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Politica | 21 giugno 2024, 07:11

L’esito delle amministrative: la Lega braidese ringrazia Somaglia e fa il punto dopo il voto

Agli ultimi mesi da segretario cittadino Federico Gregorio analizza l’esito di una consultazione che non ha premiato il centrodestra: "Sapevamo che a Bra sarebbe stata dura. Ora dobbiamo andare oltre e lavorare ancora più intensamente per ciò in cui crediamo"

Federico Gregorio, ex consigliere regionale e attuale segretario cittadino della Lega a Bra, secondo da destra in piedi, al fianco di Massimo Somaglia, Gianna Gancia e Paolo Demarchi. Seduti in prima fila, da sinistra, Giuliana Mossino, consigliere comunale eletta, Marina Panero e l'ex assessore regionale Luigi Icardi, rieletto con la Lega a Palazzo Lascaris

Federico Gregorio, ex consigliere regionale e attuale segretario cittadino della Lega a Bra, secondo da destra in piedi, al fianco di Massimo Somaglia, Gianna Gancia e Paolo Demarchi. Seduti in prima fila, da sinistra, Giuliana Mossino, consigliere comunale eletta, Marina Panero e l'ex assessore regionale Luigi Icardi, rieletto con la Lega a Palazzo Lascaris

Libero professionista con esperienza politica di lungo corso, l’ex sindaco di Narzole Federico Gregorio è uno storico dirigente della Lega in provincia di Cuneo, colori per il quale fu anche consigliere regionale, mentre ancora per qualche mese conserverà l’incarico di segretario cittadino del partito in quel di Bra. 

 

Gregorio, quanto è stato duro il verdetto delle ultime amministrative braidesi? 

"Abbastanza. Sapevamo che sarebbe stata dura, ma un po' ci avevamo sperato, soprattutto negli ultimi giorni, ma tant’è". 


Che cosa non ha funzionato? 

"Con una differenza di oltre mille voti qualcosa non ha ovviamente funzionato. Nei prossimi giorni faremo una disamina interna alla coalizione e, nonostante la sconfitta, posso garantirle che non c'è mai stata una così forte unità di intenti nel centrodestra braidese e voglia di ripartire sin da subito. Sapevamo che la sfida era tra due galantuomini, perché Massimo Somaglia e Gianni Fogliato, fermo restando le rispettive posizioni ideologiche, lo sono indiscutibilmente. Su qualche compagno di viaggio di Fogliato qualche riserva su galanteria e correttezza ce l’avrei, ma questa è un'altra storia. Detto ciò, mi permetta di ringraziare dal più profondo del cuore Massimo Somaglia, persona splendida, trasparente, con capacità di leadership incredibili: è l'unico a cui sicuramente non si può rimproverare nulla". 


La Lega nel 2019 fece a Bra oltre il 16% in rapporto a un dato nazionale superiore al 32%. Vi aspettavate un risultato simile dei vostri alleati di coalizione essendosi invertiti ruoli e percentuali? 

"È vero: il 32% nazionale del 2019 trainò al 16% la Lega a Bra e ci portò a fare 4 consiglieri (ne venne poi ceduto uno per l'apparentamento, ndr). Oggi sicuramente paghiamo il trend negativo al 9% nazionale, ma a Bra tuttavia la percentuale della Lega rimane tra le migliori della provincia".

 

Non ha risposto sui vostri alleati? 

"Guardi, io mi occupo, o cerco di farlo, della Lega. Le analisi delle aspettative, disattese o meno, dei singoli partiti le lascio ai singoli partiti". 


Lei, tra le altre cose, si è recentemente laureato. Era per caso in Scienze della diplomazia? 

"No, Scienze della Comunicazione, ma guardi che non ci casco". 


Abbiamo saputo nei mesi scorsi della sentenza del tribunale di Torino della sua totale riabilitazione e quella di alcuni suoi ex colleghi del Consiglio regionale, e questa è pur sempre una bella notizia. 

"Sì, certo, si conclude definitivamente e si archivia una vicenda kafkiana, che ha coinvolto quasi tutti i colleghi del centrodestra. Adesso si deve andare oltre e, benché non ci fossimo mai fermati, continuare a lavorare ancora più intensamente per ciò in cui crediamo". 


Anche per questo motivo si pensava di rivederla in pista con una sua candidatura, come hanno fatto Roberto Cota e altri ex. 

"Con tutto l'affollamento e affanno di candidature, ci mancava solo più la mia. C'è tempo, intanto ho avuto l'orgoglio, in qualità di segretario politico, di guidare sedici guerrieri che hanno messo faccia, passione e volontà nella lista della Lega a Bra. Una squadra così coesa e unita è una fortuna, e un patrimonio che va preservato per il futuro prossimo e per battaglie politiche che di certo non mancheranno. Continuerò a far parte di questo bel gruppo, ma in autunno mi dimetterò dall’incarico. In tempi non sospetti, durante la campagna elettorale, avevo annunciato che in caso di vittoria avrei lasciato già in estate. Ora rimanderò di un paio di mesi. Ho nuovi progetti professionali e personali che mi impegneranno parecchio, e devo ritagliarmi del tempo".


Parliamo di Lega Salvini Premier. Il caso Vannacci ha suscitato e suscita tuttora parecchie polemiche, tra le tante all'interno della Lega. 

"Vannacci ha preso 500.000 preferenze e merita rispetto così come i suoi elettori, ma è un indipendente nelle file della Lega, come lui stesso ha più volte ribadito. Io non sono tra questi elettori". 


Però è nuova linfa che ha portato tanti voti

"Nella Lega in quasi 25 anni ne ho viste di tutti i colori. Io ci sono sempre stato: nei tempi d'oro, in quelli bui e nei vari saliscendi. Ho visto personaggi di tutti i tipi entrare, uscire e rientrare, roba da far concorrenza alle porte girevoli. Auspico a chi si avvicina alla Lega di conoscere la sua stupenda storia, seppur a tratti travagliata, gli uomini che hanno costruito il Movimento e le battaglie affrontate".


Ci sarà, o lei spera in un nuovo corso della Lega? 

"Il progetto della Lega era ben chiaro: federalismo per una equa ripartizione delle risorse e responsabilizzazione dei territori, attenzione alla parte produttiva del Paese per farlo crescere in benessere con particolare attenzione alle aziende del Nord, traino dell'economia italiana. Spero in una forte ripresa di questi temi". 


Vuole tornare alla vecchia Lega Nord? 

"Non si tratta di tornare indietro, anche se guardare a ciò che di buono è stato fatto e non dimenticarlo è fondamentale, ma nemmeno correre verso il baratro. È giusto che un partito si evolva, senza confondere però l’evoluzione con stravolgimento". 


Lei si considera antifascista? 

"È un termine usato in maniera strumentale, perennemente in bocca a una politica di sinistra che non avendo idee si arrocca su fantasmi del passato. Tornando alla sua domanda, no, non sono fascista, ma non mi definisco nemmeno antifascista perché, parafrasando Pasolini, “nulla è peggio del fascismo degli antifascisti!”. 

R. G.

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