Economia - 19 luglio 2024, 07:00

Quanti sono i cantieri in Italia? Nei numeri della CNCE emerge una spaccatura netta tra Nord e Sud

In Italia uno dei settori che può essere considerato tra i più importanti a livello nazionale è sicuramente quello dell’edilizia

In Italia, uno dei settori che può essere considerato tra i più importanti a livello nazionale è sicuramente quello dell’edilizia. Di recente sono stati pubblicati dal CNCE i dati che permettono di offrire una panoramica dettagliata sull’attività dei diversi cantieri.

Naturalmente all'interno di questa analisi del CNCE vengono prese in esame le diverse aree geografiche del paese ma viene fatta anche una distinzione tra i cantieri attivi per le opere pubbliche – che, come è noto, sono regolamentate dalle gare d'appalto e dai relativi requisiti (in merito suggeriamo questa pagina di SoaSemplice.it sulle categorie SOA per approfondire tale aspetto) – e quelli relativi ai lavori commissionati dai privati.

Un'analisi approfondita del sistema bilaterale dell’edilizia

Il sistema bilaterale dell’edilizia è stato istituito per assicurare che i diritti dei lavoratori siano rispettati, e per facilitare la gestione delle prestazioni lavorative. Questo sistema si basa sulla collaborazione tra datori di lavoro e sindacati, con l'obiettivo di creare un ambiente di lavoro equo e regolamentato.

Grazie alle denunce e ai versamenti effettuati dalle imprese edili, vengono raccolti dati preziosi che consentono di erogare vari tipi di prestazioni agli operai. Tra queste prestazioni si annoverano le ferie, le gratifiche natalizie e l’anzianità professionale edile.

Uno degli strumenti chiave sviluppati grazie al sistema bilaterale è la banca dati APE (Anzianità Professionale Edile). Questa banca dati nazionale contiene informazioni dettagliate sulle caratteristiche demografiche e sulla carriera degli operai edili.

Questi dati non solo aiutano a tracciare un quadro chiaro del settore, ma sono anche essenziali per pianificare e migliorare le condizioni lavorative degli operai.

Verso un mercato più stabile

L'andamento delle ore lavorate rappresenta un parametro fondamentale per misurare l'attività nel settore edilizio.

I dati forniti dall'Osservatorio statistico della CNCE indicano che nel 2023 si è registrata una crescita media nazionale del 30,1% rispetto ai due anni precedenti. Questa crescita è stata fortemente influenzata dal 2022, anno in cui le ore lavorate sono aumentate del 26,1% rispetto al 2021.

Tuttavia, nell'ultimo anno, l'incremento è stato più contenuto, pari al 3,2%, e se si analizza esclusivamente il mese di novembre, l'aumento si riduce ulteriormente all'1,8%. Questo andamento suggerisce un ritorno a una condizione di stabilità "normale" nel settore delle costruzioni, dopo il forte stimolo fornito dal Superbonus.

Gli esperti concordano sul fatto che il periodo di crescita sostenuto dagli incentivi fiscali si sia concluso, avviando una nuova fase caratterizzata principalmente dagli investimenti pubblici.

Il divario tra Nord e Sud

L'analisi delle ore lavorate rivela notevoli differenze tra le diverse regioni del paese. Il Nord Ovest e il Centro Italia hanno visto un aumento dell'attività superiore al 5%, mentre il Sud ha registrato un incremento del 2%.

Al contrario, il Nord Est e le Isole hanno mostrato un lieve calo, con diminuzioni dello 0,2% e dello 0,4% rispettivamente. Particolarmente significativo è il dato del Mezzogiorno nel mese di novembre, che ha subito una contrazione di oltre il 5% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

I dati relativi ai cantieri attivi tra ottobre 2022 e settembre 2023 evidenziano una distribuzione geografica eterogenea. Il Centro Italia concentra il 31% dei cantieri, seguito dal Nord Ovest con il 28%. Il 21% dei cantieri si trova nel Sud e nelle Isole, mentre un altro 20% è situato nel Nord Est.

Il rapporto tra opere pubbliche e private varia notevolmente tra le regioni. Nelle Isole, i cantieri pubblici rappresentano il 34% del totale, mentre nel Nord Est questa percentuale è del 30%, a fronte di una media nazionale del 27%.

L'occupazione nel settore

L'analisi delle ore lavorate evidenzia significative differenze tra le varie aree geografiche del paese. Nel Nord Ovest e nel Centro Italia, l'attività è aumentata di oltre il 5%, mentre il Sud ha registrato un incremento di circa il 2%.

In contrasto, il Nord Est e le Isole hanno visto un leggero calo, rispettivamente dello 0,2% e dello 0,4%. Particolarmente significativo è il dato di novembre per il Mezzogiorno, che ha mostrato una contrazione superiore al 5% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

I dati sui cantieri attivi nell'ultimo anno (ottobre 2022 - settembre 2023) mostrano una distribuzione geografica variegata. Il Centro Italia ospita il 31% dei cantieri, seguito dal Nord Ovest con il 28%. Il 21% dei cantieri è situato nel Sud e nelle Isole, mentre un altro 20% si trova nel Nord Est. Inoltre, il rapporto tra opere pubbliche e private varia significativamente tra le regioni.

Nelle Isole, i cantieri pubblici rappresentano il 34% del totale, mentre nel Nord Est questa percentuale è del 30%, a fronte di una media nazionale del 27%.

Nel 2023, l'occupazione nel settore edilizio ha visto un aumento medio di 30.000 lavoratori, pari a un +5%.

Tuttavia, questa crescita non è stata uniforme a livello territoriale. Nel 2022, il Sud e le Isole avevano registrato un significativo incremento del 30% e del 35% rispettivamente.

Nel 2023, però, la crescita nel Sud è scesa al 3%, mentre nelle Isole è addirittura diminuita dello 0,5%. Il Nord Est ha mostrato una crescita più moderata, passando dal 10% del 2022 a meno del 3% nel 2023. Al contrario, il Nord Ovest e il Centro hanno registrato una crescita rispettivamente del 7,5% e del 6,7%.

Richy Garino