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Cronaca | 19 luglio 2024, 17:07

Prezioso sarcofago di epoca romana era nascosto da cinque anni in un cascinale nelle campagne di Pollenzo [FOTO]

Nell’indagine “Soffio" i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Torino hanno sequestrato oltre 2mila monete antiche e parte di un corredo funerario: si tratta di merce di scambio tra collezionisti dal valore di 120mila euro

Il sarcofago in marmo, risalente alla metà del III secolo d.C., di tipologia hapax

Il sarcofago in marmo, risalente alla metà del III secolo d.C., di tipologia hapax

È stato custodito, per oltre 5 anni, all’interno di un'azienda agricola nelle campagne di frazione Pollenzo a Bra, ben nascosto all’interno di un capanno per le attrezzature agricole, il pregiato sarcofago in marmo locale di epoca romana imperiale, che un agricoltore piemontese aveva portato alla luce, consapevole del valore archeologico del manufatto. Gli esperti ipotizzano che il sarcofago provenga da una delle necropoli di Pollentia di località "Cascina Pedaggera", a pochi metri dall'abitato. Si tratta di un sarcofago a cassapanca in marmo dolomitico, a graffe rovesciate, con tabula ansata priva di iscrizione: non sappiamo il motivo per cui non fu mai completata. Il prezioso rinvenimento sarà oggetto di restauro nelle prossime settimane perché ha subito diversi danneggiamenti per l'esposizione ad agenti atmosferici.


Come ricordano a più riprese Simone Lerma e la prof.ssa Maria Elena Gorrini dell'Università di Pavia, sottrarre dei reperti illegalmente priva della possibilità di studiare il luogo in cui gli stessi sono rimasti fino al rinvenimento e quindi rende difficile ricostruire il contesto di appartenenza. La restituzione è un momento di "importante presa di coscienza della collettività sul valore dei beni prima di tutto come catalizzatori di senso civico" sottolinea quindi Laura Moro, dirigente del Servizio II DG-ABAP del Ministero della Cultura.

La particolare vicenda è stata ricostruita dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Torino, nel corso di un’indagine iniziata nel 2020 e coordinata dalla Procura della Repubblica di Asti, culminata con la condanna di tre persone per violazione dei reati di ricettazione e impossessamento illecito di beni culturali.

Il caso ha avuto origine grazie a una certosina attività informativa poi riscontrata dai militari dell’Arma, che hanno posto l’attenzione su alcuni insospettabili soggetti che, attraverso i provvedimenti dell’autorità giudiziaria procedente, sono stati perquisiti presso le loro abitazioni private e trovati in possesso di preziosi beni, illecitamente detenuti, nonché di attrezzatura da scavo. "Il fenomeno del metal detecting in Piemonte è abbastanza sviluppato, ma ricordiamo che chi scava si appropria di beni che non sono suoi, ma dello Stato", precisa il Maggiore del Nucleo TPC TOrino Ferdinando Angeletti.

L’attività investigativa, nel suo complesso, ha consentito di porre in sequestro, oltre al citato sarcofago, un lotto molto eterogeneo che comprende 2383 monete di natura archeologica, tra cui spicca un solido d’oro dell’Imperatore Onorio databile tra il IV-V sec. d.C., ornamenti personali e complementi di vestiario vari (tra cui una spilla di epoca longobarda appartenuta a una donna di elevato rango, una fibbia appartenuta probabilmente a un militare romano e diversi oggetti portafortuna), 2 unguentari in vetro e numerosi oggetti bronzei - decorativi ma anche lucerne - provenienti verosimilmente da un corredo funerario di epoca romana. Rinvenuti anche diversi elementi architettonici in marmo proveniente dall’area dell’Egeo settentrionale e pietra, tutti riconducibili all’età romana imperiale.

Tali manufatti, secondo i funzionari archeologi della Soprintendenza sono risultati compatibili, per provenienza, con l’area dell’antico teatro romano, risalente al I sec. a.C.., di Augusta Bagiennorum (ora comune di Bene Vagienna, in provincia di Cuneo.

Le accurate valutazioni da parte dei funzionari ministeriali delle Soprintendenze di Torino, Alessandria, Asti e Cuneo che hanno dimostrato l’autenticità di tutti i beni posti in sequestro, in uno con gli elementi indiziari raccolti dai Carabinieri, hanno consentito alla Procura della Repubblica astigiana di sostenere l’ipotesi di una derivazione illecita conseguente a escavazione clandestina e la conseguente ricettazione.

L’intervento dei Carabinieri, di concerto ai funzionari ministeriali delle Soprintendenze interessate, ha permesso l’interruzione di un mercato clandestino che avrebbe fruttato oltre 120.000 euro, e la restituzione dei reperti recuperati, che rappresentano una importante testimonianza per il contesto archeologico piemontese, assicurandone da oggi una nuova pubblica fruizione.

La restituzione odierna allo Stato italiano, costituisce un’ulteriore occasione di riflessione sulla particolare tutela che legge italiana riserva al patrimonio archeologico. L’ordinamento giuridico penale, da ultimo riformato a marzo del 2022, prevede che i reperti archeologici, da chiunque e in qualunque modo ritrovati nel sottosuolo o sui fondali marini del territorio nazionale, appartengono allo Stato e a questo devono essere restituiti in mancanza di una idonea e legittima autorizzazione al possesso.

In occasione della loro restituzione, effettuata oggi dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Torino, tutti i reperti archeologici sono stati esposti al pubblico al Museo Civico di Archeologia Storia e Arte a Palazzo Traversa di Bra, in una cerimonia presenziata anche dal soprintendente della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Province di Alessandria, Asti e Cuneo, con la partecipazione dell’Arma territoriale e dell’Amministrazione comunale di Bra. In merito il Sindaco della città Gianni Fogliato esprime parole di soddisfazione: "Rimettere nel circuito legale ritrovamenti archeologici di tale valore è altrettanto importante quanto assicurare che siano goduti dalla popolazione. Alcuni reperti rimangono nel nostro museo a beneficio di coloro che lo visitano quotidianamente e presto, con l'adeguamento di un locale seminterrato, anche Palazzo Garrone diventerà sede museale: una soluzione che ci permette di abbinare cultura e rigenerazione urbana", conclude Fogliato.

Redazione

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