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Cronaca | 25 luglio 2024, 17:32

Indagini per la morte di Anisa nel biolago di Caraglio: la lista degli indagati potrebbe allungarsi

Tra gli aspetti più complessi da chiarire, quelli sulle norme di sicurezza da adottare nella gestione di un biolago. Ce ne sono pochissimi e non esiste, in Italia, una disciplina specifica a riguardo

Indagini per la morte di Anisa nel biolago di Caraglio: la lista degli indagati potrebbe allungarsi

Potrebbe allungarsi la lista degli iscritti al registro degli indagati per la tragedia avvenuta al biolago di Caraglio lo scorso 17 luglio, dove è morta Anisa, bambina di sette anni.

Continuano, infatti, gli accertamenti relativi all'inchiesta finalizzata ad accertare le eventuali responsabilità su quanto accaduto, in particolare nell'ambito dell'organizzazione della gita del centro estivo parrocchiale della Valle Stura e di chi era preposto alla sorveglianza dei bambini, una cinquantina, andati a trascorrere una giornata che sarebbe dovuta essere solo di divertimento e spensieratezza.

E che si è purtroppo trasformata in un incubo per tutti quelli che l'hanno vissuta. In particolare per chi sarà chiamato a rispondere di ciò che è accaduto e del perché non sia riuscito ad evitarlo. 

Al momento sono due gli indagati. Ma non mancano gli elementi per presumere che possano presto essercene altri. Alcune posizioni, infatti, sarebbero sotto la lente della Procura. 

Nei giorni scorsi abbiamo parlato con gli avvocati difensori del gestore dell’area verde di frazione Bottonasco, Roberto Manzi, e dell’educatrice diciottenne indicata come la responsabile del gruppo di sette animatori, provenienti da tutta la valle, di cui solo due maggiorenni. 

Entrambi hanno evidenziato come la cosa più importante sia, al di là del cordoglio per il dolore dei coinvolti, il rigore nella ricostruzione dei fatti tramite accertamenti tecnici che evitino di costruire "capri espiatori".

Nel frattempo l'area del biolago resta sotto sequestro ed è chiusa fino a data da destinarsi. La specificità di un biolago è che la balneabilità è permessa grazie a processi naturali di fito e biodepurazione. Quello di Caraglio è uno dei pochissimi in Italia. Rispettati tutti i parametri relativi alle specifiche chimiche e biologiche dell'acqua, in termini di norme di sicurezza e sorveglianza degli utenti, essendo pubblico e balneabile, a quale normativa risponde?

Attualmente in Italia non c'è una normativa specifica: esiste solo una delibera della Provincia di Bolzano del 20 giugno 2011 nr. 974. Non ci sono norme specifiche né a livello nazionale né a livello regionale. Quindi? Quello di Caraglio è equiparabile, in obblighi di sorveglianza degli utenti, ad una piscina o ad un parco acquatico, essendoci, tra le altre cose, un'area avventura con ponti tibetani e zip line per tutte le età e un'area gonfiabili per i più piccoli? Quante persone possono entrare contemporaneamente? Chi le conta? E come?

Sarà, questo, uno dei temi chiave dell'intera vicenda. Mancando una normativa specifica, non è difficile presumere che questo possa essere uno degli aspetti più complessi e anche "caldi" da sviscerare, dal quale si dovranno stabilire le responsabilità e, quindi, le colpe.

Barbara Simonelli

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