queste opere consentirà di apprezzare la ricchezza del patrimonio musicale fiorito in Argentina nel XX secolo, che vide da un lato il successo planetario del tango d’autore incarnato dai capolavori di Piazzolla e dei suoi epigoni e dall’altro l’affermazione di una scuola legata agli stili accademici, che vide tra i suoi massimi protagonisti Alberto Ginastera, che nella prima fase della sua carriera prese a modello le opere di Igor Stravinsky, Béla Bartók e Manuel de Falla, prima di evolvere in seguito verso uno stile più personale e innovativo.

Di questo concerto sarà assoluto protagonista l’Ensemble Lumière, una brillante formazione composta dal pianista Stefano Giavazzi, dal violinista Carlo Cantini, dal violista Christian Serazzi, dal violoncellista Andrea Musto, dal contrabbassista Lorenzo Gabellini e dal bandoneon di Marco Fabbri, con la partecipazione straordinaria di Javier Girotto, solista molto apprezzato a livello internazionale, tra gli artisti più versatili del panorama jazz dei giorni nostri e strenuo portavoce di un’idea di musica senza frontiere.

Giovedì 22 agosto alle 21 nell’Oratorio di Sant’Antonio di Pamparato il pubblico potrà scoprire la suggestiva tradizione musicale dell’Armenia, con una serie di opere di Aram Khachaturian, Tigran Mansurian, Alan Hovhaness, Arno Babajanian, Khachatur Avetisyan, George Gurdjieff e Padre Komitas nell’interpretazione coinvolgente e idiomatica del violista Maurizio Redegoso Kharitian, dal pianista Tatevik Aivazian e di Aram Ipekdjian al duduk, un antico strumento musicale tradizionale armeno dal suono estremamente evocativo. Stretta tra l’Europa, il Medio Oriente, la Russia e i paesi dell’Asia centrale, l’Armenia ha risentito delle influenze culturali degli imperi che con il tempo si sono succeduti in questa regione.

In particolare, nel corso dei secoli nel territorio corrispondente all’attuale Armenia sono passati tra gli altri gli urartei, i greci, i persiani, i romani, gli arabi, gli ottomani e i russi ma – nonostante questo – il popolo armeno ha sempre saputo preservare la propria identità culturale, che iniziò a svilupparsi con l’adozione del Cristianesimo come religione di stato, avvenuta nel 301 d.C. e la creazione di un proprio alfabeto, che permise la traduzione in lingua armena dei testi sacri e la creazione di una fiorente letteratura.

Sotto il profilo musicale, l’Armenia vanta una tradizione antichissima, le cui prime testimonianze certe risalgono addirittura al V secolo, quando vennero tradotti in armeno alcuni tropari e canti liturgici e vide la luce una serie di inni sacri originali. L’importanza fondamentale di queste prime opere musicali fu sottolineata dall’antico storico armeno Mosè di Corene, che giunse al punto da definire la musica un elemento distintivo dell’identità nazionale.

Sabato 24 agosto alle ore 18.30 nella Sala dei Marmi della Reggia di Val Casotto si trasformerà in un salotto musicale d’altri tempi. Il concerto “Musica Proibita: Omaggio alla Belle Époque” porterà gli spettatori in un viaggio attraverso le melodie proibite e sensuali di compositori come Gastaldon, Donaudy, Puccini, Tosti, Cominotti e Castellino.

Maria Claudia Bergantin, soprano di fama internazionale, incanterà il pubblico con la sua voce cristallina, mentre Alberto Rainetti al pianoforte darà vita a queste preziose partiture. La Belle Époque, periodo di eleganza, raffinatezza e trasgressione, sarà celebrata attraverso la musica. I presenti potranno immergersi nell’atmosfera di un’epoca in cui l’arte e la cultura si fondevano in un abbraccio appassionato.

La 57ª edizione del Festival dei Saraceni si chiuderà venerdì 30 agosto alle ore 21 nell’Oratorio di Sant’Antonio di Pamparato con L’essenza del trio, uno scintillante concerto imperniato sulla triosonata, uno dei generi strumentali che conobbero maggior fortuna per tutto il periodo barocco, quando i compositori all’inizio della carriera – primo tra tutti Antonio Vivaldi – per farsi conoscere dedicavano come propria opera prima ai ricchi mecenati dell’epoca un volume di triosonate.

Il programma del concerto tenuto da Stefano Barneschi (violino), Martino Noferi (flauto dolce e oboe), Marica Testi (flauto traversiere), Marco Frezzato (violoncello) e Ottaviano Tenerani (clavicembalo e direzione) accompagnerà il pubblico alla scoperta di un repertorio tanto ricco quanto affascinante, concentrandosi sulla produzione di Georg Philipp Telemann e Georg Friedrich Händel, compositori quasi coetanei che, pur vivendo molto lontani l’uno dall’altro – in Germania il primo e in Italia e in Inghilterra il secondo – furono legati per tutta la loro esistenza da una sincera amicizia, che trova espressione in un cospicuo carteggio, nel quale non si limitarono a scambiare opinioni sulla musica, ma discettarono anche di altri temi quali la botanica, prova evidente della vastità dei loro interessi.

L’ascolto viene reso particolarmente gradevole dalla decisione degli interpreti di eseguire triosonate per impasti strumentali sempre diversi, abbinando di volta in volta il violino, il flauto dolce, il flauto traversiere e l’oboe. Un concerto di grande fascino, con il quale l’Academia Montis Regalis darà l’apuntamento al proprio affezionato pubblico all’edizione del Festival dei Saraceni del prossimo anno.




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