Attualità - 17 luglio 2024, 08:58

Cia Cuneo: “Le modifiche alla Pac alleggeriscono gli iter burocratici e gli impegni ambientali”

L’organizzazione agricolo, attraverso il vicedirettore e responsabile dell’area tecnica provinciale, Silvio Chionetti, esprime soddisfazione per la mini riforma anche se per il 2024 è arrivata in ritardo in quanto le semine erano già state effettuate

L’Unione europea ha approvato, nello scorso mese di maggio, una mini riforma della Pac (Politica Agricola Comune) 2023-2027 con la quale sono state accolte molte richieste degli agricoltori e della Cia. Il provvedimento, infatti, prevede una maggiore semplificazione e alleggerisce gli impegni ambientali a carico delle aziende. L’Italia ha adattato le Direttive europee al contesto nazionale a fine giugno, attraverso un Decreto del ministro per l’Agricoltura Francesco Lollobrigida.

Le modifiche sono retroattive e possono essere applicate a partire dal primo gennaio 2024 e restano valide fino al termine del periodo di programmazione: il 31 dicembre 2027.

Dice il vicedirettore provinciale di Cia Cuneo, Silvio Chionetti: “Siamo soddisfatti. Tra le principali novità c’è la riduzione degli adempimenti burocratici. Sono state semplificate le procedure per la richiesta e l’erogazione degli aiuti Pac: in modo particolare per la presentazione delle domande e i documenti da allegare e, poi, sugli obblighi di controllo. Inoltre, c’è più flessibilità nella gestione dei piani strategici, con la possibilità data ai Paesi membri di modificarli nel corso dell’anno per rispondere a esigenze specifiche o a nuove sfide. Infine, sono state introdotte deroghe temporanee ad alcune disposizioni per il 2024, così da agevolare il percorso della transizione verso il nuovo quadro normativo”.

Resta un problema? “Le modifiche sono retroattive al primo gennaio 2024, ma la loro entrata in vigore è avvenuta quando le semine erano ormai state effettuate. Di conseguenza, alcune condizioni previste nell’anno in corso diventano inattuabili”. 

Per l’anno 2024 il termine di invio delle domande di aiuto della Pac è stato posticipato al 31 luglio. Se la presentazione avviene dopo il 31 luglio e fino al 26 agosto, l’importo al quale l’agricoltore avrebbe diritto viene decurtato dell’1% per ogni giorno di ritardo. Dopo il 26 agosto le richieste diventano irricevibili. 

 

Le nuove regole tecniche più importanti

La Bcaa 6 prevede che siano gli Stati membri dell’Unione europea a determinare la copertura minima del suolo per evitare di lasciare nudo il terreno nei periodi più sensibili.

La Bcaa 7 introduce la diversificazione delle colture in alternativa alla loro rotazione ed esenta dall’obbligo della pratica le aziende con una superficie di seminativi fino a 10 ettari. Se la superficie di seminativi è compresa tra 10 e 30 ettari la diversificazione consiste nella coltivazione di almeno due colture diverse e quella principale non deve superare il 75% del terreno interessato. Se la superficie è superiore a 30 ettari, la diversificazione si estende a tre colture diverse con la principale che non deve superare il 75% e le due principali il 95% del terreno interessato. Sottolinea Chionetti: “Questa norma è stata la più criticata e problematica della nuova Pac. Attraverso le modifiche apportate si cambia rotta, seguendo gli indirizzi previsti dalla precedente programmazione. Infatti, nella nuova Pac, prima della mini riforma di maggio, si obbligava alla rotazione: cioè al cambio di coltura almeno una volta all’anno sullo stesso terreno. Adesso si conferma la rotazione, ma la si può ottenere con la diversificazione delle colture”.

La Bcaa 8 è stata cambiata in buona parte ed elimina l’obbligo di destinare una percentuale minima del 4% dei seminativi a superfici non produttive, come i terreni lasciati a riposo o coperti con siepi e alberi. La conseguenza? E’ nato un nuovo ecoschema - il 5 - in cui l’agricoltore è incentivato, ma non più obbligato a destinare il 4% dei seminativi aziendali a superfici improduttive e introduce il mantenimento di una copertura dedicata a piante di interesse apistico. Sottolinea Chionetti: “Si tratta di una modifica importante e accolta con soddisfazione dagli agricoltori, perché i terreni devono essere utilizzati per quelle colture di cui, tra l’altro, l’Italia ha una produzione non sufficiente per il proprio fabbisogno. Lasciarli incolti non aveva un senso”.

Importanti novità anche per le aziende agricole con una superficie massima non superiore a 10 ettari, che sono esentate dai controlli di condizionalità e dalle sanzioni.

c.s.