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Politica | 16 luglio 2024, 16:45

Enrico Costa si è dimesso da vicesegretario nazionale di Azione

Il deputato monregalese vagheggia ancora il Terzo polo con Luigi Marattin (Italia Viva) ma guarda con attenzione alla casa madre di Forza Italia. Nel Cuneese banco di prova saranno le elezioni del Consiglio provinciale (riservate ai soli amministratori comunali) fissate per il 29 settembre

Da sinistra: Enrico Costa e Carlo Calenda

Da sinistra: Enrico Costa e Carlo Calenda

Il deputato monregalese di Azione Enrico Costa si è dimesso da  vicesegretario del partito. Lo ha comunicato lui stesso nella direzione di Azione che si è tenuta sabato scorso, ma la notizia è stata diffusa solo oggi.

Costa, ormai da qualche tempo, sarebbe in disaccordo con la linea del partito espressa dal leader nazionale Carlo Calenda. Una scelta che sembra rafforzare le voci che lo indicano in marcia di riavvicinamento a Forza Italia, nonostante le intenzioni espresse di recente a Cuneo di rilanciare un Terzo polo insieme al deputato di Italia Viva Luigi Marattin.

Se così fosse non è azzardato ipotizzare nella Granda una sorta di “Opa” di Azione nei confronti di Forza Italia, operazione per altro già sperimentata con successo dalla Lista Cirio alle recenti elezioni regionali.

Per restare al Cuneese, sarà interessante capire che succederà da qui a breve quando ci sarà il rinnovo del Consiglio provinciale previsto per il 29 settembre. Tra gli addetti ai lavori si parla con insistenza di una possibile lista di amministratori – per la Provincia si tratta di un’elezione di secondo grado – di area moderata di centrodestra. Tradotto: una formazione di impostazione civica (stile Lista Cirio) che unisca Azione- Forza Italia per tagliare fuori il Pd e mettere all’angolo Fratelli d’Italia.

Costa per il momento non si sbilancia e sulla chat degli amici cuneesi scrive: “Mi fanno notare come l’appello che ho lanciato insieme a Marattin per un partito liberal democratico unitario fosse in contrasto con la carica di vicesegretario di Azione. Siccome tengo molto a difendere le idee contenute nell’appello, ho rinunciato serenamente alla carica”.

Giampaolo Testa

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