Attualità - 14 luglio 2024, 16:32

Cuneo, le associazioni “pro-cedri di piazza Europa” e l’endorsement ai progetti alternativi: “Partecipazione solo a parole: l’amministrazione ascolti i cittadini”

Pro Natura Cuneo, Legambiente Cuneo, Lipu Cuneo, Italia Nostra Cuneo e Di Piazza in Piazza scrivono chiedendo a gran voce un cambio di passo all’amministrazione comunale rispetto al progetto (il “tacun”) presentato due mesi fa in commissione consiliare

Il progetto presentato non ci convince, non solo perché non salva i cedri, punto essenziale, ma per la sua stessa impostazione, che non ha una visione di armonia e continuità, così povero di immaginazione e privo di visione futura. Un vero e proprio ‘tacun’ a nostro giudizio. Condividiamo l’idea che tutta la piazza, da portico a portico, vada vista come un unicum da sistemare anche nel corso del tempo e fatta dalla restituzione alle persone di tanta parte di quello spazio che oggi è occupato dalle auto”.

A parlare sono i referenti cuneesi di Pro Natura Cuneo, Legambiente Cuneo, Lipu Cuneo, Italia Nostra Cuneo e Di Piazza in Piazza. L’oggetto, la piazza del capoluogo di provincia più discussa degli ultimi anni, ovvero piazza Europa, oggetto di una lettera congiunta.

Nel testo le associazioni si dicono tutt’altro che contrarie al rifacimento della piazza, ricordando come l’11 settembre dell’anno scorso avessero scritto alle commissioni riunite per sottolineare “come sarà necessario pensare ad una riqualificazione che segni la differenza, che comprenda tutto lo spazio che va dai portici lato Stura a quelli lato Gesso libero dalle auto”.

Il “tacun”, però, non convince. Ed ecco allora il riferimento ai progetti alternativi presentati negli ultimi giorni da due architetti di Cuneo - Dario Castellino e Lorenzo Marino - , che contemplano la salvaguardia dei cedri in tutto o in parte.

Vorremmo che altri si facessero avanti con proposte che i cittadini potrebbero confrontare per suggerire all’amministrazione idee progettuali – si legge ancora nella lettera - . Ci piacerebbe che l’amministrazione si confrontasse con i cittadini e con i progettisti per trovare una soluzione condivisa, invece di arroccarsi su una scelta a unica visione: abbattere i cedri”.

Che cosa c’è di scorretto ad ascoltare i cittadini e soprattutto gli addetti ai lavori? Perché si sbandiera la ‘partecipazione’ come metodo e poi non la si pratica? Se la politica locale ha perso la strada del rapporto con i cittadini, la società civile, competente a vari livelli sui luoghi della città, ha l’onore e l’onere di farsi avanti per rimediare”.