Cronaca - 25 luglio 2024, 07:01

Pestato a morte a Biella: la Procura chiede il rinvio a giudizio per omicidio dei quattro indagati

Tra loro il 21enne Andrea Basso, anche lui originario di Savigliano come la vittima, secondo gli inquirenti tra gli autori della violenta aggressione

Giovanni "Gino" Santus, vittima dell'omicidio

Quattro richieste di rinvio a giudizio per omicidio. Si è chiusa così l’indagine che il pubblico ministero presso la Procura della Repubblica di Biella Sarah Cacciaguerra ha condotto sulla morte di Giovanni Santus, per tutti "Gino", 58enne senza fissa dimora originario di Savigliano che l’8 luglio 2023 venne rinvenuto privo di vita all’interno di un appartamento in via Buratti 2 a Biella

Nei guai finirono le quattro persone che quel giorno erano con Pintus in quella casa nel quartiere della città conosciuto come Chiavazza

Soggetti nei confronti dei quali si erano concentrate da subito le attenzioni della Squadra Mobile della Polizia di Biella, che sulla scorta dell’esame autoptico aveva potuto verificare come l’uomo non fosse stato vittima di un malore, come inizialmente sostenuto dai quattro allorquando finalmente si decisero a chiamare i soccorsi, nel tardo pomeriggio di quel sabato, ma come il 58enne fosse invece morto per le lesioni accusate nel pesante pestaggio subito nelle ore precedenti i suoi ultimi respiri

Tra i quattro soggetti nei confronti dei quali la Procura ha ora chiesto di procedere in giudizio figura così quello che da subito era risultato il principale indiziato dell’omicidio. Si tratta del Andrea Basso, classe 2003, appena ventenne all’epoca dei fatti, anche lui di Savigliano nonostante non si conoscesse con la vittima. 

La Procura ha elementi per ritenere che fu lui, a sua volte ospite di quella casa insieme alla fidanzata, la 20enne ligure Asia Luciana Mula, a scagliarsi pesantemente contro Santus ed a aggredirlo con pugni al volto e colpi al torace. A dargli manforte, per gli inquirenti, fu Lionel Ascoli, oggi 43enne, convivente di Silvio Iarussi, affittuario dell’appartamento del quale i due giovani erano ospiti e nel quale pochi giorni prima dei fatti era stato accolto anche Santus. 

A scatenare la violenta rabbia dei due, in un contesto che gli inquirenti descrivono come di forte degrado, connotato da un generoso utilizzo di alcol e stupefacenti, una bottiglia di Gin che Santus avrebbe consumato interamente in solitudine, senza condividerla coi compagni che lo avevano accolto e ospitato in quella casa. 

Sempre secondo gli inquirenti il pestaggio avvenne in due momenti successivi, mentre a seguire l’uomo venne messo sotto il getto bollente della doccia con l’intenzione di nasconderne i segni, ma con l’effetto di ustionarne il corpo e aggravarne così le condizioni. 

Per Mula e Iarussi, da poco rimessi in libertà dopo essere stati anche loro reclusi per mesi in carcere, il coinvolgimento nell’omicidio si sarebbe concretizzato nel mancato ascolto delle richieste della vittima di chiamare un medico che potesse soccorrerlo nel momento in cui, tra un’aggressione e l’altra, Basso e Ascoli si erano momentaneamente allontanati dalla casa.  

Così come anche Ascoli e Iarrusi, Andrea Basso ha alle spalle diversi precedenti e nei mesi trascorsi a Biella prima della morte di Santus era stato protagonista di diversi episodi di violenza, tra i quali anche un’aggressione ai danni dello stesso senza fissa dimora. 

A suo carico pesa poi un'altra denuncia: il 20enne era stato infatti sorpreso in possesso di uno smartphone all’interno del carcere, dispositivo col quale era anche riuscito a effettuare alcune telefonate.

Andrea Basso, tra gli indagati