Economia - 22 luglio 2024, 15:33

Axactor Italia chiude la sede di Cuneo, 100 i posti di lavoro a rischio: aperto lo stato di agitazione sindacale

Fisascat Cisl e Uiltucs Uil pronti a chiedere la convocazione di più tavoli istituzionali. L'azienda si occupa di investimenti in portafogli di crediti deteriorati e offre servizi di recupero crediti

La sede di Cuneo di Axactor chiuderà da gennaio 2025. Mobilitazione dei sindacati per i circa cento dipendenti trasferiti sulle tre sedi rimaste di Milano, Grosseto e Milazzo.

Axactor è una società con sede in Europa, che investe in portafogli di crediti deteriorati e offre servizi nell'ambito del recupero crediti. “Axactor – si legge nella presentazione sul suo sito ufficiale - ritiene che l'attività di gestione e recupero crediti svolga un ruolo importante nella società. L'obiettivo è aiutare le persone e le aziende a raggiungere un futuro migliore”.

Giovedì 18 luglio – scrivono in una nota congiunta le organizzazioni sindacali - , a fronte di una richiesta di incontro urgente, hanno potuto aprire un primo confronto con la direzione aziendale che, cosi come comunicato sulle e-mail di trasferimento inviate al personale dipendente, in un'ottica di "crescita, rafforzamento, consolidamento ed efficientamento aziendale " a far data dal prossimo 01 gennaio 2025 chiuderà la sede di Cuneo e spacchetterà il personale dipendente ricollocandolo in 3 diverse province (Milano, Grosseto e Milazzo ) a seconda delle professionalità e mansioni svolte”.

Le Segreterie di Fisascat Cisl e Uiltucs Uil che hanno fin da subito contestato e marchiato come un paradosso quanto dichiarato dall'azienda: “Circa 100 lavoratrici e lavoratori improvvisamente si ritroveranno a dover subire una decisione che inevitabilmente porterà la maggior parte di loro a dover dare le dimissioni – continuano -”.

Alessandro Lotti e Andrea Stasi della Fisascat Cisl dichiarano: “Non si può da una parte parlare di crescita di rafforzamento e di consolidamento di gruppo e contestualmente chiudere una sede con 100 addetti”.

Non riusciamo a comprendere né tantomeno a condividere un piano aziendale che, oltre a non essere credibile, stravolge unicamente le condizioni di vita dei lavoratori e delle proprie famiglie", precisa Fabio Bove della Uiltucs.

Per organizzazioni sindacali dunque, “questa sorprendente decisione aziendale è uno schiaffo all'occupazione sul territorio cuneese, perchè la maggior parte dei dipendenti di Axactor svolgono attività professionali che non giustificano il trasferimento. Stiamo parlando, in particolare, dei lavoratori addetti al Phone Collection, attività che può essere gestita in qualsiasi località e che se ci fosse la volontà aziendale potrebbe senza dubbio essere ricondotta allo Smart Working così come altre professionalità presenti in azienda. Quali sono le opportunità di crescita per lavoratori con retribuzioni medie di 1.300 euro al mese, che svolgono attività ordinarie di Phone Collection? L'azienda sostiene di voler mantenere e anzi, di voler sviluppare gli attuali livelli occupazionali: ma come agirà qualora le maestranze non dovessero accettare ii trasferimento? A quali condizioni e con quali contratti sarà eventualmente assunto il personale, ritenuto necessario, in sostituzione dei lavoratori che non accettano il trasferimento? Ad oggi non è dato saperlo”.

Dubito fortemente che chi oggi guadagna 1300 euro al mese deciderà a cuor leggero di trasferirsi in una città come Milano dove il costo della vita non è minimamente paragonabile a Cuneo, oppure si trasferirà a più di 1000 km di distanza avendo vincoli familiari di un certo tipo” dichiara Alessandro Lotti, e ancora Bove: "Il piano aziendale promosso da Axactor potrà produrre un solo risultato certo: la perdita di occupazione stabile sul territorio cuneese che, quasi certamente, sarà sostituita con l’inserimento di nuovo personale assunto nelle altre sedi con rapporti di lavoro a termine o con contratti atipici".

Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, fortemente preoccupate per il futuro occupazionale delle persone, conclusa l'assemblea sindacale in sede aziendale venerdì 19 luglio, hanno ricevuto il mandato dai lavoratori di aprire lo stato di agitazione sindacale.

L'assemblea, infatti, all'unanimità, ha autorizzato a mettere in campo ogni azione valida per poter percorrere strade alternative a quella che ad oggi “ha tutte le caratteristiche di un licenziamento collettivo camuffato da trasferimento – precisano le segreterie sindacali -” .

Fisascat Cisl e Uiltucs Uil chiederanno, pertanto, nelle prossime settimane la convocazione di più tavoli istituzionali.

Redazione