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Eventi | 24 giugno 2024, 06:50

Pellegrinaggio da Bra a Castellinaldo: sui passi del beato fratel Luigi Bordino

Si parte sabato 29 giugno. Orari e tappe di un cammino di fede giunto alla 10ª edizione

La statua del beato fratel Luigi Bordino, posta all’ingresso del Santuario antico della Madonna dei Fiori, a Bra

La statua del beato fratel Luigi Bordino, posta all’ingresso del Santuario antico della Madonna dei Fiori, a Bra

Siete pronti a provare “su due piedi” emozioni davvero uniche e intense, come non vi è mai successo prima d’ora?

Allora continuate a leggere, perché vi parliamo del pellegrinaggio sui passi del beato fratel Luigi Bordino, che ogni anno parte dal Santuario della Madonna dei Fiori di Bra e arriva a Castellinaldo.

Nel 2024 è giunto alla 10ª edizione e si svolgerà sabato 29 giugno con l’organizzazione della Parrocchia e del Comune di Castellinaldo, in collaborazione con Azione Cattolica e Centro Sportivo Italiano, insieme all’associazione Castrum Aynaldi, Diocesi di Alba e famiglia cottolenghina, avvalendosi dei gruppi Alpini e dei volontari della Protezione civile operativi nei luoghi interessati dal percorso lungo 27 km con possibilità di aggregarsi durante le varie tappe.

Lo scopo non è solo fornire una boccata d’aria fresca, che si può respirare tra boschi e vigneti, ma far conoscere la spiritualità di fratel Luigi Bordino che quel cammino lo conosceva bene, dopo averlo fatto per grazia ricevuta.

È gradita una conferma di adesione telefonica al numero 366/3777040 oppure via mail castellinaldo@fratelluigibordino.it . Adesione libera o con gadget ricordo della giornata con offerta libera.

Ecco qualche informazione utile sulle tappe: ore 7 partenza del bus navetta (offerta libera) da Castellinaldo a Bra; ore 7.30 ritrovo di fronte al Santuario antico della Madonna dei Fiori, nei pressi della statua del Beato e partenza del pellegrinaggio; ore 10 Belvedere di Pocapaglia, dove è prevista una sosta; ore 12 Sommariva Perno, tappa di riflessione e pausa pranzo; ore 15.30 pilone dei Battaglia, punto di ristoro; ore 16.30 Borbore, tappa di riflessione; ore 17.30 arrivo a Castellinaldo, presso il pilone votivo di fratel Luigi con riflessione e preghiera finale, aperta a tutti, anche a chi non ha partecipato al pellegrinaggio.

Seguirà una festa in amicizia, presso il campo sportivo di Castellinaldo, dove è prevista la cena al ritmo di musica con offerta libera. Dai, sembra bellissimo, no? Sì, se siete amanti delle camminate. O delle esperienze di fede. O di entrambi.

 

Chi era fratel Luigi Bordino

Biografia ufficiale alla mano, Andrea Bordino nasce a Castellinaldo il 12 agosto 1922, terzo di otto figli. Vive la propria esuberante giovinezza tra la casa, le vigne paterne e la parrocchia. Trascinatore di ragazzi e di giovani, è nominato delegato aspiranti e poi presidente dell’Azione Cattolica parrocchiale.

Nel gennaio 1942, è arruolato nell’Artiglieria Alpina della Cuneense, dove trova suo fratello Risbaldo, rientrato dalla Campagna di Albania. Il 15 agosto i Bordino partono per la famosa Campagna di Russia. Il comando del Quarto Reggimento di Artiglieria s’installa a Sollonscki, un villaggio tra Valujki e Rossosh. Caduti prigionieri nel gennaio 1943, i Bordino soffrono insieme la tragica ritirata per circa un mese.

In una notte all’addiaccio con temperature polari, Andrea e Risbaldo fanno voto: «Se ritorniamo a Castellinaldo, faremo un pilone alla Madonna Consolata, vicino alla nostra casa». Avvinghiati l’un l’altro, i due fratelli pregano tutta la notte. Alle prime luci del mattino si trovano circondati da oltre 200 cadaveri. I Bordino vengono separati ad Akbulak. Andrea è destinato alla Siberia, dove vi rimane per due anni. Ridotto a scheletro umano viene internato nel lazzaretto di Spassh.

Egli continua a pregare, a confortare e a sostenere i feriti, gli infettivi e specialmente i morenti. Incoraggia tutti quelli che può: «Preghiamo un’Ave Maria. Se ritorno mi faccio frate e voglio dedicare il restante della mia vita per servire i malati più poveri in stato di abbandono». Nella primavera del 1945, insieme ad un gruppo di scampati è trasferito in Uzbekistan, dove si coltiva il cotone.

Andrea è ancora distrofico, non può lavorare, per cui resta nel lazzaretto del campo. Colpito da tifo petecchiale, elude la scarsa sorveglianza dei guardiani mongoli, penetra dagli infettivi e dai morenti, portati nella Baracca della morte dove nessuno più li tocca fino al loro decesso. E se ne prende cura meglio che può, per sollevarli dalle piaghe da decubito.

Nell’autunno del 1945 i Bordino rientrano in famiglia. Andrea si considera miracolato, comprende il dono di Dio e decide di non poterlo godere da solo. Il 23 luglio del 1946, insieme alla sorella Ernestina, bussa alla porta della Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino. «Desidero consacrarmi a Dio tra i Fratelli di San Giuseppe Cottolengo, per servire i poveri abbandonati». Indossato l’abito religioso assume il nome di Fratel Luigi della Consolata. Ernestina prende il velo prendendo il nome di suor Pia.

Esemplare uomo di preghiera, dedica la propria vita al servizio della carità, per puro amore di Dio. A fianco di medici e infermieri realizza una lusinghiera carriera professionale. Nel contempo vive un’invidiabile esperienza di vita interiore, che raggiunge le frontiere della mistica del servizio. Nei poveri serve Gesù. Tra loro semina fede, ottimismo e speranza, come già ha fatto con i disperati dei lager sovietici. Egli vive alla lettera il “Caritas Christi urget nos” nello spirito di San Giuseppe Cottolengo.

Nel 1975, improvvisamente è colpito da leucemia mieloide. Per due anni egli continua a ripetere: «Deo Gratias, questi sono i giorni della Divina Provvidenza! Deo Gratias sempre». Inesorabile la malattia gli distrugge il corpo, ma egli continua a benedire Dio: «Ho finalmente qualcosa da offrire al Signore». Egli va incontro alla morte, cantando la bontà di Gesù e delle beatitudini. Non cessa di pregare con la corona del rosario.

Fratel Luigi muore a Torino il 25 luglio 1977. La fama della sua santità assume subito dimensioni rilevanti, a cominciare dal suo funerale, concluso al cimitero monumentale di Torino dove la folla partecipante esplode con il canto del Magnificat. Dal 1997 il suo corpo riposa presso la Piccola Casa della Divina Provvidenza.

Sabato 2 maggio 2015 nell’Area Vitali del Parco Dora, a Torino, si è svolta la solenne beatificazione, presieduta dal cardinale Angelo Amato, in rappresentanza di papa Francesco. Al termine della celebrazione monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo del capoluogo, ha detto: «Fratel Luigi è stato un esempio di ciò che la Chiesa ha bisogno: poche parole e fatti concreti a favore delle tante persone che si trovano in difficoltà, morale, economica, familiare e di salute». Deo gratias.


Silvia Gullino

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