Attualità - 24 luglio 2024, 07:19

Il caldo e i rischi per i pazienti anziani dell’Asl Cn2: “Attenzione alla disidratazione e a calibrare bene i farmaci”

Elena Nicola, dirigente medico presso la Struttura complessa di Medicina interna e responsabile dell'ambulatorio Geriatria dell'Asl Cn2, fa un quadro della situazione: “In aumento i ricoveri di chi ha patologie croniche e più di 75 anni. Gli anziani hanno una ridotta sensazione della sete”

L'ospedale "Michele e Pietro Ferrero" di Verduno

Un quadro sotto controllo, ma che deve essere valutato sempre con grande attenzione e in maniera multidisciplinare: è quello che riguarda gli effetti del caldo sugli anziani, delineati da Elena Nicola, dirigente medico presso la Struttura complessa di Medicina interna e responsabile dell'Ambulatorio Geriatria dell'Asl Cn2.

Il caldo e l'estate come condizionano il suo lavoro?
"Si può dire che nel periodo estivo è abbastanza frequente ritrovare sia in un reparto di Medicina interna sia nell'ambulatorio di Geriatria un numero maggiore di pazienti che hanno delle patologie croniche e più di 75 anni, con necessità di ricovero o comunque di assistenza. Il grande caldo, come il grande freddo, rappresentano per l'anziano un momento maggiormente critico".

 Da che punto di vista?
"Il paziente anziano ha, intanto, una minore capacità di termoregolazione, un fenomeno tipico dell’invecchiamento. Il fisico è meno pronto a termoregolarsi, e quindi questi cambiamenti climatici vengono patiti di più, sostanzialmente. E poi l'anziano ha una ridotta sensazione della sete, per cui tende meno a sentire lo stimolo a doversi idratare. Questo vale anche per le persone che magari in giovane età assumevano una quantità di liquidi più che adeguata. Si tratta di alterazioni che potremmo definire para fisiologiche".

A queste situazioni si possono aggiungere altre criticità.
"Le persone anziane possono soffrire di più patologie croniche. E questa combinazione dell'età non giovane, associata agli effetti del caldo e alle patologie croniche, penso in particolar modo allo scompenso cardiaco, all’insufficienza respiratoria oppure anche alla sindrome d'allettamento (persone che non sono più in grado di muoversi), può generare un momento critico".

I pazienti cronici sono anche quelli che prendono più medicine.
"In estate certi farmaci devono essere tenuti sotto controllo. Le parlo degli esempi più frequenti, che possono essere i diuretici o gli antiipertensivi. Se fa tanto caldo e il paziente continua a prendere tanto diuretico, posso aspettarmi che magari la sua pressione possa scendere troppo, che perda tanti elettroliti: insomma che ci possano essere delle variazioni che lo portino poi ad accedere al Pronto Soccorso e quindi, conseguentemente, in un reparto di Medicina interna o magari nell'ambulatorio di Geriatria. E’ opportuno comunque concordare sempre ogni cambio di dosaggio con il proprio medico e mai ricorrere a una soluzione ‘fai da te’. A volte, poi, certi sintomi possono essere sfumati e quindi meno riconoscibili".

Cioè?
"In ambito geriatrico pensare in maniera più semplice può portare a dei risultati. La disidratazione, per esempio, può manifestarsi anche con disturbi cognitivi, agitazione notturna, aggressività. Con questi sintomi, prima di aggiungere un tranquillante è meglio escludere eventuali cause organiche quali, appunto, la disidratazione o un’infezione sottostante”.

 

Quanti anziani accedono alle vostre strutture?

"I nostri ricoveri avvengono prevalentemente dal Pronto Soccorso. Nel periodo estivo si verifica sicuramente un aumento di pazienti anziani e fragili, tendenzialmente in linea con quello che si verifica nel Dea (Dipartimento di emergenza e accettazione)".

Alcune buone pratiche per affrontare il caldo?
Evitare di uscire tra le 11 e le18, così come anche non assumere bevande gasate o comunque molto fredde. Bere molto, sicuramente è importante, ma non sempre facile. Una persona anziana che magari è allettata e cognitivamente non è molto performante può essere aiutata con dei succhi o con della frutta, dei frullati o qualcosa che gli permetta di introdurre dei liquidi, delle vitamine e dei sali minerali. Poi, laddove ci sia la possibilità, è bene utilizzare il condizionamento, magari circa 4° in meno della temperatura corrente. E un’altra cosa: è importante confrontarsi con il medico quando ci si accorge che magari non si è più tanto in forma, al fine di valutare se fosse il caso di ricalibrare la terapia abituale in atto… I nostri pazienti sono sovente molto ligi e a volte non osano chiedere una rivalutazione della terapia che, con le alte temperature, potrebbe aver bisogno di essere modificata. Ad esempio, in questo periodo c'è stato un piccolo aumento delle gastroenteriti, e alcuni pazienti continuavano a prendere il diuretico, arrivando così in ospedale disidratati”.

E a livello di alimentazione cosa si deve fare?
Sicuramente mangiare frutta e verdura in quantità, evitare gli alcolici, non esagerare con gli zuccheri. Dopodiché un gelato, per esempio, lo dobbiamo considerare non come un vizio ma come un buon alimento che può essere un sostituto quando un paziente non riesce a mangiare o a bere: non bisogna demonizzarlo”.

 

 

Daniele Vaira