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Storie di montagna | 30 giugno 2024, 07:10

STORIE DI MONTAGNA 119/: Il vecchio mulino rinato a Perrero

Dal Milanese alla Val Germanasca per prendersi cura degli animali in difficoltà, la scelta di vita di Raffaella e Tommaso

STORIE DI MONTAGNA 119/: Il vecchio mulino rinato a Perrero

C’era una volta un vecchio mulino addormentato. Era in attesa di due cuori semplici che lo scegliessero come nuova casa. Aveva visto tempi migliori e, in attesa che tornassero, si era spento.

Dopo una lunga ricerca, a volte sconsolante e demotivante, in varie regioni d’Italia, il caso ha portato Raffaella Carpino e Tommaso Fratus proprio nel vecchio mulino abbandonato. Il gigante, anche se stanco e bisognoso di cure, si è risvegliato, ha iniziato a far girare di nuovo la sua ruota logora e malconcia, ha allargato le sue grandi braccia ed ha accolto questi due ragazzi e non solo.

In questa oasi di pace e serenità, nel piccolo paesino di Perrero, a 800 m s.l.m, in Valle Germanasca, nel Torinese, hanno trovato rifugio animali in cerca di una nuova vita, raccolti da maltrattamenti, salvati dal macello o semplicemente scartati dai vecchi proprietari.

Ma come siamo arrivati in questa bella favola te lo racconto partendo dall’inizio.



Raffaella, classe 1996, e Tommaso, classe 1989, non sono montanari, iniziano la loro vita come cittadini milanesi, precisamente a Rho.

Raffaella ottiene il diploma in un liceo linguistico, mentre Tommaso frequenta ragioneria, e il ragioniere sarà proprio il suo primo lavoro. Per Raffaella invece la vita, dai 16 anni in poi, è dentro un maneggio, una giovanissima groom, cresce in una scuderia.

Entrambi vivono esperienze differenti, Tommaso anche all’estero, per poi sentire il richiamo delle radici, e in un’azienda agricola. Si incontrano da giovanissimi e la loro strada per un po’ è quella di semplici amici e poi prende la forma di compagni di vita.

L’ultimo lavoro, per entrambi, è stato quello di baristi in un centro culturale, lavoro duro e non sempre facile, visto il contatto con il pubblico, vengono però lasciati a casa con l’arrivo della pandemia. Come per molte persone, il Covid è stato un momento di pausa forzata, di riflessione sul futuro. Per alcuni sono nati dei sogni, progetti di vita, nuove prospettive. Proprio in questo periodo nasce, nei ragazzi, la voglia di trovare casa, di fare qualcosa di nuovo, di creare un mondo tutto loro.




Per la prima volta abbiamo pensato: ma che cosa ci piacerebbe fare ‘da grandi’? – mi dice Raffaella ridacchiando – . Abbiamo iniziato a cercare un posto dove poter portare avanti un progetto di vita, ovvero l’apertura di un rifugio per animali. Da piccola avevo molti animali a casa che però, poi, con la separazione dei miei genitori, ho dovuto lasciare. Mi sentivo in dovere di riparare a quel danno del passato e da qui è nata la mia voglia di aprire una ‘casa’ per animali in difficoltà”.

L’unica disponibilità economica: una piccola eredità della nonna di Raffaella, con cui le viveva e che purtroppo viene a mancare.

Inizia così un viaggio, prima virtuale e poi reale, per trovare il posto giusto. Impossibile rimanere in Lombardia, visti i costi elevati. E così la ricerca si estende all’Emilia Romagna, poi alla Liguria ed infine arriva in Piemonte.


Scoprono per caso la Valle Germanasca e durante un sopralluogo, Paolo, un ragazzo di un’agenzia immobiliare locale, gli propone il Mulino e li porta sul posto.

Appena l’ho visto mi sono innamorato – rivela Tommaso – . C’era tutto quello che cercavamo: un prezzo accessibile, del terreno, l’acqua che scorre dentro la proprietà e anche non troppo isolamento”.

Arrivando dalla grande città eravamo spaventati di vivere troppo isolati, non ci sentivamo pronti, questo posto è stato la giusta via di mezzo” aggiunge Raffaella.

Il vecchio mulino addormentato aveva bisogno di molti lavori, ma i nostri nuovi custodi non hanno esitato a tirarsi su le maniche ed investire tempo e fatica nel loro nuovo sogno.

Sono arrivati due anni di lavori fatti il sabato e la domenica, di infiniti viaggi tra Milano e Perrero, di mille occupazioni per raccogliere soldi da investire nel nuovo progetto.

Ad agosto 2022 arriva il momento di lasciare Rho e di trasferirsi nella nuova casa, anche se i lavori non erano ancora finiti, era necessario trasformare la parte esterna facendola diventare rifugio per gli animali che, presto, sarebbero stati parte della famiglia.


A marzo 2023 sono arrivati i primi animali, ovvero le tre pecore, poi le capre, i conigli, il maialino, le galline. Arrivano tramite una rete di rifugi dove, gli animali in difficoltà, possono trovare una nuova vita.

Qui tutti hanno un nome, una storia, un vissuto e cercano di nuovo la fiducia nell’essere umano. Ci sono spese per il veterinario, per il cibo, per il mantenimento del posto.

Raffaella e Tommaso hanno quindi dato vita a un’associazione no profit, di promozione sociale che organizza eventi culturali, attività per ragazzi e non solo.

Il nostro scopo è quello di creare un’alternativa concreta per chiunque cerchi un posto privo di discriminazioni e sensibile alle tematiche dell’antispecismo – sottolinea Raffaella – . Qui tutti vivono liberi, in sintonia con il territorio e con noi che ci sentiamo parte di una grande famiglia di umani e pelosi”.

Come siete stati accolti dalla gente del posto? Chiedo ai ragazzi, una domanda lecita, visto che ci troviamo in una piccola borgata di montagna.

Avevo il timore che sarebbe stato molto più difficile entrare nel tessuto sociale – confessa Tommaso – . In realtà c’è stata una bella accoglienza fin da subito. Ci sono anziani che oggi ci aiutano, ci insegnano, soprattutto nell’orto comune, che abbiamo creato proprio come spunto per questo. Molti ragazzi del posto vengono ad aiutarci e a passare del tempo in natura, tra gli animali e sono sempre numerosi e partecipi ai campi estivi e ai corsi che organizziamo”.

In questo posto non si impone uno stile di vita, si vive un’esperienza, si impara un modo gentile di convivere con gli animali, senza necessariamente conoscerli solo come animali da reddito.

Si può soggiornare nella piccola baita, immersa nel verde e circondata dall’acqua, dove i pensieri si riposano e si può entrare in contatto con gli animali che girano liberi in questo posto incantato.

Se vai al Mulino di Bi è automatico che ti venga voglia di far parte di questo piccolo mondo, fatto di coccole, rispetto ed emozioni. Raffaella e Tommaso si sono trovati due lavori per mantenersi, sono due ragazzi splendidi, è impossibile non amarli.

Gli animali, però, vivono grazie al supporto di volontari, amici e persone sensibili. E alle donazioni, come gli abbonamenti su patreon oppure il 5 per mille.
Ma è anche possibile soggiornare nella bellissima baita e incontrare direttamente Raffaella e Tommaso e tutta la ciurma del Mulino o acquistare il libro, dove si trova la storia di tutti gli animali del rifugio ‘Capita a tutti? Storie di animali liberi’ (Jeet Write Do editore).

Per un giorno mi sono sentita parte di una famiglia, ci sono state risate, incontri, emozioni, e sono stata bene. Ho respirato l’energia di questo posto che sa accogliere, insegnare, dare un punto di vista differente. Anche io mi sono fatta abbracciare dalle grandi braccia del vecchio mulino che sta riprendendo la sua vita, e che ora, con i denti della vecchia ruota, pare sorridere di nuovo.

Cinzia Dutto

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