/ Politica

Politica | 22 giugno 2024, 07:17

Province, l’atteso ripristino dell’elezione diretta si è perso in Parlamento

A settembre si torna a votare per il rinnovo del Consiglio provinciale secondo i criteri della legge Delrio, varata nel 2014. Una norma che, nelle intenzioni, doveva durare due anni e invece ne ha già compiuti dieci

Nell’ottobre dello scorso anno il convegno promosso da Confindustria Cuneo col titolo “La Rinascita delle Province”, con relatore il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli

Nell’ottobre dello scorso anno il convegno promosso da Confindustria Cuneo col titolo “La Rinascita delle Province”, con relatore il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli

A dispetto di ogni promessa e di tutti i proclami, a fine settembre si tornerà a eleggere il Consiglio provinciale secondo le modalità della legge Delrio, cioè con un’elezione di secondo grado che riguarda solo sindaci e consiglieri comunali.

Si dice che il governo Meloni sia disposto a restaurare le Province, ma il tema resta nebuloso.

Esiste un disegno di legge delega per tornare all’elezione diretta, firmato dalla sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro (Fratelli d’Italia), che la premier ha voluto rimandare a dopo la tornata elettorale di inizio giugno.

In Parlamento, la maggioranza di centrodestra, con l’assenso del Pd, sembra essere favorevole al ritorno alle origini, tuttavia segnali concreti non ve sono anche se l’Upi (Unione delle Province Italiane) sollecita provvedimenti chiedendo una roadmap. 

“Se non succederà qualcosa entro l’autunno – affermano i vertici dell’Upi e dell’Anci - si rischia di arrivare al 2027, cioè a fine legislatura in un clima di incertezza e senza che siano stati definiti ruolo, funzioni e risorse delle Province”.  

La legge cosiddetta “svuotaprovince”, firmata dall’allora ministro Pd Graziano Delrio, doveva durare due anni e invece ne ha già compiuto dieci.

I fondi sono stati tagliati, ma sono rimaste le competenze relative a temi importanti, tra cui strade, scuole e tutela dell’ambiente

Ricordiamo che per gli organi di governo è prevista l’elezione di secondo livello e ai loro componenti è stata tolta l’indennità, ripristinata solo per i presidenti (in formato ridotto) un paio di anni fa.

L’attuale sistema elettorale prevede che sia il presidente che il Consiglio provinciale vengano eletti dai sindaci e dai consiglieri comunali del territorio con tempistiche tra loro sfalsate: il primo resta in carica quattro anni, il secondo solo due. 

Infatti, se un sindaco non si ricandidata nel proprio Comune o comunque non viene rieletto, non può più continuare a far parte dell’organo. 

La composizione di quest’ultimo è soggetta a ricambio a seconda della tenuta delle giunte dei Comuni, come ha anche dimostrato il recente voto comunale che, nella Granda, ha interessato 171 Comuni su 247.

Stando ai dati dell’Upi gli attesi risparmi sono stati modesti: 52 milioni e mezzo di euro in dieci anni

Qualcuno ricorderà come il tema fosse stato oggetto di un convegno promosso da Confindustria Cuneo nell’ottobre dello scorso anno dal titolo - esageratamente ottimistico visto col senno di poi - “La Rinascita delle Province”, che aveva avuto come relatore il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli.

La controversa questione dell’autonomia differenziata – in questi giorni al centro dello scontro politico - fa pensare che “la riforma della riforma” delle Province non sia dietro l’angolo e ancora una volta destinata a passare in fanteria.

Giampaolo Testa

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A GIUGNO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

WhatsApp Segui il canale di Targatocn.it su WhatsApp ISCRIVITI

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium