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Attualità | 17 luglio 2024, 07:00

Caporalato in Langa, il vescovo di Alba, monsignor Brunetti: "Pronti ad aprire un tavolo di confronto"

Dopo la partecipazione alla manifestazione contro lo sfruttamento dei lavoratori, servono soluzioni concrete: "Non possiamo nasconderci dicendo che si tratta di pochi casi. Anche un solo caso è di troppo"

Caporalato in Langa, il vescovo di Alba, monsignor Brunetti: "Pronti ad aprire un tavolo di confronto"

Il vescovo di Alba, monsignor Marco Brunetti, ieri ha partecipato alla manifestazione contro il caporalato ad Alba. "Un segno di vicinanza, una testimonianza ai lavoratori sfruttati", ma anche la volontà di proporre soluzioni concrete.

Le notizie e le inchieste delle ultime settimane hanno messo in luce una situazione preoccupante.
"Impongono di non rimanere in silenzio e indifferenti. Il caporalato nelle nostre belle Langhe è un fenomeno che la Caritas diocesana aveva già segnalato l'anno scorso attraverso il progetto Presidio. Sono la conferma di un malcostume presente nei nostri territori. Non possiamo nasconderci dietro il dito dicendo che si tratta di pochi casi. Anche un solo caso è di troppo: la dignità umana non si misura a peso. Anche una sola persona sfruttata, picchiata ed emarginata rappresenta un fatto grave e inaccettabile per una società civile e democratica".

Si parte dalla consapevolezza di un fenomeno da cui ci credevamo immuni.
"Non possiamo accettare che alcuni si arricchiscano sfruttando manodopera a poco prezzo e senza diritti. Questo comportamento infanga l’immagine di chi agisce nel rispetto delle leggi e all’insegna della solidarietà. Ringrazio le istituzioni, la magistratura e le forze dell’ordine per il contrasto a questa piaga sociale. Intendo comunque ribadirlo che la stragrande maggioranza dei lavoratori si comporta in maniera ineccepibile".

Quali passi bisogna compiere?
"Il punto cruciale è il dialogo proficuo tra tutti gli enti coinvolti. Noi stiamo continuando a confrontarci anche con la nuova amministrazione albese, ho incontrato il sindaco Alberto Gatto e la Giunta e tra i temi c'era anche questo. Noi come Diocesi, attraverso la Caritas, siamo disposti ad aprire un tavolo per trovare delle soluzioni".

Lei ha scritto una lettera molto dura.
"I credenti eventualmente coinvolti nello sfruttamento di persone deboli e fragili, come i migranti, non solo compiono un reato di cui dovranno rendere conto alla giustizia, ma commettono un peccato grave che li esclude dalla comunione eucaristica, in attesa di una conversione capace di ottenere il perdono di Dio".

Ha invitato anche a denunciare situazioni di violenza.
"Lo ribadisco. Invito quanti siano a conoscenza di episodi di caporalato a denunciarli alle autorità competenti e a fare il possibile affinché chi viene a lavorare nelle nostre aziende, agricole e no, venga trattato con tutto il rispetto dovuto e, soprattutto, gli vengano garantiti i bisogni essenziali".

Cosa pensa della manifestazione di ieri ad Alba?
"Era importante portare un segno di solidarietà a persone sfruttate e trattate senza dignità, oltre che sensibilizzare le persone a tenere gli occhi aperti".

Ha invitato anche i parroci a leggere la sua lettera in chiesa.
"In segno di solidarietà verso quanti sono vittime del caporalato e per sensibilizzare chi ha responsabilità a intervenire per superare il problema. Il Vangelo ci impone di non tacere e di assumere stili di vita giusti e sostenibili che cancellino ogni forma di indifferenza".

 

Daniele Vaira

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