Economia - 10 luglio 2024, 14:15

Marsiaj se ne va e boccia l'elettrico: "Follia lo stop al 2035. E la 500 bev evidentemente non è ciò che chiede il mercato"

Ultima uscita da presidente degli Industriali torinesi: "Meglio 2050 o 2060". I dati di Unione Industriali e Confindustria mostrano gli effetti locali dello stallo di Francia e Germania: soffrono export e produzione

Frenata controllata, ma pur sempre frenata. Anche se le nuvole più scure sono sempre quelle che si raccolgono all'orizzonte dell'automobile.

L'ultima rilevazione dell'Unione industriali di Torino sul terzo trimestre 2024 del capoluogo e del Piemonte segna un evidente calo, figlio della situazione internazionale complicata e di due tra i nostri migliori clienti (Francia e Germania) che balbettano. Torino, tuttavia, sta meglio della regione nel suo complesso.

Cala tutto, tranne l'occupazione 

Solo l'occupazione resta positiva, anche se in diminuzione, con un rapporto ottimisti pessimisti che si ferma a +7,6. Mentre calano soprattutto le esportazioni (-7,2% da -4,7 del trimestre precedente), la produzione e i nuovi ordini.

Resta la voglia di investire

Questo non abbatte la voglia di investire (25,9 contro 24,1%) anche se il livello di cassa integrazione sale, pur rimanendo su livelli contenuti. Stabile, tuttavia, il tasso di utilizzo degli impianti. Anche i carnet ordini restano superiori al mese.

Soffrono soprattutto metalmeccanica, tessile e gomma plastica. Mentre i servizi vanno decisamente meglio della manifattura.

Marsiaj: "Preoccupati, ma non ci possiamo fermare"

"Siamo tutti molto preoccupati, non è possibile guardare al futuro in questo momento con tranquillità", dice il presidente degli industriali torinesi, Giorgio Marsiaj, alla sua ultima uscita in questa veste prima del passaggio di consegne con Marco Gay. "Ma non possiamo fermarci: ecco perché dobbiamo continuare a investire, anche aspettando i fondi in arrivo del Pnrr".

Attiriamo i cinesi

E sul mondo dell'auto, "il mercato non premia. Siamo lontani dai volumi pre Covid e infatti, dopo i festeggiamenti per Fiat, tutti gli operai finiranno in cassa integrazione. Si rischia di perdere il 20% del volume produttivo", riconosce Marsiaj. "Vediamo se i costruttori cinesi continueranno a pensare di venire in Europa e magari in Italia, se il governo saprà rendere attrattiva questa soluzione. Il ministro Urso mi pare convinto". E aggiunge, "il risultato sugli insediamenti di microchip dimostra che facendo sistema sappiamo ottenere risultati".

E sul futuro di Stellantis a Torino, Marsiaj ribadisce: "Dobbiamo tenere qui soprattutto il cervello, la progettazione. Abbiamo l'ambizione di essere uno dei tre luoghi di ingegneria del Gruppo nel mondo. Un centro di eccellenza che sia in grado di tenere qui partner e componentistica".

"La situazione si deve risolvere e credo nella volontà di tutte le parti. Se la 500 bev ha fatto meno di 20mila vetture in 6 mesi, vuol dire che non è quello il prodotto che chiede il mercato".

Una follia il blocco al 2035

"Aver imposto il blocco delle auto endotermiche al 2035 è stata una follia - attacca - e non è per nulla sostenibile, a livello sociale. Perché non permette al sistema nel suo insieme di crescere. Sarebbe meglio 2050 o 2060", conclude Marsiaj.

E il neo nominato presidente di Confindustria Piemonte, Andrea Amalberto: "Spero che questi timori vengano fugati. Ci sono parti come l'alimentare e la meccanica che stanno andando molto bene, così come il mondo dell'imballaggio. Certo le guerre in giro per il mondo non ci aiutano. Ma confido che strumenti come l'intelligenza artificiale possa essere uno strumento per renderci ancora più competitivi. Siamo un Paese esportatore e vogliamo essere sempre più accattivanti per i nostri prodotti".

Massimiliano Sciullo