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Attualità | 29 giugno 2024, 11:06

Partito il 10ª pellegrinaggio da Bra a Castellinaldo, sui passi del beato fratel Luigi Bordino

Raduno nella mattina di oggi, sabato, 29 giugno, al Santuario antico della Madonna dei Fiori

Partito il 10ª pellegrinaggio da Bra a Castellinaldo, sui passi del beato fratel Luigi Bordino

 

Oggi vogliamo raccontarvi una bella storia, quella del beato fratel Luigi Bordino, che rivive attraverso il pellegrinaggio dal Santuario della Madonna dei Fiori di Bra e arriva a Castellinaldo.

Quest’anno è giunto alla 10ª edizione con l’organizzazione della Parrocchia e del Comune di Castellinaldo, in collaborazione con Azione Cattolica e Centro Sportivo Italiano, insieme all’associazione Castrum Aynaldi, Diocesi e famiglia cottolenghina, avvalendosi dei gruppi Alpini e della protezione civile operativi nei luoghi interessati dal percorso lungo 27 km.

Lo scopo non è solo fornire una boccata d’aria fresca, che si può respirare tra boschi e vigneti, ma far conoscere la spiritualità di fratel Luigi Bordino che quel cammino lo conosceva bene, dopo averlo fatto per grazia ricevuta.

Gli oltre 60 partecipanti, tra i quali il missionario don Domenico Marsaglia (83 anni e non sentirli affatto), si sono dati appuntamento al Santuario antico della Madonna dei Fiori di Bra nella prima mattina di oggi, sabato 29 giugno. Scambio di saluti per i due sindaci Gianni Fogliato (Bra) ed Enrico Marsaglia (Castellinaldo). Colazione preparata dal gruppo Alpini di Bra e foto di rito sul sagrato del Santuario con cappellino di paglia fatto confezionare per l’occasione.

Poi tutti in cammino con il beneaugurante tocco della statua di fratel Luigi Bordino, proclamato beato da papa Francesco il 2 maggio 2015, che poi ha fissato la sua memoria liturgica al 25 agosto.

È possibile unirsi durante il percorso che, dopo il passaggio a Belvedere di Pocapaglia osserverà ancora le seguenti tappe: ore 12 Sommariva Perno, momento di riflessione e pausa pranzo; ore 15.30 pilone dei Battaglia, punto di ristoro; ore 16.30 Borbore, tappa di riflessione. Arrivo previsto alle ore 17.30 a Castellinaldo, presso il pilone votivo di fratel Luigi con riflessione e preghiera finale aperta a tutti, anche a chi non ha partecipato al pellegrinaggio. Annullata la cena presso il campo sportivo, a causa del previsto maltempo.

Il pellegrinaggio sui passi di fratel Luigi Bordino rappresenta l’opportunità per tutti di approfondire e di far conoscere la novità che il Beato continua ad imprimere nella storia, la “vibrazione” della fede che ha trasmesso con la sua esperienza, per il bene della Chiesa e della società.

Fratel Luigi Bordino, un esempio per tutti

Monsignor Giacomo Lanzetti, già vescovo di Alba, parla di fratel Luigi Bordino come di un beato le cui virtù si propongono come luminoso esempio da imitare.

«La sua modesta esistenza - segnata dalla nascita in una famiglia contadina, da un servizio militare condiviso con tanti altri, ma anche da anni di dura prigionia, e poi dalla scelta di diventare fratello cottolenghino - merita di essere dissodata in profondità, perché ne emerga la statura di eroica adesione a Cristo, specie per mezzo della dedizione ai poveri e ai malati; e dell'accettazione piena della sofferenza, che lo raggiunse e ne cesellò l'anima, per l'incontro finale con Gesù risorto.

Tutti i capitoli della sua vita sono luminosa testimonianza di quanto la grazia di Dio può compiere in uno spirito docile e generoso. Ad Andrea - e poi fratel Luigi - la Provvidenza non ha risparmiato né prove particolarmente dolorose né un quotidiano intessuto di modesti, faticosi incarichi: in entrambe le situazioni egli manifesta una straordinaria capacità non solo di adattarsi, ma di abbracciare in esse, con slancio genuino e totale, la volontà di Dio, da accogliere con il “Deo gratias” tipico dei figli del Cottolengo, che racchiude magnificamente il senso di tutta la sua vita.

Chi era fratel Luigi Bordino

Biografia ufficiale alla mano, Andrea Bordino nasce a Castellinaldo il 12 agosto 1922, terzo di otto figli. Vive la propria esuberante giovinezza tra la casa, le vigne paterne e la parrocchia. Trascinatore di ragazzi e di giovani, è nominato delegato aspiranti e poi presidente dell’Azione Cattolica parrocchiale.

Nel gennaio 1942, è arruolato nell’Artiglieria Alpina della Cuneense, dove trova suo fratello Risbaldo, rientrato dalla Campagna di Albania. Il 15 agosto i Bordino partono per la famosa Campagna di Russia. Il comando del Quarto Reggimento di Artiglieria s’installa a Sollonscki, un villaggio tra Valujki e Rossosh. Caduti prigionieri nel gennaio 1943, i Bordino soffrono insieme la tragica ritirata per circa un mese.

In una notte all’addiaccio con temperature polari, Andrea e Risbaldo fanno voto: «Se ritorniamo a Castellinaldo, faremo un pilone alla Madonna Consolata, vicino alla nostra casa». Avvinghiati l’un l’altro, i due fratelli pregano tutta la notte. Alle prime luci del mattino si trovano circondati da oltre 200 cadaveri. I Bordino vengono separati ad Akbulak. Andrea è destinato alla Siberia, dove vi rimane per due anni. Ridotto a scheletro umano viene internato nel lazzaretto di Spassh.

Egli continua a pregare, a confortare e a sostenere i feriti, gli infettivi e specialmente i morenti. Incoraggia tutti quelli che può: «Preghiamo un’Ave Maria. Se ritorno mi faccio frate e voglio dedicare il restante della mia vita per servire i malati più poveri in stato di abbandono». Nella primavera del 1945, insieme ad un gruppo di scampati è trasferito in Uzbekistan, dove si coltiva il cotone.

Andrea è ancora distrofico, non può lavorare, per cui resta nel lazzaretto del campo. Colpito da tifo petecchiale, elude la scarsa sorveglianza dei guardiani mongoli, penetra dagli infettivi e dai morenti, portati nella Baracca della morte dove nessuno più li tocca fino al loro decesso. E se ne prende cura meglio che può, per sollevarli dalle piaghe da decubito.

Nell’autunno del 1945 i Bordino rientrano in famiglia. Andrea si considera miracolato, comprende il dono di Dio e decide di non poterlo godere da solo. Il 23 luglio del 1946, insieme alla sorella Ernestina, bussa alla porta della Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino. «Desidero consacrarmi a Dio tra i Fratelli di San Giuseppe Cottolengo, per servire i poveri abbandonati». Indossato l’abito religioso assume il nome di Fratel Luigi della Consolata. Ernestina prende il velo prendendo il nome di suor Pia.

Esemplare uomo di preghiera, dedica la propria vita al servizio della carità, per puro amore di Dio. A fianco di medici e infermieri realizza una lusinghiera carriera professionale. Nel contempo vive un’invidiabile esperienza di vita interiore, che raggiunge le frontiere della mistica del servizio. Nei poveri serve Gesù. Tra loro semina fede, ottimismo e speranza, come già ha fatto con i disperati dei lager sovietici. Egli vive alla lettera il “Caritas Christi urget nos” nello spirito di San Giuseppe Cottolengo.

Nel 1975, improvvisamente è colpito da leucemia mieloide. Per due anni egli continua a ripetere: «Deo Gratias, questi sono i giorni della Divina Provvidenza! Deo Gratias sempre». Inesorabile la malattia gli distrugge il corpo, ma egli continua a benedire Dio: «Ho finalmente qualcosa da offrire al Signore». Egli va incontro alla morte, cantando la bontà di Gesù e delle beatitudini. Non cessa di pregare con la corona del rosario.

Fratel Luigi muore a Torino il 25 luglio 1977. La fama della sua santità assume subito dimensioni rilevanti, a cominciare dal suo funerale, concluso al cimitero monumentale di Torino dove la folla partecipante esplode con il canto del Magnificat. Dal 1997 il suo corpo riposa presso la Piccola Casa della Divina Provvidenza.

Sabato 2 maggio 2015 nell’Area Vitali del Parco Dora, a Torino, si è svolta la solenne beatificazione, presieduta dal cardinale Angelo Amato, in rappresentanza di papa Francesco. Al termine della celebrazione monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo del capoluogo, ha detto: «Fratel Luigi è stato un esempio di ciò che la Chiesa ha bisogno: poche parole e fatti concreti a favore delle tante persone che si trovano in difficoltà, morale, economica, familiare e di salute». Deo gratias. 

In foto i partecipanti al pellegrinaggio sui passi del beato fratel Luigi Bordino, davanti al Santuario antico della Madonna dei Fiori di Bra

 

Silvia Gullino

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