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Attualità | 25 giugno 2024, 15:26

Il sindaco di Monterosso Grana alla cerimonia di Izourt, dove 85 anni fa morirono tre operai del paese

Una tragedia avvenuta sui Pirenei, dove le abbondanti nevicate ammazzarono 31 lavoratori, di cui 29 italiani. Furono dimenticati per decenni. Si iniziò a commemorarli solo a partire dal 2002

Il sindaco di Monterosso Grana alla cerimonia di Izourt, dove 85 anni fa morirono tre operai del paese

C'era anche il sindaco di Monterosso Grana, Stefano Isaia, in fascia tricolore e con lo stemma del Comune, lo scorso weekend, a Izourt, nella vallata dei Pirenei francesi, dove il 24 marzo del 1939 una tempesta di neve causò la morte di trentuno lavoratori.

Fu una fatale disgrazia, ma anche un enorme dramma per le tante famiglie coinvolte: due francesi e ventinove italiane. Tre di loro provenivano dalle frazioni del piccolo comune della Valle Grana: Magno Luciano, Chiaffredo Luciano e Giuseppe Menardo. Gli altri arrivavano dal Friuli Venezia-Giulia, dal Veneto e dalla Calabria.

E il sindaco non è voluto mancare. "Ho portato anche i miei figli - spiega. Voglio che capiscano cosa significhi emigrare per lavoro, affrontare tante difficoltà. Devono sapere che quello che hanno lo devono anche a chi ha fatto tanti sacrifici. In questo caso, pagando addirittura con la vita".

I lavoratori stavano prestando la loro opera nella costruzione di una diga. Il bacino si trovava a 1650 metri di quota. In quel periodo si erano verificate forti nevicate. L'accumulo, con lo spessore raggiunto, sfondò il tetto di alcune baracche e le persone all'interno vennero travolte e uccise. I morti furono sepolti, quasi anonimamente, nel cimitero di Vicdessos.

Una sciagura di cui si perse la memoria per molti anni, fino al 2002, quando venne costituita l’associazione Ricordate, che organizza incontri di solidarietà e conoscenza tra i parenti e i relativi luoghi di provenienza dei deceduti e le comunità di Auzat e Vicdessos.

Quest'anno, per la commemorazione dell'85° anniversario, Isaia ha voluto partecipare, restando molto colpito dalla cerimonia vissuta in prima persona. Con lui anche il coro de "La Cevitou".

Barbara Simonelli

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