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Attualità | 24 giugno 2024, 06:44

Settimana Nazionale delle Panchine Viola dal 21 al 27 giugno, ce lo ricorda l’Aghav di Bra

Una storia di gentilezza, raccontata dalla panchina viola che ricorda il compianto Pasquale Bonino

Il Ministro Locatelli sulla panchina viola con il compianto presidente dell’Aghav, Pasquale Bonino

Il Ministro Locatelli sulla panchina viola con il compianto presidente dell’Aghav, Pasquale Bonino

La Settimana Nazionale delle Panchine Viola (21-27 giugno), pensata per i Comuni e le Società Sportive, rappresenta un’occasione per portare le buone pratiche di gentilezza nelle comunità locali.

A sostenere il valore di questa iniziativa, c’è anche l’Aghav di Bra, che lo scorso 8 marzo ha inaugurato la “panchina viola” della gentilezza, realizzata dagli ospiti del Centro Diurno. Al taglio del nastro era presente il ministro per le disabilità Alessandra Locatelli, che ha reso onore alla bella realtà dell’Aghav, visitando la struttura nata dalla tenacia del compianto presidente Pasquale Bonino e di tanti collaboratori di fiducia.

Nell’occasione, il Ministro ha stretto mani, incrociato sguardi, accolto sorrisi e abbracciato tanti ragazzi, alcuni ormai uomini e donne, che ti rubano il cuore con la loro semplicità e dolcezza. L’Aghav li aiuta durante il giorno attraverso diversi progetti formativi, orientati ad una maggiore un’integrazione sociale.

Agli operatori sono giunti i suoi ringraziamenti e i complimenti per aver trovato una comunità forte dove tutti si danno da fare per gli altri e dove ci sono progetti meravigliosi che rendono più dignitosa la vita di tante persone.

Quindi la foto di rito, scattata sulla panchina viola, un luogo speciale, la cui funzione è stata spiegata dall’operatrice Piera Gennuso: «Sulla panchina viola si può fare la pace, ci si può dare un appuntamento, si può giocare insieme. È molto importante sensibilizzare alla gentilezza, al rispetto delle persone e dell’ambiente».

Nel “linguaggio” delle panchine colorate (la cui più famosa è quella rossa contro il femminicidio), quella viola è simbolo d’impegno a portare avanti buone pratiche di gentilezza sul proprio territorio.

La panchina viola della gentilezza

La prima panchina della gentilezza di colore viola è stata inaugurata il 7 dicembre 2019 a Quincinetto e ideata dall’assessore alla Gentilezza Erina Patti. La sua funzionalità è stata proposta dai bambini della scuola primaria locale durante un laboratorio dedicato. Sulla panchina viola si può fare pace, ci si può dare un appuntamento, si può giocare insieme.

Fu scelto il viola in quanto deriva dall’unione del rosso che rappresenta la concretezza e del blu che simboleggia la profondità. Si identifica molto bene, perciò, con la gentilezza. Da allora già alcuni Comuni Italiani l’hanno riproposta.

Il Progetto Nazionale Costruiamo Gentilezza (www.costruiamogentilezza.org) ha come obiettivo, in 15 anni, di far diventare la gentilezza un’abitudine sociale diffusa. Per questo motivo, ha coinvolto le comunità locali e sportive ad inserire la Panchina Viola nell’Archivio pubblico delle buone pratiche di gentilezza e ha programmato di favorirne la diffusione proponendo un’intera settimana nazionale dedicata alle panchine viola, dal 21 al 27 giugno. In questo periodo oltre ai Comuni Italiani potranno inaugurare nuove panchine viola anche le società sportive, in quanto la panchina, oltre ad essere un complemento d’arredo urbano, è ricorrente anche nello sport. «L’inaugurazione delle panchine viola sarà un momento di festa, oltre a rappresentare un’opportunità per far conoscere concretamente ai cittadini, in particolar modo bambini e ragazzi, l’importanza della gentilezza per accrescere il benessere delle comunità locali e sportive», spiegano dall’Associazione Cor et Amor che coordina l’attuazione del progetto nazionale Costruiamo Gentilezza.

Un po’ di storia sulla Cooperativa A.G.Ha.V.

L’operatrice Erika Cagliero ci porta alla scoperta dell’Aghav e lo fa con grande ricchezza di informazioni e particolari, che abbiamo voluto riportare integralmente per entrare nelle dinamiche di questa efficiente macchina della solidarietà. 

«Nel 1980 a Bra nasce una nuova Associazione, l’A.G.Ha.V. (Associazione Genitori Handicappati Volontari) quando un gruppo spontaneo di genitori, tra i quali, in prima fila, il compianto presidente Pasquale Bonino, si trovano ad affrontare e a rispondere al problema di alcune famiglie con figli con minorazione fisica, psichica e sensoriale, che comporta difficoltà di apprendimento, di relazione e integrazione scolastica e lavorativa.

Lo scopo principale è dare sostegno ai soggetti più deboli, attraverso interventi mirati al fine di alleviare le problematiche gestionali delle famiglie. Aiutare i genitori nella cura dei propri figli senza allontanare l’utente dalla propria abitazione per molto tempo, ma nello stesso modo trovare un “posto sicuro” dove affidarli.

Dopo varie pratiche burocratiche, l’anno successivo diventa Cooperativa Sociale di tipo A, senza scopo di lucro, che si occupa di disabili non inseribili nel mondo del lavoro, aprendo il primo Centro Diurno della provincia di Cuneo.

Un lavoro enorme, dal reperimento dei locali, al personale, alla struttura. Si firma la prima convenzione con l’ASL 18. Oggi la Cooperativa A.G.Ha.V. gestisce il Centro Diurno Socio Terapeutico Riabilitativo, a Bra in via Molineri 14/a, accreditato ai sensi della D.G.R. n.25-12129 del 14/09/2009, protocollo n. 0044537 del 12/08/2010 ASL CN2.

Accoglie 22 persone adulte (uomini e donne), alcune con frequenza a tempo pieno, altre a tempo parziale, aperto dal lunedì al venerdì con orario 9/16.30 per un totale di 235 giorni all’anno.

Il servizio ha come obiettivo generale la crescita evolutiva dell’utente, in presenza di gravi e plurimi deficit psico-fisici, attraverso una costante e progressiva integrazione socio culturale, garantendo l’autonomia e lo sviluppo delle capacità residue, con il mantenimento dei livelli precedentemente acquisiti.

Favorendo risposte sempre più differenziate attraverso la metodologia condivisa che utilizza come strumento principale la definizione dei PEI (Progetti Educativi Individualizzati), oltre a fornire un valido sostegno alla famiglia di origine, favorendo la permanenza dell’utente all’interno della stessa.

Il personale che opera nel Centro Diurno è costituito da un coordinatore, da educatori professionali e operatori sociosanitari. Ci si avvale della collaborazione costante di professionisti esterni: infermiere, fisioterapista e psicologa. In parallelo operano degli autisti che giornalmente vanno a prelevare dalle abitazioni e riportano a casa una buona parte degli ospiti (alcuni infatti vengono in struttura accompagnati dai familiari, altri impossibilitati raggiungo il Centro Diurno con il servizio di trasporto).

La struttura vanta di una cucina professionale, dove giornalmente la cuoca prepara il pasto a tutti gli ospiti, utilizzando prodotti freschi.

Ogni anno, l’equipe stila il programma annuale delle attività, portando nuove proposte, le quali si articolano nei differenti ambiti delle diverse aree in funzione dei PEI: area socio-sanitaria, area socio-riabilitativa, area assistenziale, area psicomotoria e area riabilitativa.

Le attività si sviluppano sia all’interno che all’esterno del Centro Diurno.

Si collabora con gli altri centri diurni presenti sul territorio, con le scuole e con altre associazioni. È presente una collaborazione attiva di volontari che settimanalmente contribuiscono alla realizzazione di progetti e lavori durante le attività. Esse si svolgono di solito in piccoli gruppi, poiché la piccola dimensione permette l’identificazione e la crescita, (un gruppo grande può spaventare, può contribuire ad un rimando confuso, caotico).

In alcune attività i gruppi sono più omogenei: gioco-motricità, movimentando, giardinaggio, falegnameria, poiché è importante l’omogeneità delle abilità, che aiutano e spronano l’individuo.

In altre attività i gruppi possono essere più eterogenei (pet-therapy, didattica), poiché è importante la trasmissione di modelli adeguati soprattutto con l’utenza grave.

Significative sono le uscite sul territorio: mercato, supermercato, biblioteca, luoghi ricreativi e culturali, allo scopo di favorire l’integrazione col tessuto sociale, locale (e non).

Si collabora con il CNOSFAP e APRO, accogliendo i diversi tirocinanti per operatori Socio Sanitari e l’Università degli Studi di Torino, Corso di Laurea Interfacoltà in educazione professionale».

Un po’ di storia sulla Fondazione A.G.Ha.V.

Racconta ancora Erika Cagliero: «La Fondazione A.G.Ha.V Onlus è nata il 14 aprile 2005 con lo scopo di perseguire l’interesse generale della comunità e l’integrazione sociale dei cittadini. In particolare si pone l’obiettivo di promuovere interventi ed attività nello specifico settore dell’assistenza ai soggetti disabili, gli anziani e persone in difficoltà.

Si pone particolare attenzione ai soggetti disabili che non hanno più il sostegno della famiglia, agli anziani soli e persone con particolari momenti di bisogno.

Il primo grande progetto della Fondazione A.G.Ha.V Onlus è stato realizzare la nuova sede definitiva del Centro Diurno. I lavori iniziano il 23 gennaio 2009 a Bra in via Molineri 14 /a per terminare il 21 marzo 2010.

Dopo qualche anno si progetta una nuova struttura adiacente al Centro Diurno già esistente, un’opera innovativa, aperta a tutti, studenti, turisti, ma nel suo intento c’è una componente molto più sociale.

Il progetto è quello di creare una struttura per il “dopo di noi”, in modo da accogliere persone in difficoltà, che si devono allontanare dalla propria abitazione per motivi familiari o di salute.

Un luogo dove affidare i propri familiari disabili o anziani in modo stabile con l’affitto di un alloggio, sia in modo temporaneo che in una camera.

Il progetto e i costi sono elevati, ma la Fondazione, fa fronte alle enormi spese, attivando un finanziamento e devolvendo fondi propri, reperiti anche grazie alla generosità dei tanti volontari e di tutti coloro che partecipano alle iniziative benefiche: cene sociali, banchi di beneficenze, serate dimostrative… E così la costruzione viene completamente terminata.

Finalmente il 18 novembre 2018 viene inaugurata la nuova struttura Casafiori, composta da due piani, ampia, con 6 stanze al primo piano e 5 mini alloggi al secondo piano, di cui 2 monolocali e 3 bilocali. È chiamata Casafiori in onore della Madonna dei Fiori, patrona della città di Bra, alla quale il presidente Pasquale Bonino, scomparso il 13 maggio scorso all’età di 86 anni, era molto devoto.

La Fondazione continua ad impegnarsi per raggiungere quest’ultimo progetto, che comporta ancora tempo ed energie, ma si prevede di raggiungere la conclusione. Inoltre, si impegna e promuove processi di inclusione sociale, offre il suo contributo in situazioni di emergenza alle persone fragili e in difficoltà».

Silvia Gullino

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