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Cronaca | 18 luglio 2024, 12:40

La tragedia di Caraglio: inquirenti al lavoro per fare piena luce sull’incidente costato la vita alla piccola Anisa Murati

Si attende l’incarico al medico legale per l’autopsia sul corpicino della bambina mentre i Carabinieri proseguono a raccogliere le testimonianze delle decine di persone presenti ieri nella struttura di frazione Bottonasco, ora sotto sequestro

Sotto sequestro il parco di frazione Bottonasco a Caraglio

Sotto sequestro il parco di frazione Bottonasco a Caraglio

Allo strazio della famiglia e al cordoglio di un'intera comunità ancora incredula rispetto all'enormità di una fatalità forse evitabile, in capo alle autorità si affianca in queste ore il dovere di fare chiarezza sulle cause che hanno portato alla tragedia di Caraglio e alla morte di Anisa Murati, la bimba di sette anni, secondogenita di una coppia di origine albanese da tempo residente a Demonte, che nel pomeriggio di ieri (mercoledì 17 luglio) ha perso la vita nelle acqua del lago balneabile interno al BioParco Acquaviva di frazione Bottonasco. 

Pochi minuti prima delle 18 il ritrovamento del corpo della piccola da parte dei sommozzatori dei vigili del fuoco a circa due metri di profondità, nelle vicinanze del pontile presente al centro del lago, lo stesso che i tanti ragazzi che anche ieri affollavano quello specchio d’acqua artificiale utilizzano solitamente come piattaforma per i tuffi. Tra i punti sui quali fare luce per chiarire la dinamica dell’accaduto e la presenza di eventuali profili di responsabilità nella morte di Anisa c’è ad esempio come la bambina sia arrivata in quel punto. Una zona che risulterebbe peraltro tra quelle più sorvegliate dai due bagnini in servizio ieri nella struttura. 

Insieme a loro, hanno accertato i Carabinieri del Comando Provinciale, nel centro per famiglie circondato da quindici ettari di parco che il Comune ha ricavato riqualificando l’area dell’ex polveriera militare, erano presenti circa 200 persone, tra le quali anche numerosi avventori privati. Più di una le comitive di bambini provenienti da centri estivi, come quella dell’oratorio della Valle Stura, che con Anisa avrebbe contato una cinquantina di bambini appartenente a diverse fasce d’eta (sin da quella 1-6 anni), accompagnati da una decina di animatori, in buona parte giovanissimi volontari, come d’uso nell’organizzazione delle decine di estate ragazzi attive ovunque in questa stagione, nella misura di uno ogni tre bambini, perlomeno per talune classi. 

E’ da loro che  intorno alle 15.30 è scattato l’allarme, quando compagni ed educatori si sono accorti che Anisa non si trovava e che le sue ciabattine risultavano abbandonate sulla riva dell'invaso. L’hanno cercata a lungo, anche provando a tuffarsi per scandagliare le torbide acque del laghetto, prima di chiamare i soccorsi con la telefonata registrata un’ora dopo dal 112. 

Dopo il ritrovamento del suo corpo ormai esanime, lo straziante momento del riconoscimento toccato al padre e dopo aver posto i sigilli alla struttura ora sotto sequestro, i militari dell’Arma hanno proseguito sino a tarda notte a raccogliere le testimonianze dei presenti presso la locale Stazione Carabinieri, alla ricerca di elementi utili a ricostruire i contorni dell’accaduto. 

Hanno così sentito e proseguiranno anche oggi a raccogliere le testimonianze degli stessi animatori, dei gestori e dello staff della struttura – all’interno della quale non sarebbero presenti telecamere –, come dei tanti avventori presenti nell’area nelle concitate ore del drammatico ritrovamento. 

Sempre per oggi, da parte del sostituto procuratore Alberto Braghin, è attesa intanto la nomina del medico legale chiamato a effettuare accertamenti autoptici sul corpo della piccola, composto nelle camere mortuarie del cimitero di Cuneo. Indagini necessarie a stabilire causa e momento della morte, e a definire lo spettro delle possibili ipotesi di reato che andranno a integrare il fascicolo d’indagine aperto dalla Procura della Repubblica di Cuneo

Ezio Massucco

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