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Economia | 19 luglio 2024, 14:41

Industriali e prospettive: fiducia, ma con cautela. Manifatturiero in stallo, mentre cresce il settore dei servizi [FOTO]

Presentati i dati dell'analisi congiunturale del Centro Studi di Confindustria Cuneo

Industriali e prospettive: fiducia, ma con cautela. Manifatturiero in stallo, mentre cresce il settore dei servizi [FOTO]

I dati sulle previsioni delle imprese per il terzo trimestre dell'anno non sarebbero troppo rassicuranti ed incoraggianti, anche se resiste un clima di cauto ottimismo soprattutto in certi settori. Presentata nella Sala Michele Ferrero di Casa di Betania, sede di Confindustria Cuneo dal presidente Mariano Costamagna insieme al direttore generale Giuliana Cirio, al neo presidente regionale Andrea Amalberto e alla responsabile del Centro Studi Elena Angaramo l'analisi congiunturale.

Il presidente di Confindustria Cuneo Mariano Costamagna: "Con la decelerazione dell'inflazione a livello internazionale continua la crescita economica, anche se per noi più timidamente. I nostri imprenditori hanno bisogno di certezze e stabilità per una continuità. Ma si respira ancora un clima di fiducia. Le certezze nazionali, provinciali o regionale contribuiscono a favorire questo sentimento anche agli imprenditori. Tra i dati meritevoli di attenzione il decremento della cassa integrazione e il miglioramento del tasso occupazionale".



Il "sentiment" per il prossimo trimestre vede in stallo il settore manifatturiero, in attesa di maggiori definizioni del quadro geopolitico internazionale e delle sue eventuali ricadute. Per questo, non si discosta dal trimestre precedente, che però era stato espansivo.





Il saldo tra aumento e diminuzione della produzione in provincia di Cuneo pareggia, le attese si raffreddano” commenta il direttore generale Giuliana Cirio.

Il manifatturiero risulta in calo solo nelle province di Cuneo e Verbania. Per i servizi invece Cuneo si mostra la più ottimista in Piemonte. Un'inversione del ciclo rispetto a quanto risultava in precedenza.

Nelle previsioni si registra un clima di incertezza che si traduce in un atteggiamento prudente e cauto anche negli ordini.

Sull'occupazione si registra il dato più indicativo, in quanto continua la necessità di ricerca di risorse umane e manodopera.

I grafici dimostrano come dopo il picco del periodo Covid il ricorso alla cassa integrazione sia in forte calo.

"Con questi dati possiamo dire che chiunque voglia trovare lavoro, può farlo" aggiunge Giuliana Cirio.



Il settore dei servizi è in una fase espansiva, dove cresce anche la propensione agli investimenti. Al contrario del settore manifatturiero però qui il ricorso alla cassa integrazione è maggiore, perché più suscettibili alle variazioni di mercato. Sale, infatti, il timore per i rincari di prezzi di commodity ed energia. Scende, invece, l'aspettativa per quelli relativi a trasporti e logistica.

Nel manifatturiero calano l'automotive e la meccanica, dove sale ricorso alla Cig, con un rallentamento della chimica e gomma plastica, ma crescono l'agroalimentare, l'edilizia, grafica-stampa e vetro.

Sale il ricorso alla Cig nel commercio e turismo pur avendo recuperato i livelli prepandemici, ma stagnante.



Le conclusioni con una fotografia regionale e di raffronto con quella del Cuneese al neo presidente di Confindustria Piemonte, Andrea Amalberto, che dichiara: "Anche se i dati ci avvisano di una certa flessione, siamo ottimisti. Un imprenditore deve esserlo. Molti investimenti non atterrano e si riscontra una certa difficoltà a far decollare l'industria 5.0, ma su questo il ministro Urso ha rassicurato che ci sarà un collegamento con le nostre territoriali, dove oltre al meccanismo attuativo arriveranno entro agosto anche i software per smaltire le richieste. Dovrebbe, così, far partire investimenti e produzioni. Siamo quinti al mondo per l'esportazione, vicini al Giappone che è quarto perché spicca per l'automotive. Il tessile si trova in preoccupante difficoltà, invece l'edilizia cresce anche se le imprese faticano a incassare. Il terziario funziona molto bene. Il dato che emerge diffusamente è la mancanza di manodopera, anche per il calo demografico, per cui le imprese devono cambiare approccio e pensare anche alla formazione dedicata, che potrà ridurre anche il ricorso alla cassa integrazione. Sono avviati i dialoghi con le università e il politecnico per rinforzare la progettualità formativa e orientarla alle nuove esigenze".

Sara Aschero

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