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Cronaca | 21 giugno 2024, 15:44

Alla sbarra la "setta del sesso": in cinque ore di requisitoria del Pm i decenni di violenze attribuiti all’accolita del "dottore"

Alle battute finali il processo partito dalla denuncia di una 37enne residente nel Braidese. Dai suoi racconti l’inchiesta che ha svelato l’esistenza dell’organizzazione guidata dall’erborista milanese Gianni Maria Guidi

In un casolare di Cerano, nel Novarese, la base dell'organizzazione

In un casolare di Cerano, nel Novarese, la base dell'organizzazione

E’ giunto alle battute finali presso il Tribunale di Novara il processo in corso dai primi mesi del 2023 su quella che gli inquirenti hanno battezzato come la "setta delle bestie" o anche la "setta del sesso". Definizioni suggestive, volte a descrivere i connotati di un’organizzazione che nel corso di decenni di attività avrebbe plagiato per fini tutt’altro che commendevoli decine di ragazze, anche minorenni, a volte ancora bambine. 

Dalla querela di una loro, Giulia, 37enne oggi residente nel Braidese, finita nelle grinfie della setta quando di anni ne aveva 7, convintasi a denunciare col sostegno dell’associazione saviglianese Mai+Sole, l’indagine condotta dalle Direzione Distrettuale Antimafia di Torino. Un’inchiesta dalla quale ha preso le mosse il processo iniziato davanti alla Corte d’Assise novarese sulla scorta di ben 26 rinvii a giudizio

Alla sbarra sono finiti altrettanti soggetti, tutti residenti tra Milano e diversi centri della sua cintura, il Pavese, il Varesotto e il Bergamasco, mentre la base dell’organizzazione era in un casolare nelle campagne di Cerano, nel Novarese. Persone chiamate a vario titolo a rispondere di reati che contemplano violenze sessuali aggravate e di gruppo commesse anche ai danni di minori di 10 anni, riduzione in schiavitù e associazione a delinquere.

Ai vertici dell’organizzazione, secondo gli inquirenti, ci sarebbe stato Gianni Maria Guidi, nato a Pavia e vissuto a Milano, conosciuto dagli adepti della setta come "il dottore", ma anche come "Re bis" o "il Pontefice", erborista con attività nel quartiere San Siro di Milano, deceduto il 16 marzo 2023 a 79 anni, a processo iniziato, in conseguenza delle cattive condizioni di salute nelle quali versava da tempo. 

Insieme a lui, Sonia Martinovic, sua principale collaboratrice fino al 2013, tuttora a giudizio dopo che, come Guidi, era stata dichiarata momentaneamente incapace di affrontare il dibattimento. 

Nei giorni scorsi il procedimento è proseguito con una lunga udienza. Nelle cinque ore della sua requisitoria il pubblico ministero Silvia Baglivo, con accanto il procuratore capo Giuseppe Ferrando, ha illustrato il funzionamento di quella che la stessa accusa sostiene essere stata "un’associazione a delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù e alla commissione di reati sessuali anche nei confronti di minori".

In aula regnava il silenzio di fronte alle nefandezze di cui ha narrato il sostituto procuratore, alla presenza di quasi tutti gli imputati. Per le parti civili costituite in giudizio, cinque giovani donne, erano presenti gli avvocati Silvia Calzolaro, Marco Calosso ed Elisa Anselmo del foro di Asti, insieme al collega Silvio De Stefano di Monza. Non erano invece presenti le vittime.

La prossima udienza è stata messa in calendario per l’8 luglio prossimo con la requisitoria finale del Pm e le richieste delle pene. Saranno presenti le vittime.  

Ezio Massucco

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