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Eventi | 02 luglio 2024, 19:09

Ecomuseo a Pontebernardo, vernissage mostra fotografica MÜRAC di Luca Giacosa

L'inaugurazione nello spazio dedicato agli incontri e alle esposizioni temporanee sabato 6 luglio

Ecomuseo a Pontebernardo, vernissage mostra fotografica MÜRAC di Luca Giacosa

Ogni ecomuseo rappresenta situazioni territoriali diverse, ma tutti svolgono una delle forme più innovative nella difficile coniugazione di conservazione e sviluppo, cultura e ambiente, identità locale e turismo: tenta di rappresentare ciò che un territorio è e ciò che sono i suoi abitanti, la cultura viva delle persone, il loro ambiente, ciò che hanno ereditato dal passato. Sin dalla sua nascita, l’Ecomuseo della Pastorizia, con sede nella borgata alpina di Pontebernardo in alta Valle Stura, promuove il patrimonio culturale e ambientale locale partendo da un presupposto fondamentale, ovvero che gli ecomusei non sono tecnicamente dei musei, ma sono piuttosto territorio e comunità, progetti condivisi. L’Ecomuseo è sinonimo di paesaggio, e ogni paesaggio è il risultato di una lenta trasformazione nel coso dei secoli. In particolare, se intenso nel senso più ampio del termine, ovvero in senso socio-antropologico, rappresenta molto più di un semplice scenario naturale: è uno spazio in cui si intrecciano elementi culturali, storici e sociali. È il palcoscenico in cui si svolge la vita di una comunità, influenzando e venendo influenzato dalle dinamiche umane nel corso del tempo. In questo senso, emerge la forte correlazione tra ecomuseo e paesaggio, che diventano quindi sinonimi.

Sabato 6 luglio, nello spazio dedicato agli incontri e alle esposizioni temporanee dell’Ecomuseo, inaugureremo una nuova mostra fotografica che andrà ad esplorare il paesaggio da questa prospettiva, cercando di comprendere le connessioni profonde tra la storia, cultura e territorio. La sfida è stata quella di riuscire a catturare attraverso le immagini la complessità delle interazioni umane con l'ambiente circostante, documentare le tracce culturali, le tradizioni radicate nel territorio, le dinamiche sociali e la vita quotidiana delle persone che plasmano e sono plasmate dal paesaggio, la connessione profonda tra la comunità e il contesto in cui vive. Per il secondo anno consecutivo la realizzazione degli scatti è stata affidata al fotografo Luca Giacosa: dopo KOSTANTINO - CAMBIA[MENTI] IN TERRE ALTE, è tornato ad indagare il territorio della Valle Stura con occhio attento e sensibile, dando vita così ad un secondo capitolo tematico legato al paesaggio ecomuseale, Il nuovo progetto fotografico, dal titolo MÜRAC, vuole narrare, attraverso gli scatti, quegli alberi che per secoli hanno rappresentato una delle principali fonti di sostentamento per le popolazioni che abitavano la fascia di montagna compresa tra i 700 e i 1000 metri di altitudine: i castagni, alberi capaci di vivere diversi secoli, sono stati coltivati e manutenuti sin dai tempi dei romani in cambio dei loro nutrienti frutti. Sono stati testimoni di avvenimenti storici e di cambiamenti, e sono custodi di un territorio che è stato plasmato dal loro sfruttamento. Queste aree della valle erano un tempo le più densamente popolate proprio in funzione della presenza dei castagneti: moltissimi sono infatti gli insediamenti e le borgate, di cui ancora oggi vi è traccia. Questi territori, hanno vissuto infatti storicamente due grandi esodi: il primo, nel diciannovesimo secolo, quando moltissime persone emigrarono nella vicina Francia o nelle Americhe in cerca di una vita migliore, e il secondo, negli anni cinquanta del Novecento, quando nelle città di fondovalle aprirono numerose fabbriche, e molti montanari e montanare scelsero di diventare operai e operaie e abbandonare la vita rurale. Nonostante i progressi tecnologici degli ultimi duecento anni, molte frazioni non sono mai state raggiunte da strade né tantomeno dalla rete elettrica; laddove questi collegamenti venivano progettati e infine costruiti, nelle borgate interessate erano rimaste solo poche persone anziane perché i giovani si erano già trasferiti altrove.


L’abbandono e l’oscurità sono lo sfondo di questa serie di fotografie. Il nero della notte è un colore pieno, carico di memorie nascoste, di storie dimenticate, un vuoto avvolgente. Illuminando questo buio con un faretto, lo sguardo del fotografo si posa su interni di case non più abitate da oltre cinquant’anni, dove si trovano oggetti semplici e poveri: un letto, un tavolo, un camino, qualche vettovaglia corrosa dalla ruggine, una bottiglia di vino vuota. Le borgate e gli alberi sono fotografati dall’alto: le prime risultano come piccole isole di luce nel buio dei boschi, tagli geometrici di tetti e strade, la presenza umana isolata nella natura; i secondi, attraversati dalla luce, sembrano evocare le braci di un focolare, come a dar loro una nuova forma sottolineando l’importanza che hanno avuto per gli abitanti. Gli scatti fotografici indagano il complesso rapporto tra l’uomo ed il territorio, modificatosi col trascorrere del tempo. Senza voler mitizzare la memoria di una società contadina estinta, le immagini documentano le rovine di un ordine dello spazio e della società tipici dell’economia preindustriale. Gettano luce sui segni di un esodo che nel giro di pochi decenni ha svuotato le montagne delle sue genti e dei loro secolari saperi. L’esposizione fotografica è il risultato di un’operazione di archeologia visiva, che attraverso l’esplorazione di villaggi e boschi, ha messo a fuoco quegli oggetti che per esigenza e necessità, sono divenuti scarto, rimanendo bloccati nel tempo e nello spazio.” 

Mürac, termine dialettale usato per indicare le castagne scartate durante il raccolto e preso in prestito per il titolo della mostra, diventa così la metafora di ciò che è stato abbandonato lungo il percorso di vite mutate profondamente da scelte dettate da cambiamenti epocali.

Luca Giacosa (1982) si è avvicinato alla fotografia nel 2004. Dopo l'incontro con Ivo Saglietti, nel 2007 ha iniziato il corso in Documentray Photography presso l'University of Wales di Newport, durante il quale ha realizzato progetti che spaziano dalla ritrattistica al paesaggio notturno, dalla fotografia concettuale a quella editoriale. Terminati gli studi si è trasferito in un piccolo borgo alpino di 70 abitanti dove ha vissuto per 10 anni. Vive a Cuneo. I suoi lavori sono apparsi in mostre collettive in Italia ed all'estero e su riviste, ricevendo diversi premi e riconoscimenti.

 

La mostra inaugurerà alle ore 17 presso la saletta incontri dell’Ecomuseo a Pontebernardo (CN). Gli scatti saranno visitabili fino al 31 dicembre negli orari di apertura con visita guidata gratuita: nei mesi di luglio e agosto, tutti i fine settimana, dalle 15 alle 18, e da settembre a dicembre il promo fine settimana del mese, sempre dalle 15 alle 18. Eventuali aperture straordinarie verranno comunicate sui siti e sui canali social dell’Unione Montana Valle Stura e dell’Ecomuseo.

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