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Attualità | 04 luglio 2024, 16:52

“Zappo le parole per coltivare idee”: l’incontro con Massimo Angelini

Sarà ospite domenica 7 luglio a Marmora dell’associazione Luoghi di Passaggio: “Quello di domenica non sarà una presentazione e neppure una conferenza ma un incontro sull'uso delle parole e su quali spazi ci siano ancora per tentare una ecologia della parola”

“Zappo le parole per coltivare idee”: l’incontro con Massimo Angelini

“Zappo le parole per coltivare idee” racconta di sé Massimo Angelini. 

Ospite a Marmora dell’associazione affiliata Acli “Luoghi di Passaggio”, domenica 7 luglio ore 16.30presso l’ex Monastero Benedettino in Località Parrocchia, terrà un importante incontro dal titolo “Ecologia della parola. Sbucciare le parole per sguardare il nostro tempo”.

“Storico della cultura, editore, ruralista e fabbricante di lunario studiato e insegnato filosofia e storia moderna. Ho scritto e pubblicato su storia delle mentalità, formazione delle comunità locali, tradizione rurale, cultura della biodiversità, ecologia della parola. Vivo al Minceto di Ronco Scrivia, alle spalle di Genova se Genova guarda il mare, e con Esther Weber ho fondato la casa editrice Temposospeso. Devo qualcosa a tante persone, molto a Pavel A. Florenskij, Ivan Illich, Christos Yannaras, James Hillman, Marko Rupnik, Jean-Claude Michéa.

Sono curioso per quello che mi riserva il tempo che resta: credo sarà il più felice
e poi eccetera. Eccetera perché di qualunque cosa si parli, è bene lasciare spazio a un eccetera, soprattutto dopo un’autopresentazione, perché siamo molto più di come ci definiamo o siamo definiti, e di ciascuna persona mi piace credere che la parte più ricca e importante sia proprio quella che vive nella segreta complessità del “resto” non dichiarato.”

Dall’origine di alcune parole di uso comune, alle radici del nostro tempo e della confusione che lo anima si parlerà domenica con Massimo Angelini. Un appuntamento ad ingresso libero organizzato in collaborazione con l’associazione “Typtopapé”, costituita da appassionati della tipografia e della creatività libera. Parole, ma soprattutto significato, ricerca, comprensione. Lentezza che è accurata forma, scelta in un mondo sempre più di fretta. “Incontro” è una parola importante per Angelini, spinta, personale ricerca ed attenzione, nonché elemento imprescindibile per dialogare con le persone:

“Quello di domenica non sarà una presentazione e neppure una conferenza ma un incontro sull'uso delle parole e su quali spazi ci siano ancora per tentare una ecologia della parola. Per quanto sarà possibile e partecipata, la desidererei conversazione, spero circolare, tranquilla, senza fretta. L'unico modo che oggi sento desiderabile di tessere parole in pubblico. In fondo, lo stesso modo che ventitré anni fa - erano gli inizi di luglio e mancavano pochi giorni al G8 - avevo costruito per Ivan Illich, che avevo invitato a Genova per parlare di luoghi comuni (non nel senso di 'banalità' ma di 'spazi condivisi'); e lui, che veniva da Cuernavaca, mi aveva detto che non era disponibile per convegni, congressi, tavole rotonde, talk-show e tutto ciò che - in ossequio alla civiltà dello spettacolo e all'estetica del palcoscenico - amerebbe trasformare la quotidianità in evento (parola così abusata, da tacere, forse scordare, per almeno 5 anni); 'No' - gli avevo detto al telefono - niente di tutto questo... propongo solo di stare qualche ora su un tema, tra persone, volti che si guardano e ascoltano, spazi di pausa, magari anche momenti di dialogo personale: forse alla fine qualcuna porterà qualcosa con sé' ('qualcuna', perché persona è parola femminile).

Nel tempo, a distanza di molti anni, ho avuto testimonianza che chi era presente a quell'incontro (perché questo era : un incontro) non l'ha dimenticato. Certo - potreste obiettare - quello era Illich! 

Vero, ma penso che anche la modalità di giocare il tempo condiviso e stare insieme - al di là della qualità della proposta e di chi la propone - possa aiutare a costruire uno spazio umano (da 'humus') e cordiale (da 'cuore'). E, se cordiale, allora quello spazio forse potrà essere ri-cordato. Anche per me.”

Beatrice Condorelli

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