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Politica | 18 luglio 2024, 08:47

Partita anche nel Cuneese la raccolta firme contro il "Rosatellum"

Venerdì 19 luglio ai Tomasini di Cuneo un serata pubblica con Sergio Bagnasco, vicepresidente del comitato CoReRa

Partita anche nel Cuneese la raccolta firme contro il "Rosatellum"

Pochi ne parlano, ma da alcune settimane è partita, anche in provincia di Cuneo, la raccolta firme “fisica”, oltre a quella digitale attiva a livello centralizzato, per l’abrogazione parziale di sostanziose parti della legge elettorale vigente, cosiddetto “Rosatellum”, dal cognome del proponente Ettore Rosato, approvata nel 2017  - governo Gentiloni - con i voti di PD, Forza Italia, Lega e Alternativa Popolare.

Il COmitato REferendario per la RAppresentanza, fondato il 17 aprile 2024, parallelamente ai quattro quesiti referendari ha depositato una legge di iniziativa popolare che introdurrebbe la preferenza nei collegi plurinominali.

L’azione collettiva si ispira alle idee del senatore Felice Besostri, recentemente scomparso, il quale presentò tra gli altri i ricorsi che portarono alla abrogazione di parte delle due leggi elettorali precedenti, il famigerato “Porcellum” e l’”Italicum”. A ispirare l’azione del comitato, di composizione parecchio trasversale, i principi dell’articolo 48 della Carta.

A coordinamento del collettivo l’ex ministro Elisabetta Trenta, l’ex segretario Cisl Raffaele Bonanni, Enzo Palumbo, già membro del Csm, e Sergio Bagnasco, costituzionalista. Tra i promotori anche Marco Cappato.

In una stagione referendaria che vede un recente ottimo successo di sottoscrizioni per i quesiti sul lavoro proposti da CGIL e la partenza, in questi giorni, della raccolta firme contro l’Autonomia Differenziata, le istanze elettorali portate avanti dal CoReRa hanno forse poca visibilità, ma anche territorialmente ci si sta muovendo in maniera abbastanza capillare, compreso il territorio cuneese.

Abbiamo sentito, in vista della conferenza cui sarà presente il vicepresidente del comitato Sergio Bagnasco, il referente provinciale Bartolomeo Nicolotti per conoscere i dettagli di motivazioni e organizzazione.

Nei prossimi giorni anche a Cuneo ci sarà un lancio pubblico della raccolta firme?
Sì, venerdì 19 luglio presso il salone dei Tomasini in via Bersezio 2, il vicepresidente Sergio Bagnasco terrà un evento di presentazione dei quesiti inerenti il referendum abrogativo della legge Rosatellum, tutti i cittadini sono invitati.

Da cosa nasce la volontà di concentrarsi sul cambiamento della legge elettorale?
Intanto il Rosatellum nasce da un Parlamento eletto con un legge giudicata formalmente incostituzionale dalla Corte, il Porcellum. Da subito iniziarono tentativi per avere un giudizio di incostituzionalità anche sulla nuova norma, ma non avendo risultati di natura legislativa parlamentare, non resta che imboccare la strada del referendum, partendo dal presupposto che è necessario riaffermare dopo molti anni il diritto degli elettori di scegliere i propri rappresentanti, sancito dalla Corte Costituzionale nel 2014 nel giudizio di merito sulla precedente legge elettorale.

Dunque secondo il comitato il Rosatellum avrebbe i vizi del Porcellum?
Sì, anche se in modalità diverse ripropone la stessa impostazione che ostacola la scelta diretta alle urne. Il Parlamento e i partiti hanno continuato per anni a sostituirsi ai cittadini nella scelta dei candidati. Ma le dirò di più: nel non riaffermare questo diritto rischiamo che con la legge costituzionale sul premierato che vuole l’attuale maggioranza, cambi la legge elettorale e si trasformino definitivamente i parlamentari in collaboratori del capo partito, mentre se non passa la legge costituzionale si rischia di tornare a votare con il Rosatellum.

In che cosa la legge vigente non permette la scelta all’elettore?
Per la parte uninominale ogni partito decide un solo nome bloccato, mentre per la parte plurinominale vi è un breve elenco rigido di candidati non votabili a preferenza. Inoltre il collegamento tra i due sistemi fa sì che vengano eletti uninominalmente candidati che magari hanno preso nessun voto diretto, ma vengono eletti per i voti presi dai colleghi presenti nelle liste plurinominali. In ultimo il voto dato all’uninominale viene ripartito tra le liste che appoggiano il candidato in base ai voti che gli altri elettori hanno dato a tali liste.

In sostanza da elettore: non posso esprimere preferenze, non posso differenziare il mio voto tra uninominale e plurinominale e non so chi concorro a eleggere! In questo modo il mio voto non è uguale, non è libero, non è diretto e non è personale! Un candidato può inoltre presentarsi in un collegio uninominale e anche in cinque collegi plurinominali e molte liste minori vengono tagliate fuori dal conteggio dei voti oppure non sono assegnatarie di alcun seggio, in base a soglie di sbarramento arbitrarie.


Come andrebbe ad agire il referendum proposto?
Intanto abroga solo una parte della legge perché, in caso di vittoria, deve rimanere un testo completamente applicabile. Chiediamo di eliminare il voto congiunto obbligatorio, la ripartizione automatica del voto al candidato tra le liste che lo sostengono, le soglie di sbarramento, la pluricandidatura e l’esonero dalla raccolta firme per i partiti già presenti in parlamento.

A parte la serata di venerdì nel capoluogo, come possono aderire i cittadini?
Firmando online con lo SPID sul sito www.iovoglioscegliere.it, recandosi presso l’ufficio elettorale del proprio Comune oppure venendo ai banchetti in strada, che mano a mano organizzeremo in provincia.

Per ora l’appuntamento fisso per tutto luglio è quello del martedì in piazza Galimberti a Cuneo dalle 10,30 alle 12,30 e quello del venerdì in piazza Europa sempre a Cuneo nello stesso orario. Per ogni informazione: cuneo@iovoglioscegliere.it

Fabrizio Biolè

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